Sentimentalmente

Un piatto di pasta e un pizzico di magia a volte cambiano la vita.


 Qualche giorno fa un’amica mi ha detto che, vivendo all’estero aveva rivalutato la sua italianità: prima di conoscere davvero un inglese ci vogliono anni, ma ,con un italiano, ti bastano un paio di ore a tavola per sapere tutto ,o quasi ,della sua vita.Allora mi sono ritrovata a pensare a tutte le amicizie e le conoscenze che ho stretto seduta a un tavolo  , davanti a una cena raffinata o a una spaghettata fatta alla buona , e mi sono resa conto che sono parecchie, più di quante mi aspettassi."Una buona cena è molto importante per una buona conversazione", diceva Virginia Woolf, e ripensando i pranzi di Natale ,e non solo ,della mia infanzia mi rendo conto che è vero ;continuava per ore, una portata dietro l’altra, da un argomento al successivo. E quando ci si alzava, ci si alzava sazi, tanto di cibo quanto di parole, e con la piacevole sensazione di non essere rimasti seduti a lungo, ma di aver vagato altrove: forse in Francia con i vol-au-vent e i pâté, nella calda Grecia con il tzatziki, più a nord con i canerdeli; ugualmente, nell’assaggiare una polenta calda con il latte freddo o un risotto con gli ossibuchi, si aveva la vaga impressione di aver scavato a fondo e di aver ritrovato le proprie radici culinarie.E la cucina! La cucina è un luogo magico dove le pentole borbottano e i mestoli tintinnano, dove gli antichi aromi delle spezie si mescolano in nuove ricette per sfornare pietanze spolverate con l'emozioni di chi le crea.Per questo, cucinare con qualcuno si crea conoscenza: perché il cibo è un po'  come scrivere ,dove ognuno mette sempre  qualcosa di se stesso; insieme a un ingrediente si aggiunge anche un pizzico di noi. C'è chi propone una ricetta vecchia di generazioni, chi le ricette  non le segue mai secondo le regole. Sedersi a tavola non significa mai solo mangiare. Perché una cena non è mai solo una cena.Perché l’uno e l’altra sono sempre soprattutto una scoperta.