Sentimentalmente

Agli Uffizi di Firenze un Botticelli un po' diverso...una meraviglia!


 
  Giuditta ed Oloferne, 1472SANDRO BOTTICELLI Mentre a Padova, a Mantova, a Venezia, nella seconda metà del Quattrocento, il Rinascimento tende a prendere direzioni più realistiche che tengono conto anche delle esperienze pittoriche nordiche, a Firenze l’arte rinascimentale rimane legata ad una concezione idealistica che è evidente soprattutto nell’opera di Botticelli. Botticelli è un disegnatore di grandissimo spessore, e questa sua qualità è evidente anche in questa opera, divisa in due parti.   In questa che è la prima vediamo Giuditta che torna nella città di Betulia, mentre la serva Abra porta in un cesto la testa di Oloferne. Tra le due tavole  questa è sicuramente la più interessante, e ci mostra le caratteristiche dello stile di Botticelli.Innanzitutto l’abilità del disegno, evidente soprattutto nel preziosissimo modellato delle vesti delle due donne, ma anche nella cura dei particolari di tutta l’immagine.   Sandro Botticelli riesce a dare a qualsiasi immagine una grazia infinita, anche alla più cruenta come questa che viene qui rappresentata, una donna che ha ancora in mano la spada insanguinata con la quale ha tagliato la testa ad un uomo. Eppure   trasmette pace e silenzio,  l’armonia e la bellezza dell’universo non ne sono scosse. È questa una caratteristica che Botticelli non perderà mai. Nei suoi quadri, al di là delle scelte stilistiche o dei soggetti, la grazia rimane sempre un elemento immancabile.