Sentimentalmente

Una prigione tutta d'oro...fuori il mondo.


 Merita di essere meditata la descrizione che Albert Camus, scrittore e filosofo franco-algerino, dava di se stesso: "Io non so possedere. Di quel che ho, e che mi viene offerto senza che io l'abbia cercato, non posso conservare nulla. Sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comincia l'eccesso dei beni" 
 Perchè meditare questa frase?Viviamo in un era storica , in cui l'individuo, in moltissimi casi, si sente considerato non per se stesso,per quelle che sono le sue qualità interiori, le sue capacità , i suoi sentimenti, le sue competenze culturali e lavorative. ma per quanto possiede . Troppo spesso sentiamo parlare di qualcuno in questi termini:"Tizio vale 50 milioni, quell'altro 500, quell'altro ancora 1 o più miliardi" . Di fronte a questo ,l 'intelligenza di chiunque dovrebbe ribellarsi, e invece la si condiziona per trovare il modo , qualunque sia, di essere valutati così.  E' giusto, è normale avere una vita decorosa, non soffrire privazioni, godere di un certo benessere,   potersi permettere qualche capriccio, ma che serve  nuotare nella ricchezza esagerata?Quando hai tutto e non hai nemmeno più desideri, non è felicità..e come può essere felicità bruciare denaro per un falò sulla spiaggia? E'il gioco perverso di essere sui giornali, di avere migliaia e migliaia di fans sui social, che cliccano un tuo stupido ballo in un luogo  bellissimo, magari con la schiuma dell'invidia alla bocca.  Aveve ragione Camus a scegliere la libertà della normalità dei piaceri personali  invece della schiavitù della ricchezza, che è in primis il timore costante di perdere tutto e l'impossibilità di  muoversi  come ti pare e piace, con chi  e dove.