Sentimentalmente

George Orwell "1984"... fu distopia?


 "La guerra moderna non è volta alla distuzione del nemico.  Lo scopo principale è di consumare i prodotti dell'industria senza migliorare il livello di vita.  Una società organizzata su basi gerarchiche è possibile solo sul fondamento della povertà e dell'ignoranza. I beni devono essere prodotti, ma non devono essere distribuiti. L'unico modo per raggiungere questo risultato è di mantenersi perpetuamente in guerra.- George Orwell "1984"
Ricordo quando lessi Orwell "1984" nei lontani  anni '50, dopo la fine  della guerra, in pieno periodo di ricostruzione.  Allora bastava aver voglia di lavorare, dedicarsi con entusiamo al progetto per vedere realizzare i propri sogni, quando i soldi del Piano  Marshall permisero agli italiani, sconfitti, con una moneta che non valeva più nulla, conti correnti azzerati, di rialzare la testa ed arrivare in pochi anni ad avere una Lira talmente forte da essere considerata la miglior moneta dell'anno, peccato che non ricordi con precisione in quale anno, ma allora era tutto talmente facile, eravamo felici, ci pareva che quel periodo sarebbe durato in eterno. Allora lessi questo romanzo, dopo  " La fattoria degli animali",  che aveva preceduto , allegoricamente, "1984". Quella data era così lontana e quello che descriveva  Orwell, con l'intenzione di criticare il regime sovietico, ci pareva una tale assurda fantasia, che solo una mente distorta potesse immaginare. Il tempo è passato, anche il 1984 ed ahimè, se prendo oggi in mano quel libro, riconosco a noi vecchi ,e poi agli italiani di oggi , la grande capacità di esserci così  bene ambientati in quelle assurdità, che ci privano persino della nostra identità, con la convinzione di vivere liberi in una grande democrazia. "1984" fu considerato uno dei primi romanzi distopici.  Io sono convinta del contrario e  mi piacerebbe sapere come la pensano altre persone. Vi trascrivo, dal vocabolri Treccani il significato di   distopia  per chi non lo conosce.Vocabolario on linedistopìa2 s. f. [comp. di dis-2 e (u)topia]. – Previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi (equivale quindi a utopia negativa): le d. della più recente letteratura fantascientifica.