Sentimentalmente

Solitudine tra la gente...


 Immagina di essere ad  una finestra tra il sesto e il diciottesimo piano di un grattacielo di cinquanta piani. E' notte; la citta si rivela come una specie di alveare, tante celle, centomila finestre, alcune avvolte nel buio, altre illuminate di luci verdi o bianche o dorate. Dentro,persone sconosciuta vanno e  vengono, svolgendo ognuno le proprie faccende delle ore private. Tu puoi vederli, ma non puoi raggiungerli, e così questo ,che è un fenomeno cittadino, comune a tutte le citta, esportabile  la notte in ogni città del mondo , trasmette persino alla persona più sociale un senso di solitudine, la sua difficile combinazione di presenza e separazione. Si può essere soli dovunque, ma la solitudine che ci assale vivendo in una città, circondati da milioni di persone,  ha qualcosa di speciale, diverso. Uno pensa che questo stato sia in contrasto con la vita cittadina,alla massiccia presenza di altri esseri umani e tuttavia la  maggior prossimità non è sufficiente a colmare il senso di isolamento interno. E' possibile ,perfino facile, provare desolazione e isolamento dentro persino se la nostra vita passa da un impegno all'altro e da una festa ad un evento.Le città possono essere luoghi solitari, e considerando questo noi vediamo la solitudine  non come un requisito  necessariamente fisico, ma piuttosto come mancanza di interazione, di vicinanza, di parentela: insomma  una incapacità per una ragione o l'altra a trovare una maggior intimità, come in fondo si vorrebbe. S