Certe cose non le puoi neanche spiegare. Stanno lì da qualche parte tra il cuore e il fegato. Palpitano o fanno male. L’amore è così. Il calcio, pure. Quella cosa (la seconda) Sandro Veronesi l’ha sentita che aveva sei anni o giù di lì. «Ero in ospedale per le tonsille. Uscii juventino. I miei amici dicono sia stato un caso di malasanità...». Le tonsille sono sparite, per il tifo bianconero non c’è speranza. Ti resta appiccicato addosso senza se e senza ma. «Vince l’Juventus, vince sempre», è l’incipit di un poema che lo scrittore toscano ha scritto per la sua squadra (qui in versione integrale ). L’Juventus con l’apostrofo, come la chiamavano i vecchi «perché la J non è una lettera del nostro alfabeto». E allora l’Juventus e basta. Come i nomi di certi giocatori stranieri che pronunciano male, Lanrdup, Neved o Desciamps, e tanto si capisce lo stesso. E neanche gli italiani si salvano e gli accenti vanno dove gli pare e così Caùsio e così Favèro.
Noi, che l'abbiamo sentita chiamare L'Juventus e anche gli altri...
Certe cose non le puoi neanche spiegare. Stanno lì da qualche parte tra il cuore e il fegato. Palpitano o fanno male. L’amore è così. Il calcio, pure. Quella cosa (la seconda) Sandro Veronesi l’ha sentita che aveva sei anni o giù di lì. «Ero in ospedale per le tonsille. Uscii juventino. I miei amici dicono sia stato un caso di malasanità...». Le tonsille sono sparite, per il tifo bianconero non c’è speranza. Ti resta appiccicato addosso senza se e senza ma. «Vince l’Juventus, vince sempre», è l’incipit di un poema che lo scrittore toscano ha scritto per la sua squadra (qui in versione integrale ). L’Juventus con l’apostrofo, come la chiamavano i vecchi «perché la J non è una lettera del nostro alfabeto». E allora l’Juventus e basta. Come i nomi di certi giocatori stranieri che pronunciano male, Lanrdup, Neved o Desciamps, e tanto si capisce lo stesso. E neanche gli italiani si salvano e gli accenti vanno dove gli pare e così Caùsio e così Favèro.