Sentimentalmente

Lunedì... donne assenteiste... perchè?


Sarebbe facile ridacchiare dei dati Inps sulla tendenza dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici ad ammalarsi di lunedì. Facile, ma fallace. Si tratta infatti di una mera questione di percentuali: il lunedì raccoglie anche i caduti del week-end e quindi vale per tre. Allo stesso modo è naturale che le donne siano più cagionevoli degli uomini nella pubblica amministrazione, dove sono molto più numerose. Eppure mi piace pensare che questi numeri freddi e in fondo scontati aprano comunque uno squarcio sulla vita delle famiglie italiane durante il fine settimana. Allorché il maschio tenta con alterno successo di mimetizzarsi con la tappezzeria del salotto o fa perdere le sue tracce all’ora delle commissioni per ripresentarsi all’inizio del posticipo di campionato. Naturalmente è un luogo comune anche questo, però non del tutto. Gli uomini che si prendono cura delle faccende domestiche e dei figli sono in vertiginoso aumento rispetto agli anni della mia giovinezza, quando il massimo contributo del capofamiglia al ménage familiare consisteva nello scendere in cantina a prendere il vino. Ma la parità completa non è stata ancora raggiunta e, tra il sabato e la domenica, la lavoratrice accumula un vasto catalogo di lavoretti part time: cuoca, sarta, fachiro da supermercato, accompagnatrice di anziani, intrattenitrice di bambini urlanti, recuperatrice di adolescenti dispersi a una festa. È comprensibile che la malattia sia l’unica via di fuga che le resta. Per riposarsi finalmente un po’.  
Massimo Gramellini