Sentimentalmente

Solitudine,t'amo e t'odio...


 ...e se penso che un tempo la solitudine era un optional, era un bisogno di riflessione,un momento in cui desideravo solo confrontarmi con me stessa, era il silenzio fuori dagli schiamazzi del quoditiano affannarsi dietro a tre figli piccoli, era un momento in cui mi piaceva abbracciare la felicità e la gioia di vivere,oggi che lei è la mia sola compagna di viaggio,vorrei che almeno avesse voce.Se penso  ai risvegli di un tempo, che avevano bisogno di quei drin fastidiosi o di un rumore assordante per strapparmi dal suo abbraccio, se penso alla felicità che mi regalava lo spettacolo dell'alba, quell'incredibile panorama, che mi immergeva nella natura col desiderio di uscire  subito, quelle brevi corse sulla rugiada dei prati tra il profumo dell'erba bagnata in estate, o meglio ancora nella neve d'inverno, che ci chiudeva sulla collina come una sorpresa nell'uovo di Pasqua; se penso al piacere di quei risvegli, vorrei almeno ancora un po' dell'energia di allora, che mi faceva volare nei cieli dell'entusiasmo, con cui ogni impegno, ogni lavoro era un fare piacevole col sorriso negli occhi. Era felicità semplice , felicità buona,quello che avevo era tutto ciò di cui avevo bisogno, i sogni e i desideri di quando ero ragazza diventati realtà. Ed è proprio l'entusiasmo a tingere  coi colori dell'alba le nostre giornate,quell'entusiasmo, che affievolendosi piano piano, si trasforma ogni giorno  di più in stanchezza, che non è solo quella fisica degli acciacchi dell'età, ma è quella fosca, cupa della mente, che si ostina a guardare avanti, come ad un vuoto che non ho voglia, nè interesse, nè passione per riempire, un vuoto che non faticherei a  riempire di lacrime. Ma bisogna vivere, nonostante tutto, e forse quella solitudine forzata a cui siamo sottoposti ci sarà maestra  per una vita nuova, fatta di niente, nel quale creare tante illusioni mentali, nelle quali  anche le pazzie saranno normalità e per queste aver ancora l'entusiasmo di un risveglio benedetto. Se solo uno pensa alla necessaria solitudine… le lunghe pause del dubbio… E quei momenti di felicità così gratuiti come la felicità dell’alba,quelle mattine in cui l’idea ti fa saltar giù dal letto… perché non è il canto del  gallo a svegliarti, ne il camion della spazzatura… non è neppure la prospettiva del premio o l’ambizione di lasciare una traccia… E’ l’urgenza di quel piccolo tocco di scalpello a cui pensavi  ieri sera quando ti sei addormentato… quella pennellata di ocra rosso all’angolo destro della tela, lassù in cima… ecco cosa ti fa saltar giù dal letto! Il suono inebriante di una nota, che cambierà tutto… un nonnulla in punta di penna, forse una virgola, una semplice virgola… una sfumatura essenziale… il minuscolo dell’opera… una cosa da niente… solo la necessità… Dio mio, la bellezza di quelle mattine necessarie, nella casa addormentata…Daniel Pennac