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Un blog creato da brischy5 il 08/03/2009

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NE' MA, NE' SE, NE' PERCHE' SOLO AMORE

Post n°14 pubblicato il 21 Agosto 2009 da brischy5

Oggi vi voglio scrivere qualcosa della nostra vita per farvi conoscere un pò meglio la vita di Gabriele:

12 novembre 1995

Era un mezzogiorno. Un mezzogiorno di sole tiepido di novembre. Una piccola gioia nel cuore. Volevamo portare la piccola gioia ai nostri parenti. Dividere questa piccola gioia anche con loro. Dopo tante incertezze, dopo tanto dolore, un pò di gioia anche per loro.
Ma... Papà come l'ho chiamato, si è lasciato andare tra le mie braccia, il fiato corto. Gli occhi limpidi sbarrati, gli si sono chiusi quasi subito. Poi quella sirena che suonava e non smetteva più. Mio marito mi prende di peso e mi porta a casa. La nostra casa così silenziosa da quando, la piccola Marinella, è là in quel lettino di ospedale, in terapia intensiva, da quasi 15 giorni. E' là senza la sua mamma, senza il suo papà accanto, ma solo estranei che la toccano, la curano. Ha altri baci, altre carezze che non sono nostri.. Sente altre parole che non sono le nostre. Là piccina , indifesa a combattere, la dura lotta per la vita. Poi il telefono squilla: papà non c'è più. Adesso è in cielo accanto a Dio. E non ci sono nè ma, non ci sono se e non ci sono perchè. Lui chiede e da amore. Ma l'amore per il momento non lo vediamo. Sentiamo solo tristezza, dolore , amarezza. Vorremmo gridare.... il grido sale solo dal mio cuore: Dio perché?

15 novembre 1995

Oggi è il giorno triste. Non rivedrò più papà su questa terra. Lo vedrò solo su una foto attaccata ad una lapide, tra altre 100 lapidi, quel viso che mi è tanto caro, lo vedrò alzando il viso e immaginerò, e avrò la certezza che anche da lassù mi sorriderà come faceva quando era qui con noi. Torniamo a casa con un peso nel cuore, la nostra casa. Ancora silenziosa. Una piccola speranza nel cuore per la piccola Marinella, la certezza che il suo nonno dal Cielo interceda per lei. Poi il telefono squilla: "Ma lo sapete che la vostra bimba è in reparto dalle 9.00?"
Il nostro cuore fa un balzo, forse due. Ecco l'amore di Dio. E noi corriamo da lei: tutti .
Perchè il dolore si possa tramutare in un pò di gioia. E lei è lì nell'incubatrice, un pò troppo piccola per lei, ma è il suo nido, la sua protezione. Ha ancora tutti i fili attaccati, il sondino per nutrirla appoggiato alla sua guancia. La nonna (mia mamma) la prende tra le braccia con attenzione, con amore, la bacia. Poi l'ora della pappa, il biberon alla giusta temperatura appoggiato delicatamente alle sue piccole labbra, e miracolo. Si miracolo perchè da quando è nata non ha mai succhiato con così tanta forza. Lo succhia tutto. Lei nella sua sfortuna è più fortunata degli altri bimbi nella stanza: ha il latte della mamma con cui nutrirsi. L'amore , l'amore di Dio.
Lui non chiede ne se, ne ma , ne perchè: solo amore.
Ma il nostro cuore chiede sempre i se, i mai , i perchè, ma soprattutto chiede Amore.
Chiede amore e dona Amore. E vorrebbe dare Amore incondizionatamente come anche Lui da Amore a tutti incondizionatamente.

24 dicembre 1997

Sono passati 2 anni. E tra le mie braccia dorme tranquillo Gabriele. E' nato sano, sì sano ma è solo apparenza. Il 29 dicembre torniamo a casa. Gabriele succhia il latte che è una meraviglia della natura da vedere. Quanta gioia nei nostri cuori a vederlo.

1 gennaio 1998

Sono le 3 di notte. Prendiamo la macchina e corriamo all'ospedale. Gabriele che continua a piangere e non smette. Poi, appena arrivati all'ospedale, lo prendono, lo visitano, e lo mettono in un stanzetta da solo, in un lettino che per lui è piccolo, ma è solo per la notte, poi glielo cambiano mi assicurano. In giro di pochi minuti si riempie di puntini, lo mettono in isolamento. Il mio cuore si fa gonfio di pianto. Lo vedo dal vetro, lui così piccino senza la sua mamma accanto, che mi guarda. E mi sembra di tornare indietro. Torniamo a casa in due e sentiamo il vuoto, lo vediamo il vuoto: la carozzina vuota sembra attendere il suo piccolo ospite e a chiedersi dove sia.
Poi le giornate passano tra andare e venire dall'ospedale con il latte, nei piccoli flacconcini, adagiati nella borsa termica. Ma due giorni dopo, finalmente, posso stringere tra le mie braccia Gabriele. Ma è solo una piccola gioia. Mi si avvicina il dottore di turno e, con delicatezza, mi dice che gli hanno riscontrato un'infezione alle vie urinareie e un piccolo soffio. Il cuore che mi grida NOOO.

Settembre 2003

E siamo ancora qui, con un dolore nel cuore per la scomparsa di mia cognata a soli 42 anni. E siamo ancora qui con un dolore nel cuore: il nostro Gabriele deve subire un intervento al cuore anche lui come la sorella. E siamo ancora qui con un perchè nel cuore. Ma tutto va bene, almeno sembra così. Ha subito un intervento delicatissimo, gli hanno sostituito la valvola aortica con quella polmonare, e gli hanno messo una valvola biologica al posto della polmonare. 3 giorni in terapia intensia ma con la mamma accanto, e poi in reparto. Una settimana e siamo a casa. Lui è grande, lui è forte e ha superato tutto bene.

Maggio 2004

Altro dolore: stenosi valvolare. Gabriele cresce benissimo ma non potrà fare la stessa vita di un bimbo della sua età. Ha un 20% del suo cuoricino che non funziona bene, e la stenosi che è sempre come un campanello di allarme. Uno sforzo, un piccolo sforzo ma che per lui è grande, e non ci sarà più. Il cuore gonfio di preoccupazione.

Settembre 2004 - 30 Ottobre 2008

Gabriele inizia la scuola, e inizia il nostro calvario. Si calvario lo chiamo perchè a distanza di 5 anni, non hanno ancora capito, le sue maestre, che lui è un bambino più delicato di salute degli altri suoi compagni. Non può fare le scale con lo zaino pesante; non può fare attività fisica come i suoi compagni; non può correre come i suoi compagni; non può portare lo zaino pesante ne pesi. In risposta, nonostante certificati di ogni tipo, mi dicono che sono troppo sensibile, troppo protettiva. Perchè Signore?

Ma non c'è se e non c'è ma nel mio cuore: c'è solo un perchè. Ma lui mi da solo amore.
Amore da dare, da ricevere nel sorriso dei miei bimbi, nel sorriso in chi mi sta accanto, non dico ci sta accanto solo per un motivo: l'angoscia, il dolore, la preoccupazione che c'è nel mio cuore lo tengo solo per me, non lo voglio dividere con nessuno di coloro che mi stanno accanto, nemmeno con mio marito. Voglio solo tranquillità da leggere nei loro occhi e nel loro cuore, come se essa sia la forza per andare avanti.

La bimba è sanissima almeno lei. Lei che ha fatto il suo calvario più grande, è la forza per dire che un giorno anche Gabriele starà bene, sarà come lei. Anche se adesso non è così.... e Dio dov'è? Lui il Padre di tutti mi sta accanto, ma io l'ho lasciato un pò dietro. L'ho lasciato là a quando mi hanno operato il bimbo. L'ha dove ne il se, ne il ma, ne il perchè non ho saputo tacere. Dove amore non mi sembrava di ricevere.

Ogni volta che guardo il SS lacrime scendono, partono dal cuore e arrivano sul mio viso. Ma silenzio io sento. Intorno a me, e nel mio cuore, non trovo risposta, nè il conforto di una parola, nè un sorriso di incoraggiamento. Al massimo critiche, disprezzo per quelle lacrime che scendono silenziose. Attendo una parola, un sorriso, un piccolo gesto. Ma nel silenzio e con il viso rigato, mi alzo ed esco e ritorno a casa. La casa vuota che attende la sera per risvegliarsi con i suoni, i canti, gli allegri giochi dei bimbi, l'amore di noi genitori.
E non c'è risposta ai nostri se, ne ai nostri ma, ne ai nostri perchè... ma solo Amore un Amore incondizionato che Dio ci dona ogni giorno, in ogni sorriso, in ogni gesto, in ogni piccolo capriccio dei nostri figli.

Febbraio 2009

Gabriele ha avuto il solito controllo al suo cuoricino, questa volta noi eravamo speranzosi visto che ce lo avevano spostato ad un anno invece dei soliti 6 mesi. E invece? Niente, non va bene niente. Dal controllo è risultato che dovrà affrontare un altro intervento. Nel frattempo ci dicono che verremo chiamati per essere informati di quando Gabriele dovrà fare il cateterismo cardiaco.

Marzo 2009

Gabriele affronta con coraggio l'esame. Nulla di nuovo. Nulla che ci faccia sperare che lui non debba fare l'intervento. Solo il suo visino impaurito. Si ricorda della prima volta. Mi guarda, mi abbraccia, non vuole lasciarmi andare. "Tu non mi lascerai solo vero mamma?" E' la sua domanda continua. Come faccio a lasciarlo solo? Ma lui sa che ci saranno dei momenti in cui io non potrò essere presente sempre.
Ma lui ha sempre il suo sorriso quello non lo ha perso. Anche quando era ricoverato in ospedale, sorrideva a tutti. Non c'era bimbo in ospedale che non conoscesse il suo sorriso.

Adesso siamo in attesa che chiamino. Gabriele, da quando è stato dimesso, vuole dormire con me. Cerca sempre un mio contatto. E a chiunque gli chieda "come stai?" lui risponde con un sorriso e poi tranquillamente dice: "Devo essere operato al cuoricino. Devo fare una revisione alle valvole." E' più forte lui di noi tutti. E' lui con il suo sorriso con la sua voglia di vivere che ci da la forza di affrontare tutto con amore.
Allora è lì che dico: non c'è se, non c'è ma, ma c'è solo tanto amore.


mamma Antonella

 
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