Sentimentalmente

L'abitudine...il tormentone della vecchiaia.


  La vecchiaia è la peggior malattia per l'uomo, con lucidità  accompagna ogni giorno quel nuovo piccolo declino, che ieri non c'era, ti fa consapevole che quello che non puoi fare oggi, difficilmente lo farai domani e quindi  annulla ogni entusiasmo, ogni desiderio di migliorarsi, e ti porta quasi ad accettare l'abitudine come un palliativo. E pensare che avevi sempre odiato l'abitudine, perchè spegneva ogni fantasia, ogni passionalità foriera di entusiasmo e la consideravi la  più infame  delle malattie .Per abitudine si accettano dolori, morti, disgrazie; si vive ,come niente fosse ,accanto a persone insopportabili, si portano catene, sopportiamo le ingiustizie, che non meritiamo e ci fanno soffrire, la rassegnazione calma l'anima. Senza accorgercene ci troviamo avvelenati di abitudini, nel nostro metabolismo sostituisce la consapevolezza dei   nostri atti, spesso agiamo in automatico per cui il più piccolo imprevisto stavolge la nostra giornata e ci troviamo a bighellonare in cerca di quel capo matassa del nostro quodiano, che abbiamo smarrito.   Ne ho provate tante per non essere consequenziale nelle mie azioni,ma si finisce soltanto per creare un ritmo diverso, un piccolo arrangiamento  alla solita canzone, che non è solo il tormentone dell'estate, ma di ogni giorno di questa vita,che, passo dopo passo ,avanza senza sapere dove e quando arriverà.