Sentimentalmente

Ha perso la citta... anche noi ci siamo persi.


Hanno vinto le corsie preferenzialihanno vinto le metropolitanehanno vinto le rotonde e i ponti a quadrifoglio alle uscite autostradali hanno vinto i parcheggi in doppia filaquelli multi-piano, vicino agli aeroporti le tangenziali alle 8 di mattina e i centri commerciali nel fine settimana hanno vinto le corporazioni infiltrate nei consigli comunali i loschi affari dei palazzinarigli alveari umani e le case popolari e i bed & breakfast affittati agli studenti americani hanno vinto i superattici a 3.000 euro al mesele puttane lungo i viali, sulle strade consolari hanno vinto i pendolari ma ha perso la città, ha perso un sogno abbiamo perso il fiato per parlarci ha perso la città, ha perso la comunitàabbiamo perso la voglia di aiutarci. Nananananana Hanno vinto le catene dei negozile insegne luminose sui tetti dei palazzile luci lampeggianti dei semafori di notte i bar che aprono alle sette hanno vinto i ristoranti giapponesiche poi sono cinesi anche se il cibo è giapponese i locali modaioli, frequentati solamente da bellezze tutte uguali le montagne d'immondizia, gli orizzonti verticalile giornate a targhe alterne e le polveri sottilihanno vinto le filiali delle banche, hanno perso i calzolaiE ha perso la città, ha perso un sognoabbiamo perso il fiato per parlarci ha perso la città, ha perso la comunitàabbiamo perso la voglia di aiutarcilailailaila nananananananaQuesto bellissimo brano di  Niccolò Fabi  è un pezzo che ti da la sveglia, se ti capita di ascoltarlo di prima mattina, quando la giornata  è ancora immersa nel dormiveglia ,nella mancanza di entusiasmo, nelle incertezze del giorno che inizia. Allora ascolti e vedi questa realtà che ci  sta travolgendo, senza che ce ne accorgiamo, privandoci ogni giorno di quel qualcosa che dava un senso alla vita. Un tempo era il quartiere che si svegliava, coi suoi rumori e le sue voci sempre uguali, che scandivano anche i minuti di voluta pigrizia sotto le lenzuola.   Ora la città è quel mostro, che dà la sveglia colla frenesia del suo traffico, col tempo che manca sempre, con l'ansia che ti schiaccia il petto fino a notte fonda, dove neanche l'intimità della sera e della notte è goduta appieno, dove ognuno si chiude nei suoi problemi, si affloscia sulle membra stanche, il cellulare tra le mani che continua a tenerti legato al mondo là fuori, che non ci piace, che ci annulla, che ci ha tolto gli sguardi del prossimo, i saluti ,una chiacchierata per avvolgerci nella ragnatela dell'individualismo egoista. Senza renderci conto non solo abbiamo perso la citta come luogo di incontro, di aggregazione, ma  ci siamo disumanizzati per diventare tanti piccoli robot condizionati dalla globalizzazione Abbiamo perso anche noi...