Sentimentalmente

L'uomo e l'intelligenza artificiale...


 L'umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull'autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.   Umberto Eco     Provo ad immaginare l'uomo primitivo, immerso in questo mondo del tutto sconosciuto;non penso possedesse un'intelligenza di molto superiore a quella dei primati, ma qualcosa in più sì, tanto da fargli percepire il luogo ed il tempo, le sue necessità vitali sicuramente, stupore inconscio di fronte alla natura, grande timore per tutto quello che si verficava nel mondo intorno a lui, tanto da identificarli come entità superiori da temere. Ecco la necessità di darsi una spiegazione per quanto poteva comprendere .Qui  il pensiero di Eco interviene a spiegarci come l'uomo,quando non sa darsi una spiegazione, o quando non ha le competenze per comprendere certe dimostrazioni, ricorra all'intervento divino, ossia a qualcosa di molto più grande di noi  come spiegazione. E' qui che mi piace  condividere questo pensiero di  Roger Penrose:L'intelligenza non può essere presente senza capire. Nessun computer ha alcuna consapevolezza di quello che fa..Vorrei trasportare questo ragionamento nel momento attuale, in cui non si fa altro che parlare di intelligenze artificiali, che lentamente soppianteranno l'uomo in molti lavori.  Se non capisce l'intelligenza non si attiva, allora come si fa a chiamare intellligenza un algoritmo tuttofacente ? La sua non sarà mai altro che la somma quasi infinita di conoscenze,  da lei mai ragionate. Ecco perchè mi spaventano le intelligenze artificiali, perchè soppianteranno  l'uomo riconducendolo a quel primitivismo, che Eco ha descritto a meraviglia nella sua illuminante riflessione.