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Sentimentalmente

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Messaggi del 04/04/2020

9 Marzo2020...RESTATE A CASA ora più che mai!

Post n°4559 pubblicato il 04 Aprile 2020 da g1b9
 

 

 

 

 Ho incontrato questi versi a  zonzo sul Web, l'unico luogo che ci è consentito visitare, senza limiti di tempo, senza prenotazioni, senza che veniamo sanzionati.E' una poesia bellissima, uscita dalla penna di Mariangela Gualtieri, una poetessa contemporanea, che non conoscevo per nulla.  Mi ha colpito il suo garbo nel raccontare questo momento di emergenza,mentre analizza la pandemia ,ma anche il carattere di noi italiani, troppo abituati al" fatta la legge, trovato l'inganno."  Mi permetto di associarmi alla poetessa nel raccomandare  RESTATE A CASA, ora più che mai, quando pare che l'epidemia sia in leggero calo, non vanifichiamo gli sforzi di chi ha sempre rispettato le regole, non vanifichiamo gli sforzi dei medici e infermieri, molti dei quali sono morti nel compier il proprio lavoro, restiamo a casa e  con l'aiuto di Dio, ne verremo fuori, pronti  per una nuova vita ,  rinnovati nello spirito e nell'anima, pronti a sorridere a tutti.

 

Ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.

E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.

Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

(Mariangela Gualtieri)

 
 
 
 
 

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