Sentimentalmente

Epoca Vittoriana... si moriva anche di eleganza


Dai film ai romanzi alla serie tv cult, come Penny Dreadful, l'epoca vittoriana ha ispirato spesso l'immaginazione di molti scrittori e anche la moda . La prima ad indossare un abito bianco per sposarsi fu proprio la Regina Vittoria (che regnò dal 1837 al 1901). Ma la bellezza  barocca degli abiti vittoriani nascondeva molti pericoli. E di eleganza si poteva anche morire… Un esempio? Le crinoline, ovvero le sottogonne rigide che sostenevano le gonne, causavano spesso incidenti . Ingombranti e scomode, si impigliavano spesso dovunque.
Uno dei colori più alla moda era il verde e  veniva usato non solo per gli abiti, ma anche su molti oggetti di uso comune. Peccato che per crearlo si usasse una miscela di potassio e arsenico, velenosissima: nel 1860, un rapporto commissionato dalla Ladies’ Sanitary Association scoprì che  in un solo cappello c'era arsenico sufficiente per avvelenare 20 persone. Secondo il British Medical Journal una donna dell'epoca "aveva sulla gonna veleno sufficiente per uccidere tutti gli ammiratori che avesse incontrato in una mezza dozzina di sale da ballo".
Nessun uomo di classe agiata usciva senza il suo cappello. Peccato che molti di essi fossero realizzati con il mercurio, molto pericoloso,  che in caso di avvelenamento può provocare una serie di effetti sulla salute come convulsioni, crampi addominali, tremore, paralisi, problemi riproduttivi... Questi effetti si conoscevano, ma veniva usato ugualmente perchè più economico nel trattamento dei tessuti e pelli di animali. 
   Le donne della ricca borghesia vittoriana si sottoponevano a lunghe sedute di trucco per accentuare il proprio pallore. Tra i belletti utilizzati  si usavano cosmetici a base di piombo, che potevano provocare anche paralisi e disturbi nervosi.  L'abbronzatura era prerogativa del popolo, in quanto lavorava al sole ed all'aria aperta.
Se oggi ci lamentiamo dell'igiene delle grandi città, all'epoca vittoriana avremmo dovuto fare i conti col fango e gli escrementi per le strade, che finivano per attaccarsi alle lunghe gonne delle signore, portando batteri e germi nelle case. Non solo: a confezionare gli abiti erano spesso sartine e operai che vivevano in condizioni di estremo degrado, a volte anche con malati infettivi in casa..
Il cotone bianco così popolare nel 19esimo secolo era pericoloso sia per chi lo produceva (gli schiavi), sia per chi lo indossava perché era altamente infiammabile. Nella sua versione più elegante, il tulle prendeva fuoco rapidamente.  E in un'epoca in cui ci si faceva luce con le candele, il fuoco era un elemento assai presente nella vita di tutti i giorni.
 I cappelli delle donne erano spesso addobbati con piccoli uccelli imbalsamati. A parte la strage di volatili in nome della moda, la prassi dell'imbalsamazione prevedeva all'epoca un copioso uso di arsenico e altri prodotti velenosi. Finché nel 1887, alcuni esperti di moda iniziarono a criticare lo stile ferale dei copricapi con uccelli e se ne videro sempre meno. Ma prima di finire negli sgabuzzini dei negozi fecero molte vittime inconsapevoli.