Sentimentalmente

Balthus a Roma...


 Ho ascoltato oggi un'intervista a Sestuko  Ideta,la giapponese che Balthus sposò giovanissima alla fine degli anni '50 e che lo accompagnò nel suo percorso di vita ed artistico fino alla fine dei suoi giorni.  Ricordando l'evento ,che è in corso a Roma e durerà fino a gennaio, ha parlato di lui come uomo, di grande artista, personaggio di grande cultura ed appassionato di bellezza e raffinatezza.    Parlando del suo amore per i gatti,infatti ne dipinse moltissimi, raccontava come egli stesso pensasse di essere stato un gatto, in una vita precedente, e di averne conservato l'odore.  Per questo  attirava gatte femmine al suo passaggio nei vicoli, per questo li amava moltissimo e condivideva la tavola  con uno dei suoi preferiti. Vissero a Roma per 16 anni; lui direttore artistico dell'Accademia di  Francia a Villa  Medici, lei sua musa ispiratrice ,condividendo la storia culturale di lui che era stata eccezionale, tra grandi maestri come  Rilke e Artaud. La loro casa, villa  Medici, che contribuì a restaurare ,era sempre piena di artisti, di uomini di cultura e di cinema ,da  Fellini a Visconti, Antonioni, Zeffirelli, la  Cavani. Chi li ha conosciuti ricorda lo spettacolo dei loro Kimoni  intonarsi coi colori di Roma, città così bella e distratta da  sembrare  un sogno di  Fellini dove nulla oggi assomiglia più a quel pezzo di vita trasandata ma intensa.Di lei  ha detto che lui l’aveva come dipinta. "L’ho incontrato quando avevo vent’anni, sono cresciuta attraverso di lui, ho riscoperto la vera importanza del mio Paese di origine, ho trovato la mia strada nella pittura. Quando Balthus dipingeva, la sua mano reggeva il pennello accarezzando la tela con immensa tenerezza; allo stesso modo ha accarezzato la mia vita dipingendola su una tela invisibile . 
 Sono circa duecento le opere che raccontano lavoro, ricerca e ispirazione di Balthus nella grande mostra a lui dedicata fino al 31 gennaio in due sedi, alle Scuderie del Quirinale e a Villa  Medici .
A cominciare dalla sua prima opera significativa, La Rue del 1933, che lui stesso definì “manifesto di un atteggiamento plastico”. Il confronto tra le opere evidenzia la vocazione dell'artista impegnato in una personale, ma silenziosa battaglia tanto all'Accademismo che al Surrealismo.Geometrie dello spazio, il mondo dell'infanzia , un erotismo marcato che osserva la bellezza preadolescenziale nei suoi momenti di distratto abbandono.
  Innamorato del Rinascimento toscano e in particolare di Piero della Francesca, scoperti in occasione di un primo viaggio in Italia, nel 1926, Balthus  crea le sue composizioni con un pensiero figurativo e una chiarezza logica ereditati dalla cultura artistica italiana, imitandone anche i colori.