Sentimentalmente

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C'era una volta, un punto interrogativo.Era molto grazioso e, come tutti i punti interrogativi, aveva l'aria molto intelligente.Da un po' di tempo, però, girava per il paese sconsolato, amareggiato, deluso e depresso.Apparentemente, nessuno lo voleva più! Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:il punto esclamativo!Tutti gridavano: "Avanti! Fermi! Muoviti! Togliti dai piedi!". Il "punto esclamativo" è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo. Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il "punto interrogativo" si sentiva un re, non c'era più nessuno che chiedeva: "Come stai?"; sostituito da: "Ehilà!".Non c'era più nessuno che fermava l'auto, abbassava il finestrino e chiedeva: "Per favore, vado bene per Bergamo?". Ora, usavano tutti il "navigatore satellitare", che impartisce gli ordini con decisione: "Alla prima uscita, svoltare a destra!". Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia. I bambini hanno sempre amato i punti interrogativi. Ma, anche là, trovò un padre ed un figlio adolescente, che duellavano tutto il giorno, con i punti esclamativi..."Non mi ascolti mai!"."Non m'importa che cosa pensi! Qui comando io!"."Basta! Me ne vado per sempre!".Alla fine, il padre era spossato e deluso; il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.E soffrivano, perché non c'è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.Il punto interrogativo si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione... Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro, ma dalla sua bocca uscì un: "Che ne pensi?", che stupì anche lui.Il figlio tacque, sorpreso. "Davvero lo vuoi sapere, papà?". Il padre annuì. Parlarono.Alla fine, dissero quasi all'unisono: "Mi vuoi ancora bene?".Il "punto interrogativo", felice, faceva le capriole sopra il lampadario!