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Un viaggio nel Medioevo, tra alambicchi e antichissimi chiostri

 

Un viaggio nel Medioevo, tra alambicchi e antichissimi chiostri

di Gabriella Tigani Sava e E.T.

Un tuffo nel Medioevo: questo il resoconto della visita domenicale al complesso monumentale di Santa Maria Novella, tra i chiostri e l’antica erboristeria, aperti eccezionalmente in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e i 135 anni della Fratellanza Militare. La storia della Associazione di pubblica Assistenza Fratellanza Militare di Firenze è figlia del Risorgimento quando, assieme ad altre, si costituì come associazione di ex-combattenti dell’età risorgimentale. Nata nel 1876,  fin dalle origini essa ebbe la finalità di mutuo soccorso morale e materiale degli iscritti, ma anche di pubblica assistenza. Firenze, com'è noto, fu capitale d’Italia,dal 1865 al 1870: l’Associazione fu dedicata a Vittorio Emanuele II, il quale aveva adibito a residenza reale Palazzo Pitti. il primo socio onorario e benemerito fu Giuseppe Garibaldi, e nello stemma dell’Associazione, proprio in suo onore è raffigurata una stretta di mano tra un militare sabaudo e una camicia rossa garibaldina.

Dopo una breve sosta presso gli stands dell’Associazione Nazionale Bersaglieri (Sezione “Aldo Marzi” di Firenze con Fanfara), dell’Associazione Nazionale Veterani e reduci Garibaldini (A.N.V.R.G.) “Giuseppe Garibaldi” (sezione di Firenze) la quale ci ha cortesemente omaggiato del periodico dell’Associazione “Camicia rossa” e di due altre interessanti pubblicazioni (una su Firenze e i percorsi risorgimentali, l’altra su Piero Gobetti), proseguiamo la nostra visita guidata della magnifica Basilica di Santa Maria Novella, costruita intorno alla minuscola e duecentesca Chiesa delle Vigne, a sua volta edificata nel 1219 da dodici frati domenicani arrivati a Firenze da Bologna.

La Basilica di Santa Maria Novella

La Chiesa fu ampliata a partire dal 1278, con la costruzione contemporanea di una nuova cinta muraria della città. Consacrata nel 1420 da papa Martino V, con pianta a croce latina divisa in tre navate, era stata completata già a partire dalla fine del Trecento. Il portale centrale, la trabeazione e la parte superiore della facciata (in marmo bianco e verde), sono opera di Leon Battista Alberti, il quale ricevette la commissione dal ricchissimo commerciante di stoffe, Giovanni di Paolo Rucellai. Nel 1500 la chiesa fu rimaneggiata dal Vasari e, successivamente, fu ancora “ritoccata” dall’architetto Romoli, tra il 1858 e il 1860.

All’interno della Basilica, tra le tante meraviglie, un crocifisso di Giotto (1290), la Cappella Strozzi (di Filippino Lippi), una Natività di Sandro Botticelli; il pulpito, opera di Filippo Brunelleschi e commissionato dalla Famiglia Rucellai; il coro con un ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio (aiutato da un giovanissimo allievo, Michelangelo Buonarroti; nelle cappelle del transetto, opere di Giambologna, Vasari, Ghiberti, Bronzino, Orcagna, Poliziano e Brunelleschi; la Cappella Bardi e la Cappella Rucellai, la Cappella Gondi e la Cappella Gaddi. Nella sagrestia (1380) un lavabo in marmo e terracotta invetriata di Giovanni della Robbia (1498-1499), le cui decorazioni raffigurano i melograni, simbolo della vita. Il campanile trecentesco in stile romanico, visibile dalla stazione omonima, è opera del Talenti.

I CHIOSTRI

Il Chiostro della Sindicheria (o della cantina, della cànova) fu costruito nel 1500. In fondo a questo chiostro, si trova l’antico refettorio dei frati.

Il Chiostro Verde (poiché affrescato con pittura verde), è ancora più antico, del 1300. opera di Fra’ Jacopo Talenti. In esso è custodito un ciclo di affreschi, alcuni dei quali realizzati da Paolo Uccello, nel 1425.

Il Cappellone degli Spagnoli (antica sala capitolare della Basilica di Santa Maria Novella, cosiddetta perché usata dalla corte spagnola al seguito di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I dei Medici); il Chiostrino dei Morti (ex cimitero, 1270), il Chiostrino del Dati (Leonardo Dati, umanista e predicatore domenicano, è sepolto nella Basilica: la tomba in bronza è opera di Lorenzo Ghiberti).

L’OFFICINA PROFUMO-FARMACEUTICA (1221)

Entusiasmante la visita iniziale ai locali degli ex-laboratori: un invitante e piacevolissimo odore di spezie e di erbe ci guida e, come due piccoli alchimisti, guardiamo con stupore e curiosità i termometri, i mortai, gli stampi per i saponi, le bottiglie e gli alambicchi; i contenitori in ceramica da farmacia del 1500 e 1600; i macchinari e gli attrezzi usati dai frati per produrre i medicamenti e le acque “magiche”, come per esempio l’acqua antisteria, a base di alcool.

 Antica ricetta acqua antisterica

  Angelo portacandelabro (quello senza folulard!)

Proseguiamo ed entriamo nell’Antica Spezieria, con un grande bancone, decorazioni settecentesche, aquile reali, draghi, e due angeli porta-candelabro anche questi del XVIII secolo. Il locale si apre su un enorme chiostro, il più grande di Firenze, non aperto al pubblico. Da un’apertura attigua alla spezieria, entriamo nella antica Sala Vendita e poi nella Sala Verde.

 Antico mortaio utilizzato dai frati-farmacisti

L’Officina di Santa Maria Novella è una delle più antiche farmacie del mondo e fu costruita dai frati domenicani che edificarono anche la Basilica. I frati producevano nei loro orti le erbe mediche che venivano usate nell’infermeria del convento. A partire dal 1612 la farmacia fu aperta al pubblico. E’ tutt’oggi aperta.

Il nostro viaggio nel Medioevo termina qui, dove per tanti secoli, esperti e laboriosissimi frati, hanno prodotto medicamenti, profumati balsami e pomate miracolose, la cui fama ha raggiunto ogni angolo del mondo.

Firenze, 19 giugno 2011

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