equilibrioinfollia

Irene Bernardini, un articolo che mi è molto piaciuto... condivido


 
Lo so che con questa confessione perderò molti punti, ma non posso mentire con voi: a me la Sachertorte non piace. Ero a Vienna lo scorso weekend ( magnifica, radiosa, elegante; se poi ti spari Gustavo Dudamel che dirige la Nona di Beethoven al Wiener Konzerthaus con accanto la tua bambina cresciuta che te ne ha fatto dono … ma questa è un’altra storia), e ovviamente sono andata all’Hotel Sacher e ho ordinato la Sacher (una botta di fantasia). Ovviamente poi ho fatto la fila da Demel e l’ho comprata per portarla a casa. Niente da fare: con buona pace di Nanni Moretti, io la trovo insopportabilmente dolce, una mappazza stucchevole. Quel che invece mi sarei portata a casa ( oltre a tutto Klimt e tutto Schiele e tutto Hundertwasser e tutti quei bovindi dei palazzi bianchi e giallini e rosini) è la piccola insegna che vedete qua sopra (sì, lo so, la foto è pessima: dài, sono solo una psicologa miope e presbite). Era sul metrò, a indicare la precedenza per certi posti a sedere. I viennesi miei compagni di viaggio si staranno ancora chiedendo chi era quella matta traballante che fotografava i sedili. Voi invece, ci scommetto, avete già capito perchè sono entusiasta di quell’insegna. Anzi, di un particolare di quel cartello. Vero?