Sentimentalmente

Parliamo l'italiano...bene!


 Aprire la Stampa e trovare il buongiorno da   Massimo  Gramellini col suo articolo sulla nostra bellissima lingua è stato un regalo, apprezzato doppiamente perchè scritto da un giornalista che ha tutto quelllo che serve  per essere un grande e non solo come giornalista, ma come scrittore quindi abilità linguistica, descrittiva, intuitiva, emozionale e coinvolgente . Finalmente qualcuno si è accorto che è necessario riportare l'attenzione  sull'italiano ed a comprendere questo devono essere le persone  preposte a comunicare con  i cittadini, i lettori, gli studenti , i radioteleascoltatori ed anche la gente comune, che si muove nelle città. Eccovi il suo Buongiorno di oggi. Dillo in italiano  Se anche voi non sopportate chi in ufficio si dà la mission di proporre uno step che esalti il brand e individui una location dove briffare i competitor. Se anche voi, ogni volta che al telegiornale qualche politico affamato di poltrone denuncia problemi di governance, vi monta un tale prurito alle dita che avreste voglia di killarlo, ma vi limitate a schiacciare il tasto del telecomando come se fosse un ragno. Se anche voi pensate che quando qualcuno non sa cosa dire lo dice in inglese, specie se non sa neppure l’inglese, allora vi suggerisco di leggere e firmare la petizione all’Accademia della Crusca lanciata su  "Internazionale"da Anna Maria Testa e rintracciabile ai seguenti indirizzi: Change.org e #dilloinitaliano.  Nell’aderirvi entusiasticamente col maestro e collega di corsivi Michele Serra di  "Repubblica" si è pensato di allargare il campo di battaglia a un’altra e forse speculare deformazione del linguaggio. L’abuso di romanesco che ci viene inflitto ogni giorno in televisione, specie e purtroppo sui canali del servizio pubblico. Nelle fiction, come nei programmi di intrattenimento e di giornalismo, sembra diventato indispensabile ostentare una cadenza strascicata che della lingua immortale di Trilussa conserva soltanto la buccia, mentre la polpa è ridotta a uno sciatto e arrogante balbettio, spesso incomprensibile oltre la cerchia dei sette colli. L’invito a politici, attori e commentatori che vivono in quella splendida location è di compiere uno sforzo di umiltà a beneficio di noi provinciali. C’è di sicuro una parola italiana per dire location. Ma ce ne deve essere una persino per dire annamo.