CULT2012

IL MONDO DI SOFIA


IL MONDO DI SOFIALo so. E’ un libro, un bestseller mondiale, uscito anni fa ma che purtroppo non avevo mai letto. La filosofia era senza dubbio, assieme alla matematica, la materia da me preferita al Liceo e ricordo con grande stima e affetto il professore Sgromo, molto preparato, il quale è riuscito a darmi delle basi importanti per i miei studi futuri, ma soprattutto, è  riuscito a trasmettermi la curiosità necessaria per affrontare degli argomenti che, solo superficialmente possono apparire noiosi, pesanti, ma che non lo sono affatto poiché affrontano le problematiche inerenti alla vita degli uomini, di tutti gli uomini, nessuno escluso. Mi ripropongo di leggere questo romanzo veramente appassionante,assieme a voi, poiché mi piace raccontarvi ciò che leggo, cercare di capirne il senso, la costruzione, riportarne i passi principali. E’ ciò che farò. Man mano che avanzerò nella lettura, cercando di sintetizzare al meglio il pensiero dell'autore. Cominciamo. Sofia Amundsen è una ragazzina che inizia a porsi delle domande sui grandi misteri dell’esistenza umana, sui principali interrogativi come chi siamo, da dove veniamo dove andiamo, che tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti ma a cui  alcuni uomini, i filosofi, hanno dato delle risposte meno banali e ci hanno costruito sopra una loro personale, a volte grandiosa, chiave di lettura di tutto l’universo, di tutto l’Essere. I filosofi, scrive l’autore, il norvegese Jostein Gaarder, ex insegnante di filosofia, sono coloro i quali hanno conservato la capacità infantile di stupirsi di fronte al mondo, non hanno smesso di interessarsene e non si sono “abituati” ad esso, come invece fa la maggior parte degli uomini che “scivolano sempre più giù nella pelle del coniglio, mangiando e bevendo in tranquillità”. La filosofia nasce in Grecia nel VII se. a.C. e si presenta come una rivoluzione culturale poiché essa, al contrario delle religioni, non spiega il mondo e gli uomini con la mitologia, quindi con i miti, gli dei, ma va alla ricerca di una spiegazione razionale, scientifica, speculativa dell’esistenza. La razionalizzazione dei miti ( dei grandi miti delle civiltà dell’Asia Minore, dell’Egitto, della Grecia antica) produce una forma nuova di conoscenza, laica e scientifica.I primi filosofi, c.d. presocratici, appartenenti alla Scuola Ionica, si proposero come obiettivo del loro speculare, la ricerca di un principio, un quid, l’archetipo, alla base dell’origine dell’universo, che potesse spiegare i fenomeni naturali in modo nuovo, indipendente dai miti. Vivendo in un momento storico particolare, in cui si era avuto un ampliamento delle attività commerciali, quei filosofi furono il prodotto di una grande ricchezza culturale, di un’economia dinamica, espressione di nuovi ceti che si affacciavano sulla scena politico-sociale e quindi immagine speculare di una nuova cultura, più razionale, legata alla manualità degli artigiani, alla tecnica, più indipendente dalla religione.Talete identificò nell’acqua il principio-base di tutto l’Universo; secondo Anassimandro invece era l’ “apeiron”, ossia l’ “infinito”, o “illimitato”; invece il terzo filosofo di Mileto, in Asia Minore, Anassimene, identificò nell’aria il principio-tutto, origine, inizio/fine di ogni cosa. A questo punto un quesito rimaneva irrisolto, e vale a dire, quello relativo al divenire, alla trasformazione del principio primordiale nella realtà sensibile. Furono gli Eleatici (da Elea, colonia della Magna Graecia, nella prima metà del V sec. a. C.) a formulare una prima risposta al difficile quesito posto dai filosofi della natura. Parmenide, il più celebre, secondo il quale tutto è eterno e nulla viene distrutto. I mutamenti cui si assiste con i nostri sensi in realtà sono illusori e che è solo con la ragione, non con i sensi (che, appunto, sono ingannatori) che possiamo interpretare e vedere la realtà che ci circonda. Parmenide ebbe il merito di inaugurare il filone del razionalismo (cui apparterranno Cartesio e gli illuministi). Coevo di Parmenide fu Eraclito (Efeso, Asia Minore, VI sec.a.C.) la cui filosofia è notoriamente sintetizzata nella formula “Panta Rei” ossia tutto scorre, tutto muta. La realtà è costituita da una serie di opposti (caldo/freddo, giorno/notte, bene/male, guerra/pace) che formano, in coppia, un’unità. La realtà è frutto delle contraddizioni, della lotta tra gli opposti, che produce cambiamenti. Il “logos” , la Ragione o il Pensiero, è il principio-tutto unificatore, il Dio-razionalità che preordina e armonizza la realtà che noi vediamo.  /continua…                              M. Gabriella Tigani Sava