L'autunno è entrato ufficialmente da almeno una quindicina di giorni, meteorologicamente anche da prima, ma evidentemente deve aver installato un inconsueto feeling con l'estate, per cui mi sembra abbiano concordato per una convivenza nei limiti, per cui ognuno ha diritto alle sue libertà. Oggi, come ieri, un affettuoso connubio, fresco, nuvoloso, cupo, nebbioso il mattino, che si è ormai vestito di sole, ha smesso il pullover, inforcato la bicicletta per una gita fuori citta a godere il calore piacevolissimo del mezzogiorno e del primo pomeriggio. La natura si colora piano piano, il verde spadroneggia ancora ; soltante folate di vento cattivo strattonano gli alberi per indurli a spogliarsi del loro manto. Forse le rondini non vengono più da noi, oppure quelle poche che amano ancora il nostro paese, non hanno deciso di partire. Non ho visto formarsi ancora nessun stormo di migratori e nemmeno li ho visti solcare il cielo. E tra la gente ricorre il solito discorso sul tempo... che è matto, che è strano, che stagioni così non si ricordano. Ma non è vero,nei miei ricordi di bambina esistevano già e, tra noi,signore attempate che ci conosciamo da tempo, per essere sempre vissute in questa cittadina ormai multietnica, mentre un tempo era una piccola bomboniera di Limoges, circola ancora una storiella che si affaccia alla mia mente proprio ora. Si racconta di un ricco signore fossanese, persona seria e laboriosa, che faceva due volte al giorno lunghe passeggiate nei viali e giardini, con qualsiasi tempo, per smaltire fatiche e preoccupazioni, solo con se stesso e molto impegnato. Non cercava distrazioni nelle passeggiate, ma rispondeva a malapena ai saluti dei passanti. Alcuni coraggiosi gli rivolgevano questa domanda:" Che diau, cumendatur, a porta tut l'an la caplina 'd paja s' la testa? A l'è pà la stagiun 'd la pajietta!" e lui sempre rispondeva, sempre la solita frase diventata famosa:" Se 'l temp a l'è mat, mi lu sun nen!" Questa piccola ilarità per fare una semplice riflessione, al di là degli studi scientifici,che ci parlano di grandi mutazioni climatiche ,avvenute nel tempo della terra, e di quanti ancora saranno i cambiamenti sia naturali ,che causati dalla vita dell'uomo su questo pianeta, da che momdo è mondo l'uomo si è sempre lamentato del tempo, che mai rispondeva alle sue speranze ed aspettative. In fondo siamo qui, viviamo da sempre in balia di eventi inaspettati e non solo climatici. (Ps: traduzione del corsivo. Come mai commendatore porta tutto l'anno il cappello di paglia? Non è stagione della paglietta?___ Se il tempo è matto, io no!)