Sentimentalmente

'L gir d'la lingera...


La mia città, Fossano,come tutte le città sorte  a cavallo del dodicesimo e tredicesimo secolo, giace su un piccolo colle, che permise di essere circondata da alte mura. Di queste esistono ancora molte vestigia, alcune ben conservate e restaurate, altre cadute in mani non troppo abili, trasformate in sgorbi moderni, inguardabili, che hanno trasformato il bel centro storico in un' illusione paranoica. Su questi spalti corrono bellissime passeggiate panoramiche, che permettono di spaziare non solo sulla parte bassa borgatina, anch'essa di vecchia data, ma sul bellissimo cerchio delle Alpi, che ,nascendo oltre le colline della stupenda Langa,ci circondano e si mostrano  fino al Monte Rosa, lontano,nelle limpide gionate.Ai tempi della mia infanzia e gioventù una di queste passeggiate era un luogo incantato,col selciato antico rabberciato così così fiancheggiato da alberi secolari, così grandi,che rendevano il luogo talmente ombroso, da essere sempre ventilato e fresco. In estate il giardino di mamme e bambini e la sera il paradiso degli innamorati. Si può immaginare un percorso di circa cinquecento metri con tre, quattro lampade al massimo. Quasi impossibile venir riconosciuti dai pochi passanti. Erano i tempi in cui amarsi, fuori dal matrimonio, era quasi impossibile in una piccola città di provincia." 'L gir d'la lingera" si chiamava , e i fossanesi Doc lo chiamano ancora così.Lingera, in dialetto piemontese nostrano significa persona sfaccendata, perditempo, poco di buono .Quel nome forse gli era capitato perchè frequentato da disoccupati, piccoli malandrini locali e donne leggere nelle ore in cui  la gente per bene non usciva a passeggiare. Ancora oggi si racconta di un signore benestante, che ricordo benissimo, solito passeggiare su questo viale per smaltire pensieri, preoccupazioni ed un continuo malumore verso il mondo intero. Era sempre solo, anche se persona molto nota,non cercava distrazioni nelle passeggiate; rispondeva a malapena ai saluti. Con lui nel racconto ci sono alcuni coraggiosi bontemponi, che di tanto in tanto lo apostrofano:"Che diau, cumendatur, a porta tut l'an la caplina d'paja s'la testa? A l'è pà la stagiun d'la paijetta!" e lui serio aveva sempre la solita risposta:"Se 'l temp l'è mat, mi i lu sun nen!"