Sentimentalmente

Festival internazionale del giornalismo. Perugia

Scriveva Hanna Arendt :

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più. -


Questo è quanto sta succedendo a noi, che dobbiamo ogni giorno barcamenarci tra centinaia di informazioni, uguali, simili, decisamente  di segno opposto, farcite di considerazioni personali dello scrivente, tese a stravolgere il pensiero di chi legge. I giornalisti,ormai non sono altro che i portavoce di partiti e movimenti  a cui  fanno riferimento, anche'essi in continua campagna elettorale. Il lettore  è disorientato, il lettore che cerca informazione vera deve attingere a troppe fonti prima di riuscire a capire come stanno vermente le cose; e questo succede persino nella cronaca, momento in cui l'obbiettività dovrebbe farla da padrona.  E' vero che  certi social media si stanno sostituendo ai giornali, ma se qui spesso è il cittadino, che esprime le sue idee, spesso gruppi
politici riescono a veicolare concetti, fatti e conclusioni completamente  false.
 A Perugia in questi giorni si sta svolgendo il festival internazionale del giornalismo, e  da Perugia ho ascoltato questa mattina una trasmissione radio, aperta agli ascoltatori, in cui le richieste degli ascoltatori erano quasi tutte su quanto ho esposto sopra. I giornalisti  a loro volta espongono i loro problemi, che sono tanti e vanno dai tagli all'editoria al bavaglio che in  molti casi viene messo all'esposizione della verità dai governi, partiti, magistratura e anche  privati ,con l'arma della querela. E'evidente che muoversi in una simile bagarre non sia facile, è evidente che fare il giornalista richieda non solo bravura ,abilità, un certo acume investigativo, ma soprattutto una  buona dose di coraggio. Vale tutto questo per una buona informazione?    Gli  interessati pare la pensino così,e consci dei desideri dei lettori, ascoltatori , telespettatori , mirano a fare una piccola rivoluzione nell'ambito dell' obbiettività, attingendo ciascuno non solo all'etica professionale, ma personale, per un un pubblico, che è sempre più attento e non vuole più sentirsi abbindolato e manipolato