Sentimentalmente

Vermeer e i pittori a lui vicini...appendice al post precedente.


 Osservando le affascinanti opere di Vermeer e di altri pittori della stessa epoca ed area (De Hooch, Ter Borch, Metsu ...) con l'occhio del fotografo smaliziato, si coglie subito quella strepitosa qualità della luce che le rende così particolari rispetto ai dipinti coevi. 
 
 Una luce inesorabilmente "fotografica" fa pensare, senza voler sminuire la poesia che emana dalle incantevoli tele, che per alcune di esse siano stati utilizzati degli ausili ottici. 
La camera chiara è uno di questi sistemi. E' noto che la utilizzasse Albrecht Dürer. Un'attrezzatura piuttosto semplice, composta da una lastra di vetro (o telaio metallico) quadrettata e da una diottra per traguardare, posizionando l'occhio sempre nello stesso punto. La camera chiara consente di tracciare in modo accurato un abbozzo prospettico della scena da dipingere. E' quindi di grande ausilio nel disegno, ma non aiuta il pittore nella rappresentazione della luce, che da questo strumento non viene in alcun modo alterata.La camera oscura, il cui principio è documentato anche negli scritti di Leonardo, è un poco più complessa: la luce che entra attraverso un foro proietta sulla parete opposta un'immagine capovolta. Con uno specchio questa può essere raddrizzata, inviandola a un vetro smerigliato osservabile dall'esterno della camera. Se poi al foro si sostituisce una lente convergente (obiettivo), l'immagine sul vetro risulta abbastanza luminosa e può essere osservata anche senza l'oscurità completa.Ecco, da una vecchia stampa, un modello di camera oscura portatile:
In pratica una macchina fotografica, priva solo dell'otturatore e della pellicola (oggi dovremmo dire del sensore). Un esemplare che sembra appartenesse al Canaletto è conservato al museo Correr:
Come sa bene chi fotografa con una "reflex" (o meglio ancora con una fotocamera a banco ottico), l'immagine che si forma sul vetro smerigliato, oltre alla prospettiva, riproduce molto bene le sfumature di luce, le transizioni graduali dalle zone in luce a quelle in ombra. E permette inoltre di visualizzare lo sfocato delle parti della scena più lontane o più vicine del piano su cui è messo a fuoco l'obiettivo. La camera oscura realizza una sorta di "filtro" che estende le capacità di osservazione umane. Il nostro occhio "nudo", spostandosi velocissimamente da un punto all'altro di una scena, compensa i contrasti di luce e mette istantaneamente a fuoco la parte osservata. Sul vetro smerigliato invece vediamo un'immagine con contrasto luci-ombre ben delineato, e con le parti sfocate ben distinte da quelle a fuoco.In numerosi  dipinti  di Vermeer ma anche degli altri bravissimi artisti a lui vicini, sembra di poter cogliere caratteristiche peculiarmente fotografiche, come appunto la transizione luce-ombra molto verosimile, e lo sfocato.Questa sensazione è accresciuta dalle inquadrature utilizzate in questi dipinti, straordinariamente moderne, in linea con il gusto fotografico attuale. E dalla ricorrenza di schemi di illuminazione e di ambientazione tipici di ciascuno di questi pittori, che fanno venire in mente proprio lo studio di un fotografo o una sala di posa.Opere magistrali, poetiche e affascinanti, che se questa lettura è corretta spostano l'invenzione della fotografia indietro di un paio di secoli, per merito di questa geniale e sensibile cerchia di artisti.notizie dal web