Sentimentalmente

Perchè sempre più occhiali neri? Risolto l'enigma...


Optical. Wayfarer. In pizzo. Spruzzati di cristalli. Con lenti a specchio, montature trasparenti o di legno verniciato. Vintage. Pensando a Greta Garbo e a Jackie Kennedy. Ricordando John Lennon o Tom Cruise. C’è da mettersi a studiare. L’ha fatto Vanessa Brown, quarant’anni, docente di moda e design alla Nottingham University, Gran Bretagna. In un serissimo saggio, «Cool Shades» (edito da Bloomsbury) risponde a un interrogativo apparentemente frivolo: «Perché tutti sembrano più fighi con gli occhiali da sole?».  Tra migliaia di foto, pubblicità, film, cataloghi  esaminati  esiste una relazione culturale e psicologica tra «sunglasses» e «glam». Rendono il viso immediatamente simmetrico (la regolarità dei lineamenti è una delle prime percezioni della bellezza) coprono ogni difetto, regalano un pizzico di mistero. Vantaggio: poiché lo sguardo è un’immensa fonte di informazioni e il contatto visivo permette di elaborare un giudizio sull’intelligenza e la sincerità, sottrarci rende meno vulnerabili, sostiene Vanessa Brown. Svantaggio: la cosa è reciproca. Dietro gli occhiali da sole tutti siamo imperscrutabili e sconosciuti. Da lì siamo arrivati a Tom Cruise-Top Gun e al modello Aviator che è appena tornato di gran tendenza. Con gli occhiali da sole le star si difendevano dai flash insistenti dei paparazzi e nascondevano eventuali notti di stravizi. Ovvio che il legame con il mondo glam diventava sempre più forte, fermato da alcune iconiche immagini. Greta Garbo nascosta da un cappello e immensi occhiali neri. Audrey Hepburn barricata dietro lenti scure e foulard, Jackie Kennedy in fuga dal giudizio collettivo dopo le nozze con Aristotele Onassis. Si può parlare anziché con gli occhi, con gli occhiali. Miles Davis, leggendario musicista jazz, li portava per difendersi da sguardi razzisti, Lady Gaga li usa per rafforzare la sua identità camaleontica. Anna Wintour suggerisce «superiorità e distacco» dalla moda che pure governa.L’autrice di «Cool Shades», nel suo piccolo, ha avuto l’idea del libro dopo essere andata al supermercato con un vecchio vestito ed essersi trovata «molto figa» appena indossate le lenti scure. Partendo dal frivolo, ha trovato una teoria della coolness, un grimaldello che apre tutte le porte. Sentimenti: gli uomini con gli occhiali da sole sono più intriganti e le donne, come ogni commedia romantica dimostra, tendono a innamorarsi dei tipi sfuggenti che non riescono a inquadrare. Psicologia: nascondere lo sguardo potenzia le difese e migliora l’autostima, dà l’idea del controllo del corpo e delle emozioni. Sociologia: uno stile dichiara appartenenza, ti fa rock o vintage, hipster o pop. Le luci riflesse nelle coloratissime lenti che popolano l’estate 2014 suggeriscono studi fotografici, vacanze esotiche, vite dei ricchi & famosi, per un attimo più vicine.  Nel 1981 Battiato cantava: «C’è chi si mette gli occhiali da sole/ per avere più carisma e sintomatico mistero». L’aveva capito, ma non l’aveva spiegato così bene e in così tante pagine come Vanessa Brown. Lui faceva dell’ironia, noi cambieremo la foto nel profilo su Facebook. Abbiamo (finalmente) un alibi scientifico per la nostra vanità 
Rosalina Salemi