Sentimentalmente

Anziani e disabilità: al via il Progetto SPRINTT.


Uno studio coordinato dal reparto di geriatria del Gemelli.Si tratta di una sperimentazione che coinvolge 1500 ultrasettantenni e 80 ricercatori di 11 paesi europei diversi. L'obiettivo è quello di rallentare l'insorgere di sarcopenia, la condizione di fragilità che porta alla perdita dell'autosufficienza- La vecchiaia è una condizione che gli uomini un po' avanti con gli anni finiscono col temere: spesso significa perdita dell'autosufficienza, dolori articolari, declino cognitivo e grave depressione prima del naturale, biologico termine dell'esistenza. Ciò nonostante, esiste modo e modo di invecchiare: la disabilità non rappresenta un passaggio obbligato e necessario, ma al contrario un qualcosa di spesso evitabile grazie ad alcuni piccoli accorgimenti. A questo scopo sta per avere inizio il Progetto SPRINTT, acronimo inglese la cui traduzione italiana suona come «Strategie Multidisciplinari contro la Sarcopenia nelle Persone Anziane»: una sperimentazione che per la prima volta non si occuperà della malattia, bensì dell'invecchiamento, più in particolare di come contrastarlo e rallentarlo. Tale studio vedrà il coinvolgimento di 1500 soggetti volontari al di sopra dei 70 anni, ben ottanta ricercatori di 11 paesi europei diversi per un finanziamento pubblico e privato totale di 50 milioni di euro stanziati da IMI, Innovative Medicines Initiative, iniziativa promossa dalla Commissione Europea. Capofila del progetto è il dottor Roberto Bernabei, direttore del reparto di geriatria del Policlinico Gemelli, che per cominciare ha svelato la soglia discriminante che divide le persone anziane in buona salute da quelle più a rischio disabilità: sono 400 metri, da percorrere in un quarto d'ora senza l'aiuto di alcun sostegno o l'appoggio di alcun braccio. Coloro che non riescono a superare questo test sono affetti da una condizione conosciuta come sarcopenia: si tratta di quella fragilità che appunto aumenta il rischio di un individuo di maturare una qualche forma di disabilità e di perdita dell'autosufficienza. Per questo motivo, il Progetto SPRINTT si propone di studiare le modalità di intervento volte a sovvertire il declino fisico e mentale direttamente conseguente alle condizioni di sarcopenia. I 1500 volontari ultrasettantenni verranno divisi in due gruppi: un primo campione si sottoporrà a sessioni piuttosto pesanti di esercizi fisici, cinque a settimana, oltre ad osservare una dieta rigidamente controllata. Le loro condizioni verranno monitorate continuamente dai ricercatori del progetto, mentre per quel che concerne i membri del secondo gruppo seguiranno uno stile di vita morigerato ma senza la supervisione dei medici. Il lasso di tempo d'osservazione si protrarrà per due anni, periodo in cui gli scienziati del Progetto SPRINTT valuteranno la capacità di deambulazione, di autonomia, di non ammalarsi frequentemente dei soggetti: l'obiettivo, come menzionato in precedenza, non è tanto quello di studiare l'organismo anziano dal punto di vista delle malattie di cui soffre, bensì da quello dei danni che provocano. Allo stesso tempo, verrà valutata l'efficacia degli esercizi fisici nel rallentare l'invecchiamento, sottoponendo al contempo i volontari a continui prelievi del sangue di modo da scoprire possibili biomarcatori in grado di evidenziare la sarcopenia.