Sentimentalmente

Per chi ha amato Leonard Cohen e va a New York in vacanza...


 
 da "  La prima cosa bella " di Gabriele Romagnoli,la Repubblica di ieri 3 luglioLa prima cosa bella di mercoledì 3 luglio 2019 è una crepa nel tempo. "A crack in time" è il titolo della mostra su Leonard Cohen al Jewish Museum che da sola varrebbe un viaggio a New York entro l'8 settembre. Una decina di sale con geniali installazioni sul poeta cantautore che, parere personale, avrebbe meritato il Nobel più di altri. Nella principale ci si sdraia su enormi cuscini e si è circondati da ogni lato da Cohen che esegue gli stessi brani in epoche diverse, cambiando volto e arrangiamento. I capelli lunghi, il cappello. Il giubbotto di pelle, l'abito blu. La voce incerta, la voce roca. Sempre, lo sguardo malinconico di chi si sente "solo un altro pupazzo di neve nella pioggia". Un uomo timido, spinto sul  palco dal caso, dalle stroncature spietate ricevute come scrittore. Eppure la sua forza era ed è nelle parole: "C'è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce". C'è una crepa in ognuno di noi, gli stolti la riparano con botox e falsità, gli eletti la rendono spiraglio e occasione.  Da una debolezza, la forza. C'è una crepa nel tempo: è da lì che passiamo per arrivare e andarcene. Dalla fine, l'inizio. Il filmato non ha un capo nè una coda, si riavvolge, nessuno lascia la sala, il tempo rincorre se stesso: "Tell me again, tell me over and over. Amen".