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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Novembre 2018

Scarpette rosse ...no alla violenza sulle donne!!

Post n°4105 pubblicato il 25 Novembre 2018 da g1b9
 

 

 

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!

William Shakespeare



 

 
 
 

Rosso di mattino...

Post n°4104 pubblicato il 24 Novembre 2018 da g1b9
 

 

È incredibile quanto poco durano le cose. Hanno un arco così stretto, e più le conosci più si restringe, più vedi la fine già dall'inizio. Eppure stiamo al gioco ogni volta. Ogni volta ci sforziamo di crederci.


     Andrea De Carlo




Finalmente il sole, forse, oggi.
E' piovuto tutta la notte,quasi quasi mi sto abituando  a questa pioggia ,al suo sbattere sui tetti, sulle grondaie metalliche, al suo cantilenare che cambia e mi fa compagnia... che assurdità- Ma forse oggi.. scosto la tenda;laggiù, all'orizzonte un 'alba rosso fuoco che avanza nelle sfumature del rosa  di un cielo plumbeo; la doccia è rapida, c'è un'alba da spettacolo. Indosso la vestaglia e torno ad affacciarmi. Piove..un raggio di sole si sta spegnendo là all'orizzonte.

 

 
 
 

L'inverno ...e la magia dell'arte.(4)

Post n°4103 pubblicato il 23 Novembre 2018 da g1b9
 

 

 Ora, al  termine  di questi post  dedicati all'inverni e all' arte mi soffermerò sui personaggi nella neve, in momenti diversi, , dal lavoro al gioco, dal passeggio all'esplorazione.




Giuseppe De Nittis, Effetto neve

L'esempio più antico di  gente nella neve  fa parte del Ciclo dei Mesi del Castello del Buonconsiglio di Trento (nella Torre Aquila), una serie di affreschi attribuiti al maestro boemo Venceslao, che li avrebbe realizzati sul finire del XIV secolo.  In questo variopinto Gennaio, nei pressi del castello stesso, si possono notare nove figure, due delle quali, in secondo piano sulla destra, dedite alla caccia con i cani; ma i personaggi più significativi sono quelli più vicini, uomini e donne di alto lignaggio che si divertono  nella neve in una giornata di sole: essi sono descritti  nei tipici atteggiamenti di aggressione e difesa di chi gioca a palle di neve.




Venceslao (?), Ciclo dei mesi - Gennaio, 1397 ca.

Nelle tele di Pieter Bruegel il Vecchio, con i Cacciatori nella neve (1565) uomini, con la loro muta di cani, si avvicinano all'abitato sul laghetto ghiacciato e gremito di pattinatori e, tre secoli più tardi, il pittore realista Gustave Courbet,  dipinge due versioni dei Bracconieri nella neve, riproducendo  gli atteggiamenti tipici dei cacciatori e i loro cani in caccia.



Pieter Buregel il Vecchio, Cacciatori nella neve (1565)





Gustave Courbet, Bracconieri nella neve (1864)

  Con un fucile e un cane, ma  certamente non è un cacciatore,  l'uomo che occupa l'estremità sinistra della Tempesta di neve dipinta da Francisco Goya nel 1786 e conservata al Prado; infatti la famiglia che se ne va, portando poche cose,è lo studio preparatorio di un ciclo destinato ad ornare il palazzo dei sovrani spagnoli ,col quale Goya voleva forse ricordare ai governanti come, di contro alla loro vita agiata e tranquilla, la gente comune fosse continuamente esposta a pericoli e stenti.




Francisco Goya, La tempesta di neve (1786)

La tempesta , infatti, rappresenta il  tormento e il grande artista della natura in burrasca, William Turner, non manca di descriverne gli effetti sugli uomini,  in due opere: Il passaggio del Moncenisio e Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi (1812).  Il luogo delle due opere è lo stesso, ma diverse  le raffigurazioni, più moderna quella della prima tela, antica quella della seconda. Il condottiero cartaginese che tenta di superare i limiti della natura ,è qui vittima di un attacco stesso della Natura. Schiacciando gli esseri umani nella parte inferiore del dipinto, Turner li riduce a dimensioni piccolissime e dedica la gran parte dell'opera al rivolgimento delle correnti, che si inarcano orribilmente addosso al sole, sottolineando così il senso di impotenza dell'umanità di fronte al potere delle forze  della natura.




William Turner, Il passaggio del Moncenisio



William Turner, Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi (1812)

 Nel Ragazzo con la slitta di Franz Marc (1902) e nella donna che Giovanni Segantini rende protagonista di Ritorno dal bosco (1890) entrambi i soggetti provengono dall'angolo destro della tela e si dirigono verso la loro meta, che per il giovane è una casa isolata nella pianura ghiacciata, per la donna il borgo di Savognino. Ma se il primo personaggio proviene da un momento spensierato di gioco che ,tristemente volge al termine , la seconda figura ha alle spalle una faticosa giornata passata alla ricerca di legno e non può che avviarsi con gioia alla sua casa, che avrà legna per cucinare e riscaldarsi,grazie al suo lavoro.

 




Franz Marc, Ragazzo con la slitta (1902)


Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco (1890)

La stessa durezza si legge nei dipinti dedicati da Vincent Van Gogh ai contadini che nella neve lavorano ancor più duramente di quanto non facciano di solito. Anche nei Portatori di arbusti nella neve o in Donne che portano sacchi di carbone, come nella più nota  tela dei Mangiatori di patate, emerge la profonda sympàtheia dell'artista per la classe disagiata, della quale condivide l'infelicità e la sofferenza Di epoca successiva è Donne che zappano le zolle innevate (1890), in cui VanGoghormai abbandona la pittura piana e l'uso realistico del colore  perble svirgolettate, dei cieli raggianti e di una liberta cromatica che fa spiccare le due figure di un blu intenso nel campo mezzo bianco e mezzo verde.




Vincent Van Gogh, Portatori di arbusti nella neve (1882)



Vincent Van Gogh, Donne che portano sacchi di carbone (1884)



Vincent Van Gogh, Donne che zappano le zolle innevate (1890)

Più intenso nei colori e nel tratto, ma non meno nella resa della fatica è il dipinto dedicato da Evdard Munch agli Stradini nella neve (1920), che possiamo immaginare nella fredda Oslo come macchie luminose nella neve bianca che spalano e al contempo cercano di riscaldarsi in vicinanza del braciere. E nella stessa condizione di freddo, ma in una lunga e snervante attesa di partire sono sprofondati i soldati che Luigi Loir ammassa davanti ai binari in Prima dell'imbarco (1893).




Evdard Munch, Stradini nella neve (1920)


Luigi Loir, Prima dell'imbarco (1893)

Ma la neve, può anche  essere, momento  di divertimento, come per le giocose figure tridentine:  infatti serenità e gaiezza  evocano le figure a passeggio proposte dallo stesso Loir in Nella neve, da Utagawa Hirosige nel suo Villaggio nella neve (1833), dove la pulizia delle linee dell'arte Ukiyo-e riproduce il senso di quiete e silenzio della nevicata.
Nelle quiete passeggiate proposte da Giuseppe De Nittis, Edvard Munch e Gustave Fischer, le figure femminili,  l'inverno dà l'occasione di esibire abiti, giacche e cappelli (da Munch messi addirittura in primissimo piano, ); da notare come De Nittis, in Paesaggio invernale, accompagni alla protagonista un cagnolino, l'animale più presente in queste rappresentazioni di gente nella neve,  per simboleggiare la quotidianità dei soggetti .


Luigi Loir, Nella neve



Utagawa Hiroshige, Villaggio nella neve (1833)


Giuseppe De Nittis, Paesaggio invernale



Evdard Munch, Tempo di neve nel viale (1906)


Paul Gustave Fischer, Frederiksberg Rundel (1908)

Ma la rappresentazione più gioiosa è Inverno di Vasilij Kandinskij, opera di inizio novecento e preastrattista in cui la vivacità del colore si fa espressione di un'esplosione di gaiezza rotante in una pattinata danzante attorno alla casa gialla in lontananza, che, col suo forte colore, simboleggia energia e vitalismo.

Vasilij Kansindkij, Inverno (1906)


 Alla fine di questa serie di post, auguro a tutti un Felice Inverno!

 
 
 

La mia amica nostalgia...

Post n°4102 pubblicato il 22 Novembre 2018 da g1b9
 


Il pensiero di un uomo è innanzitutto la sua nostalgia.

 Albert Camus

Ogni secondo di vita trascina a sé la nostalgia di quello passato.

 Alberto Jess

È uno strano dolore morire di nostalgia per una cosa che non vivrai mai.

 Alessandro Baricco

Nostalgico. Dicesi di chi si trova all'estero senza una lira.

 Ambrose Bierce

La nostalgia è il desiderio di non si sa cosa.

 Antoine De Saint Exupéry

La nostalgia è rendersi conto che le cose non erano insopportabili come sembravano allora.

 Arthur Bloch

Per guarire da ogni nostalgia amorosa non c'è che sperimentare d'essere amato o voluto o bramato o quello che vuoi, da una persona che ci dia ai nervi.

 Cesare Pavese

Non c'è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state!

 Fernando Pessoa

La nostalgia è un veleno.

 Gao Xingjian

Ogni nostalgia è una specie di vecchiaia.

 Joao Guimaraes Rosa

La nostalgia dipinge un sorriso sul volto di pietra del passato.

 Mason Cooley

La nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.

 Milan Kundera

La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.

 Milan Kundera

La nostra è un'epoca nostalgica e i fotografi sono promotori attivi della nostalgia.

 Susan Sontag

Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l'amabile, è la vita nella sua seducente banalità.

 Thomas Mann


 

 
 
 

L'inverno... e la magia dell'arte(3).

Post n°4101 pubblicato il 21 Novembre 2018 da g1b9
 



 Vi ho mostrato  già paesaggi imbiancati e  tetti innevati, ora  vi porto in giro per le grandi città, per vedere come i grandi artisti le hanno viste e riprodotte nelle tele dal Seicento al primo Novecento.




Édouard Cortès, L'arco di trionfo sotto la neve

La città più rappresentata è senz'altro Parigi, a partire dal centralissimo triangolo compreso fra Boulevard de Clichy, Boulevard de la Madeleine e Boulevard de l'Opéra. Norbert Goeneutte  e Paul Signac dipingono due opere diversissime .  La prima  è un insieme di macchie di colore molto definite, l'immobilità  della neve ; la seconda, all'opposto è dinamica , di stile puntinista che vivacizza la tela, aggiungendo anche  personaggi e tracciando le linee blu e marroni dei carri nella neve.



Goeneutte Norbert, Boulevard de Clichy coperto di neve (1876)




Paul Signac, Neve - Boulevard de Clichy, Parigi (1886)

Édouard Cortès ama Parigi al punto di averla quasi sempre protagonista dei suoi lavori ,le dedica ritratti in ogni stagione, per cui non manca di riprenderla in inverno, scegliendo Boulevard de la Madeleine .Qui mette in contrasto i colori, la luce e la luminosità delle vetrine coi colori freddi degli edifici e della strada innevati,  di grande effetto.



Édouard Cortès, Boulevard de la Madeleine



Édouard Cortès, Boulevard de la Madeleine


Édouard Cortès,Place de la Madeleine

 Camille Pissarro guarda dall'alto Boulevard de l'Opéra ;così riesce a mostrare tutta la strada , tra i palazzoni e le due fontane parallele, lasciando sullo sfondo il teatro quasi invisibile; lievi tratti a disegnare  la neve statica sui tetti, lunghe strisciate sulle strade,  per rendere  visibile il passaggio  delle carrozze e della gente .




Camille Pissarro, La strada dell'Opera - effetto neve (1898)

Nell'area del Pantheon e del Louvre dipingono Parigi sotto la neve rispettivamente Fausto Giusto e Luigi Loir. Le loro sono opere diverse, che , tuttavia hanno in comune un'atmosfera tinta di rosa più o meno intensa.Loir, inoltre, dipinge diverse Parigi, luoghi sconosciuti che mostrando sullo sfondo l'Hotel des Invalides la rendono riconoscibile.





Fausto Giusto, Parigi in inverno (1941)




Luigi Loir, Parigi innevata



Luigi Loir, Parigi innevata



Luigi Loir, Veduta di Parigi sotto la neve

Al nord dell'Europa  troviamo  vedute di Copenaghen dell'artista danese Paul Gustave Fischer, che ha come punto di vista privilegiato la strada, mai deserta . In Giornata invernale a Kongenes Nytrov, ricca di figure  , queste vengono  disegnate  in progressivo avvicinamento al luogo in cui il pittore si trova, così da risultare in primo piano, come fa lo zoom del fotografo,venendo a trovarsi al centro del dipinto, quasi protagonisti al posto della neve e l'inverno.




Paul Gustave Fischer, Strada innevata a Copenaghen



Paul Gustave Fischer, Inverno a Kongens Nytorv (King's Square), Copenhagen (1907)



Paul Gustave Fischer, Giornata invernale a Kongenes Nytrov, Copenaghen (1888)

 A Londra  troviamo una centralissima Whitehall in inverno dipinta da Paul Maze nel 1920, mentre nei pressi della città inglese dipinge la sua Scena innevata Ruskin Spear nel 1946, scegliendo un'ambientazione notturna in cui le rare figure di passaggio si distinguono appena.



Paul Maze, Whitehall in inverno (1920)



Ruskin Spear, Scena innevata ad Hammersmith (1946)

 Luoghi portuali, invece, nel 1928 per  Stephen Bone, che dipinge a Stoccolma  le attività di trasporto e il passaggio delle navi che spezzano il ghiaccio, mandato alla deriva verso la costa, laddove operano gli spalatori di neve.Simile ,dieci anni dopo, l'ambientazione scelta da William Nicholson per La Rochelle. Qui la città è visibile dietro le barche ferme per la cattiva stagione, che con una  cappa di biancore sembra quasi bloccare l'avanzata delle nere figure in primo piano.


Stephen Bone, Stoccolma in inverno (1928)



William Nicholson, Porto nella neve, La Rochelle (1938)

Vasilij Kandinskij, che già nel 1909 descriveva edifici innevati, dedica una tela a Mosca, riprendendo dall'alto Boulevard Smolensk .Qui propone il contrasto fra le tinte vivaci e calde dei palazzi e quelle chiare e fredde della neve che si spingono dal basso verso il centro del dipinto.



Vasilij Kandinsky, Mosca, Boulevard Smolensk (1916)

Childe Hassam per rappresentare New York alla fine del XIX secolo sceglie una  Madison Square, diversa da quella che noi conosciamo: il primo piano è occupato da figure in movimento, lo sfondo  mostra l'edificio progettato da Stanford White (e demolito nel 1925), così scuro da confondersi con gli alberi nel piano intermedio.

Childe Hassam, Inverno a Madison Square (1890)

Ancora in Europa e, in particolare in Veneto,  possiamo ammirare le vedute di Venezia innevata realizzate da Ippolito Caffi a metà dell'Ottocento, che  ci presentano una prospettiva nuova sulla laguna colle sue architetture imbiancate.  Il particolarissimo Mattino d'inverno di Augusto Manzini apre una finestra di vetro sulla nevicata che ricopre Ponte Pietra a Verona e descrive tutto il silenzio e la pace del momento.


Ippolito Caffi, Venezia con neve e nebbia



Ippolito Caffi, Neve e nebbia a Venezia (1840)



Augusto Manzini, Mattino d'inverno (1930-1931)


 Nel prossimo post, vi racconterò le persone in paesaggi di neve.

 
 
 
 
 

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