Sento l'abbaiare dei canivedo nel silenzio la luna riflettere luci di città lontane da vivere e il fumo di zone industriali nate come cattedrali nel deserto sprigionato rabbioso, nero ed amaro come il petrolio. Oro nero, estratto dalle viscere della mia terradai nuovi coloni troppo lontani da me. Il pensiero si ferma nei ricordi e il mio naso si infastidisce al suo odore nuovo e fastidioso. Penso alla nostra ricchezza l'ulivo, alla sua raccolta ed alla sua trasformazione del sudore della gente ad alimento. Nostro vero oro chiamato giallo, per il suo profumo e per le sue qualità. Il sogno ed i ricordi diventano realtà.Le piante secolari frutto di pace ed allegria muoiono essiccandosi sole ed abbandonate da Dio e dagli uomini. Vi chiedo scusa per aver permesso la vostra morte.