Sentimentalmente

Strettamente confidenziale...


 
Vincent van Gogh_La Stanza di van Gogh ad Arles.  Esistono due versioni pressochè identiche di questo dipinto,la stanza di Van Gogh, una si trova a Chicago all'Art Institute , l'altra,che il pittore realizzò per la sua famiglia, al Museo d'Orsay a Parigi-In una lettera indirizzata al fratello Théo, Vincent spiega i motivi che lo hanno spinto a dipingere una simile opera: l'artista vuole esprimere la tranquillità e far risaltare la semplicità della sua camera da letto per mezzo di un simbolismo cromatico. Per questo motivo, Van Gogh descrive: "le pareti di un lilla chiaro, il pavimento di un rosso spezzato e pallido, le sedie e il letto color giallo cromo, i cuscini e il lenzuolo verde limone chiarissimo, la coperta rosso sangue, la toeletta arancione, il catino azzurro, la finestra verde", per poi affermare: "Avevo voluto esprimere un riposo assoluto per mezzo di tutti questi diversi toni." In quel periodo il pittore era entusuiasta dell'arte giapponese, della sua semplicità, per questo vuole una stanza al massimo della semplicità, anche se un giapponese non la giudicherebbe semplice(troppi mobili) Provo ad antrare in punta di piedi in questa camera.C'è ordine, un letto ben rifatto, qualche abito appeso dietro il letto, anche sul tavolo ci sono oggetti sistemati bene. Alle pareti alcuni quadri, un paesaggio, due ritratti e due indecifrabili, che potrebbero essere un indizio  per quell'angoscia, che lo accompagnava; la stanza non mi parla invece di questi suoi stati d'animo così tristi e instabili  che lo avrebbero condotto  in seguito in manicomio.La pittura era la sua vita , i suoi quadri affascinano il mondo, hanno raggiunto valori stratosferici, ma  lui non lo sapeva, non  ha visto questo successo, viveva un continuo confrontarsi coi pittori suoi contemporanei, coltivava questa sua angoscia, che tuttavia non ci trasmette, se ci muoviamo in questa sua camera, come lui stesso  scrive a  Theo. Eppure se guardo in quello specchio mi pare di vedere quel volto, che ci ha tramandato,un volto non felice e mi chiedo come si sedesse su quella sedia impagliata,colla testa fra le mani, appoggiato alle ginocchia, oppure appoggiato con gli occhi che  guardano intorno. Non posso saperlo, e torno a concentrarmi sui colori, sulle sue pennellate dritte, tranquille, sulla disposizione dell'arredo, sistemato ad hoc pr sopperire una certa mancanza di prospettiva. E' un quadro  che mi affascina, che intitolerei:"Strettamente confidenziale".