Sentimentalmente

The straight photography.


 I grandi geni sono coloro che hanno mantenuto il loro spirito infantile ed a questo hanno affiancato ampiezza di vedute ed esperienza.Alfred StieglitzSiamo tra la fine dell'800 ed i primi del '900, in pieno Pittorialismo: la fotografia non era concepita come possibile forma d’arte, ma era solo il frutto di un processo chimico-meccanico senza alcuna anima.I fotografi dell’epoca cercavano di rendere i loro scatti quanto più vicino possibile ad una tela, realizzavano immagini che sembravano quasi un ibrido tra pittura e fotografia.E’ facile vedere magnifici paesaggi o maestosi scorci urbani, ritratti importanti, nudo.E si provano a documentare i grandi eventi.Poi Alfred Stieglitz scatta questa immagine nel 1907: 
 The Steerage, conosciuta in italia  anche come "la terza classe" o "il ponte di terza classe".E’ considerato il suo scatto più importante e su questa foto sono stati scritti fiumi di parole.Stieglitz non era un documentarista: i concetti  "dove"e "quando", cari ai reporter, per lui avevano un valore limitato ,come non era ossessionato dalla ricerca della verità.Per Stieglitz la verità è piuttosto  equilibrio,  correttezza,  armonia all’interno di una immagine: in altre parole per lui la verità era un concetto puramente estetico. Tuttavia preferisco un’altra sua foto: The Terminal, addirittura precedente a The Steerge. 
I cavalli di ritorno da una corsa da Harlem, sudati e caldi, dalla cui pelle evapora il sudore in una fredda giornata invernale. Impossibile non innamorarsi di questa foto.The Terminal è di fatto la prima immagine di "straight photography": questa nuova fotografia avrebbe preso come suo oggetto gli aspetti quotidiani della vita urbana moderna, utilizzando tecniche uniche.The Terminal è la prima foto di strada (anche se The Steerage ha innescato una nuova sensibilità in altri fotografi che sono poi diventati grandi). A proposito di questa foto Stieglitz scrisse :"Per terra c’era la neve. Un cocchiere in impermeabile dava da bere ai suoi cavalli fumanti. Sembrava ci fosse qualcosa di strettamente legato ad un sentimento profondo . Decisi allora di fotografare ciò che c’era dentro di me. I cavalli che fumavano e la solitudine che provavo nel mio Paese. Ho pensato alla fortuna che avevano quei cavalli ad avere almeno un uomo che gli dava da bere. Ed era la solitudine ad avermi fatto vedere quell’uomo"