Sentimentalmente

Come profumavano le caldarroste !!!


 Una domenica  pomeriggio della prima decade d’ottobre, qualche anno fa, non pochissimi, non tanti.  Il profumo delle caldarroste sotto i portici in centro.  Lo aspiro e penso che è un profumo antico, questo misto di fumo, di dolce, un profumo caldo come il calore del cartoccio con le castagne fumanti tra le mani infreddolite. Forse, proprio in quest’angolo, aleggiava anche più di un secolo fa, quest’odore che riesce a vincere la puzza dei gas di scarico degli autobus e delle troppe auto che arrotano il cuore della città. Lo aspiro  e per un attimo, lungo la strada vedo passare carrozze ,cavalli e velocipedi e sento un suono diverso da quello provocato dall’incessante traffico , un suono  morbido,  allegro, la realtà attorno a me cambia, persino i palazzi,i negozi assumono vesti d'altri tempi.  Inebriata da questo fumo profumato di buono dimentico che, nell’angolo diametralmente opposto, da anni c’è un MacDonald,  e che più avanti, sulla sinistra,  un negozio di abbigliamento. In quel posto c'era una delle più grandi e fornite librerie della città, dove compravo i libri per la scuola, dove intrattenersi con altri lettori ,intenti a sfogliare e leggere quà e là  le novità, era un piacevole momento di scambio di opinioni e consigli .Per un attimo non vedo più uomini, donne, ragazzi, con l’orecchio incollato al cellulare, ignari di tutto, se non di loro stessi.  Continuo a camminare , il profumo si allontana: la magia se ne è andata. Attraverso la strada .I tavolini sotto il gazebo  del MacDonald sono pieni di giovani e meno giovani che mangiano cose che hanno lo stesso sapore in tutti i MacDonald  del mondo. Un ragazzo cammina, parla al cellulare, mi urta e neppure se ne accorge. I negozi  hanno insegne che si trovano in tutto il pianeta ,e nella strada ancora auto e motorini ,poche biciclette, ma  questo è un  mezzo pericoloso nel traffico della città. Arriva subito l'autobus che deve condurmi alla mia cittadina. Salgo, oblitero il biglietto. I posti sono tutti occupati, anche quelli riservati ad anziani, portatori di handicap, ecc., come recita il cartello ben visibile al lato dei sedili. Occupati da ragazzi e ragazze.  Cercando di tenermi in equilibro tolgo dalla borsa il mio immancabile compagno di viaggio, un libro. Cerco il punto in cui mi ero interrotta. Mi immergo nella lettura  di un romanzo di Maurizio de Giovanni. E di nuovo, tutto attorno a me sparisce e mi trovo a Napoli, negli anni trenta, in compagnia del commissario Ricciardi e dei suoi fantasmi. Altra vita, altri tempi ed io ci sono lì, in mezzo a loro... Per poco non  scendo  alla mia fermata.Francesco Guccini: Eskimo (oppure allora si era solo noi non c’ entra o meno quella gioventù: di discussioni, caroselli, eroi quel ch’è rimasto dimmelo un po’ tu…)