Sentimentalmente

Una vita folle, che mi piace ancora tanti nonostante...


 Ho dovuto aspettare ottant’anni per capire che i ricordi, il passato, sono ingiusti e talora persino cattivi. Le memorie che si radicano nel cervello non hanno un’etica, è il loro uso, semmai, a possederla. Mi sono accorta che si tende a ricordare i momenti che viviamo come eccezionali, diversi da ciò che invece è comune, continuo. Un’esperienza ripetitiva non si fissa nemmeno più nella memoria, come fosse banale e non meritasse di essere ricordata. E così l’uomo non ha ricordo di ciò che veramente significa esistere. La vita è la ripetizione di gesti e di relazioni, mentre la memoria trattiene tutto ciò che decora l’esistenza, e così l’abito nuovo diventa più importante del corpo che invecchia. La vita è fatta di quotidiano, non di avventure; di ripetizioni, non dell’eccezionalità. È ingiusto quando dimentichi una persona che è sempre al tuo fianco e ti ricordi di quella che hai incontrato una sola volta. È ingiusto che la bellezza debba appartenere al nuovo, come se si perdesse con il tempo che passa. Sono sicuro che se si tenesse in casa, appesa alla parete della propria cucina, la Gioconda di Leonardo, finirebbe per scomparire sotto il luccichio di una pentola nuova dentro cui stanno cuocendo patate di montagna.