Sentimentalmente

Il rimo musicale aiuta nella grammatica...


 Uno studio condotto presso il Vanderbilt Kennedy Center ha rivelato che i bambini con un buon ritmo musicale hanno migliori abilità grammaticali. 
  La lingua parlata ha una sua musicalità:saper dare la giusta cadenza alle frasi, saper organizzare i pensieri in modo armonioso dà maggiori probabilità di ascolto; quando si costruisce un discorso la  mente si impegna a ordinare i suoni  unendoli fra di loro perchè il discorso abbia una maggiore fluidità. Chi, per abitudine, legge ad alta voce e, di conseguenza, si ascolta impara a distinguere  quasi  subito, dopo un po’ di esercizio, un discorso che fila e non fa una grinza, da uno contorto; la sensibilità  al ritmo ,dunque, aiuta nella costruzione di un discorso armonioso.Partendo da questi presupposti alcuni ricercatori del Vanderbilt Kennedy Center di Nashville hanno pensato di servirsi della musica per allestire un interessante studio scientifico: hanno selezionato 25 bambini di 6 anni e li hanno sottoposti a una serie di test.  I bambini, inizialmente, sono stati invitati ad ascoltare due brani musicali e hanno dovuto dire se i brani fossero uguali o diversi fra di loro; successivamente  è stato loro chiesto di riconoscere l’eventuale presenza dei brani precedenti in una sigla di un cartone animato.I ricercatori a questo punto, sono passati alla fase due del loro lavoro: ai bambini sono stati  mostrati alcuni oggetti e fotografie e hanno dovuto  rispondere ad alcune domande, che hanno permesso agli studiosi di valutarne le capacità linguistiche; le domande erano specifiche, per esempio, per valutare come sapevano usare i tempi verbali in riferimento agli oggetti o alle foto.Analizzando  tutti questi dati  si è capito che i bambini più bravi nel riconoscere il  ritmo musicale erano anche quelli con maggiori competenze grammaticali. E questo, indipendentemente ,dal  quoziente intellettivo, dallo stato socio-economico e dalle conoscenze musicali pregresse .Questo studio  potrebbe allora diventare spunto di interessanti prospettive perché apre a nuovi scenari, ovvero come applicare le conoscenze musicali e sfruttarle per creare strumenti di apprendimento, che possano facilitare la conoscenza e il corretto uso della grammatica nei bambini, che presentano disabilità linguistiche.Uno studio condotto presso il Vanderbilt Kennedy Center ha rivelato che i bambini con un buon ritmo musicale hanno migliori abilità grammaticali La lingua parlata ha una sua musicalità:saper dare la giusta cadenza alle frasi, saper organizzare i pensieri in modo armonioso dà maggiori probabilità di ascolto; quando si costruisce un discorso la  mente si impegna a ordinare i suoni  unendoli fra di loro perchè il discorso abbia una maggiore fluidità. Chi, per abitudine, legge ad alta voce e, di conseguenza, si ascolta impara a distinguere  quasi  subito, dopo un po’ di esercizio, un discorso che fila e non fa una grinza, da uno contorto; la sensibilità  al ritmo ,dunque, aiuta nella costruzione di un discorso armonioso.Partendo da questi presupposti alcuni ricercatori del Vanderbilt Kennedy Center di Nashville hanno pensato di servirsi della musica per allestire un interessante studio scientifico: hanno selezionato 25 bambini di 6 anni e li hanno sottoposti a una serie di test.  I bambini, inizialmente, sono stati invitati ad ascoltare due brani musicali e hanno dovuto dire se i brani fossero uguali o diversi fra di loro; successivamente  è stato loro chiesto di riconoscere l’eventuale presenza dei brani precedenti in una sigla di un cartone animato.I ricercatori a questo punto, sono passati alla fase due del loro lavoro: ai bambini sono stati  mostrati alcuni oggetti e fotografie e hanno dovuto  rispondere ad alcune domande che hanno permesso agli studiosi di valutarne le capacità linguistiche; le domande erano specifiche, per esempio, per valutare come sapevano usare i tempi verbali in riferimento agli oggetti o alle foto.Analizzando  tutti questi dati  si è capito che, i bambini più bravi nel riconoscere il  ritmo musicale erano anche quelli con maggiori competenze grammaticali. E questo indipendentemente dal  quoziente intellettivo, dallo stato socio-economico e dalle conoscenze musicali pregresse .Questo studio  potrebbe allora diventare spunto di interessanti prospettive perché apre a nuovi scenari ovvero come applicare le conoscenze musicali e sfruttarle per creare strumenti di apprendimento che possano facilitare la conoscenza e il corretto uso della grammatica nei bambini che presentano disabilità linguistiche.Uno studio condotto presso il Vanderbilt Kennedy Center ha rivelato che i bambini con un buon ritmo musicale hanno migliori abilità grammaticali La lingua parlata ha una sua musicalità:saper dare la giusta cadenza alle frasi, saper organizzare i pensieri in modo armonioso dà maggiori probabilità di ascolto; quando si costruisce un discorso la  mente si impegna a ordinare i suoni  unendoli fra di loro perchè il discorso abbia una maggiore fluidità. Chi, per abitudine, legge ad alta voce e, di conseguenza, si ascolta impara a distinguere  quasi  subito, dopo un po’ di esercizio, un discorso che fila e non fa una grinza, da uno contorto; la sensibilità  al ritmo ,dunque, aiuta nella costruzione di un discorso armonioso.Partendo da questi presupposti alcuni ricercatori del Vanderbilt Kennedy Center di Nashville hanno pensato di servirsi della musica per allestire un interessante studio scientifico: hanno selezionato 25 bambini di 6 anni e li hanno sottoposti a una serie di test.  I bambini, inizialmente, sono stati invitati ad ascoltare due brani musicali e hanno dovuto dire se i brani fossero uguali o diversi fra di loro; successivamente  è stato loro chiesto di riconoscere l’eventuale presenza dei brani precedenti in una sigla di un cartone animato.I ricercatori a questo punto, sono passati alla fase due del loro lavoro: ai bambini sono stati  mostrati alcuni oggetti e fotografie e hanno dovuto  rispondere ad alcune domande che hanno permesso agli studiosi di valutarne le capacità linguistiche; le domande erano specifiche, per esempio, per valutare come sapevano usare i tempi verbali in riferimento agli oggetti o alle foto.Analizzando  tutti questi dati  si è capito che, i bambini più bravi nel riconoscere il  ritmo musicale erano anche quelli con maggiori competenze grammaticali. E questo indipendentemente dal  quoziente intellettivo, dallo stato socio-economico e dalle conoscenze musicali pregresse .Questo studio  potrebbe allora diventare spunto di interessanti prospettive perché apre a nuovi scenari ovvero come applicare le conoscenze musicali e sfruttarle per creare strumenti di apprendimento che possano facilitare la conoscenza e il corretto uso della grammatica nei bambini che presentano disabilità linguistiche. Fonte : Reyna L. Gordon et al. Musical rhythm discrimination explains individual differences in grammar skills in children.