Sentimentalmente

About us... piccolo collage di massime...


 Ci guardiamo dentro, a volte, in momenti di ricerca, di smarrimento, cerchiamo in  noi  risposte a nostri comportamenti,e sempre torniamo da questa introspezione delusi, scontenti, insoddisfatti, in fondo non riusciamo mai a convincerci che ci conosciamo bene.
 Infatti l’imperativo  scritto sul tempio di Apollo a Delfi, attribuito ai Sette Savi, è “Conosci te stesso”, e il detto del  loro contemporaneo Lao Tzu: “ Chi conosce gli altri è saggio ;/ Chi conosce se stesso è illuminato”. Il Cervantes nel Chisciotte ci ricorda che “Conoscere bene te stesso è la conoscenza più difficile che possa immaginarsi”.  Va ancora oltre H.D. Thoreau: “Osservare se stessi è difficile quanto guardare indietro senza voltarsi”.   In fondo Luigi Pirandello  scrive in una delle sue novelle: “Ciò che conosciamo di noi è però solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa”.  André Gide così commenta: “Conosci te stesso. Massima tanto perniciosa quanto brutta. Chiunque si osservi arresta il proprio sviluppo. Il bruco che cercasse di «conoscersi bene» non diventerebbe mai farfalla”. Qualcuno cerca la conoscenza di sé con domande sofferte e risposte sofferenti  come il poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez: “Che solo mi ascolti io di dentro”; poi c’è chi continua a vivere ignorando chi veramente sia, come spiega Joseph Conrad in Lord Jim: “È mia convinzione che nessuno capisca fino in fondo gli elaborati stratagemmi ai quali ricorre per evitare l'ombra sinistra della conoscenza di sé”.  E naturalmente c’è chi scende a compromessi, come racconta Fëdor Dostoevskij nelle Memorie del sottosuolo: “Un uomo evoluto e perbene non può essere vanitoso senza essere illimitatamente esigente verso sé stesso e senza disprezzarsi in certi momenti fino all'odio”. I santi , invece, tranquilli  osservano : “E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri, e non pensano a se stessi” dice Sant’Agostino nelle Confessioni.In conclusione, “Ciascuno di noi è quello che le sue vicende hanno creato”, come ci rammenta Umberto Eco nell’Isola del giorno prima, mentre saggiamente   Seneca scriveva all’amico Lucilio: “Mi chiedi qual è stato il mio progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso”.Anche perché “Le ferite che ci si fa da se stessi guariscono male”, come diceva Sakespeare in una sua tragedia.