Il logogramma @ è universale. A fare linguisticamente il punto ha provveduto, per i tipi di Castelvecchi, l'italianista Massimo Arcangeli, con un librino divertente intitolato Biografia di una chiocciola. Storia confidenziale di @ (pagg. 116, euro 16,50). La storia della chiocciola, iniziata nel medioevo e non ancora finita. Si sta parlando di uno svolazzo che incontriamo, tutti i giorni: «@». Sì la chiocciola che indica a chi è indirizzata una e-mail o che nei social network, preposta al nome, indica a chi è indirizzato un tweet o un particolare messaggio. I giovani , che la conoscono da ora, forse non sanno che era un segno di uso commerciale e si trovava già sulle vecchie macchine da scrivere, ora abbandonte, polverose in qualche sgabuzzino .Lì la trovò l'uomo che - senza immaginare che sarebbe diventata uno dei simboli più utilizzati nel pianeta - l'ha adottata: Ray Tomlinson, ingegnere elettronico americano di origine olandese. La vide su una vecchia telescrivente ASR-33. Era sulle tastiere da tanto, se ne trova traccia persino su una vecchia macchina da scrivere Caligraph III del 1882 (dove aveva un tasto tutto suo). Ma non aveva avuto grande successo, anzi. Solo che Tomlinson stava sviluppando nuove applicazioni per Arpanet, l'embrione di Internet, e nel novembre del 1971 mandò la prima mail... E inserì la «@» per distinguere la posta elettronica interna a un certo programma (che ne è priva) dalla posta elettronica che andava spedita a qualcuno che si appoggiava «presso» un altro programma.
La "chiocciola", lentissimamente, ha conquistato il mondo ...
Il logogramma @ è universale. A fare linguisticamente il punto ha provveduto, per i tipi di Castelvecchi, l'italianista Massimo Arcangeli, con un librino divertente intitolato Biografia di una chiocciola. Storia confidenziale di @ (pagg. 116, euro 16,50). La storia della chiocciola, iniziata nel medioevo e non ancora finita. Si sta parlando di uno svolazzo che incontriamo, tutti i giorni: «@». Sì la chiocciola che indica a chi è indirizzata una e-mail o che nei social network, preposta al nome, indica a chi è indirizzato un tweet o un particolare messaggio. I giovani , che la conoscono da ora, forse non sanno che era un segno di uso commerciale e si trovava già sulle vecchie macchine da scrivere, ora abbandonte, polverose in qualche sgabuzzino .Lì la trovò l'uomo che - senza immaginare che sarebbe diventata uno dei simboli più utilizzati nel pianeta - l'ha adottata: Ray Tomlinson, ingegnere elettronico americano di origine olandese. La vide su una vecchia telescrivente ASR-33. Era sulle tastiere da tanto, se ne trova traccia persino su una vecchia macchina da scrivere Caligraph III del 1882 (dove aveva un tasto tutto suo). Ma non aveva avuto grande successo, anzi. Solo che Tomlinson stava sviluppando nuove applicazioni per Arpanet, l'embrione di Internet, e nel novembre del 1971 mandò la prima mail... E inserì la «@» per distinguere la posta elettronica interna a un certo programma (che ne è priva) dalla posta elettronica che andava spedita a qualcuno che si appoggiava «presso» un altro programma.