Tutti conoscono il genio di Leonardo , che fu illustre studioso e inventore di macchine eccezionali per il XIV secolo, pittore tra i più famosi di tutti i tempi . Di lui basta ricordare "la Gioconda" e "il cenacolo o l'ultima cena", alcuni codici e molti disegni molti famosi. Pochi sanno che si dilettò anche in racconti, favole e persino indovinelli. Vi propongo una sua novella, tra le parecchie che ho letto, che mi è sembrata , tra tante, la più semplice da comprendere (gli albori dell'italiano).Un frate e il mercanteUsano i frati minori, a certi tempi, alcune loro quaresime, nelle quali essi non mangiano carne ne’ lor conventi; ma in viaggio, perché essi vivano di limosine, hanno licenzia di mangiare ciò che è posto loro innanzi. Onde, abbattendosi in detti viaggi una coppia d’essi frati a un’osteria in compagnia d’un certo me[r]cantuolo, il quale, essendo a una medesima mensa, alla quale non fu portato, per la povertà dell’ostieri, altro che un pollastro cotto, onde esso mercantuolo, vedendo questo essere poco per lui, si volse a essi frati, e disse: “Se io ho ben di ricordo, voi non mangiate in tali dì ne’ vostri conventi d’alcuna maniera di carne”. Alle quali parole i frati furono costretti, per la loro regola, sanza altre gavillazioni, a dire ciò essere la verità: onde il mercantetto ebbe il suo desiderio; e così si mangiò essa pollastra, e i frati feciono il meglio poterono.
Leonardo Da Vinci racconta...
Tutti conoscono il genio di Leonardo , che fu illustre studioso e inventore di macchine eccezionali per il XIV secolo, pittore tra i più famosi di tutti i tempi . Di lui basta ricordare "la Gioconda" e "il cenacolo o l'ultima cena", alcuni codici e molti disegni molti famosi. Pochi sanno che si dilettò anche in racconti, favole e persino indovinelli. Vi propongo una sua novella, tra le parecchie che ho letto, che mi è sembrata , tra tante, la più semplice da comprendere (gli albori dell'italiano).Un frate e il mercanteUsano i frati minori, a certi tempi, alcune loro quaresime, nelle quali essi non mangiano carne ne’ lor conventi; ma in viaggio, perché essi vivano di limosine, hanno licenzia di mangiare ciò che è posto loro innanzi. Onde, abbattendosi in detti viaggi una coppia d’essi frati a un’osteria in compagnia d’un certo me[r]cantuolo, il quale, essendo a una medesima mensa, alla quale non fu portato, per la povertà dell’ostieri, altro che un pollastro cotto, onde esso mercantuolo, vedendo questo essere poco per lui, si volse a essi frati, e disse: “Se io ho ben di ricordo, voi non mangiate in tali dì ne’ vostri conventi d’alcuna maniera di carne”. Alle quali parole i frati furono costretti, per la loro regola, sanza altre gavillazioni, a dire ciò essere la verità: onde il mercantetto ebbe il suo desiderio; e così si mangiò essa pollastra, e i frati feciono il meglio poterono.