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Un blog creato da exairo il 10/10/2006

La gaia scienza

tra alti e bassi, tra pagliacciate e invettive...drum-maticamente io, con un orecchio sempre meno teso alla batteria...un po' alla volta magari...

 
 

 

 

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MY DRUM SET!


LA BUBA:

YAMAHA OAK CUSTOM HONEY AMBER (tom 10"-12"-14" - cassa 22")
Rullante: PEARL SIGNATURE CHAD SMITH Cs 1450


Hi hat: SABIAN SIGNATURE DAVE WECKL HHX EVOLUTION 14"
Crash HHX Evolution 16", il nuovo arrivato!!
Hardware: pedale cassa Pearl Eliminator P2000C; asta hi hat Yamaha HS1000; reggirullante Pearl S-1000
E gli altri piatti?? Ahn bellliiii!! Un po' alla volta, già qua è un patrimonio!!

 

STO SBACCHETTANDO SU...

Gli spartiti e le songs su cui mi sto esercitando con la mia drum. Ho fatto un po' di pulizia...ormai faccio sempre le stesse cose per esercitarmi e sfogarmi...per il resto è solfeggio (stica!), Agostini pag.92 (rimortacci!)e rotturediballesimili! Ma come dice Emilio: "Chi non fa solfeggio non sarà mai un bravo batterista"... e io ADORO star lì a tirar "saracche" con pad e metronomo che buca il cervello! Ma i risultati, poi, danno goduria!! ;))



RED HOT CHILI PEPPERS (I soli, gli unici, i mitici):

SCAR TISSUE

GIVE IT AWAY

SOUL TO SQUEEZE


FATA MORGANA Piero Pelush, Piero Pelush!!

Il Blasco COME STAI 
 

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Il farmaco dell'autocompiacimento

Post n°185 pubblicato il 27 Luglio 2012 da exairo
 

Ieri pomeriggio è scattato qualcosa. La disperazione dell'emozionalmente sempre tutto uguale (pensieri di te in loop) mi ha portato a riprendere in mano la mia tesi. L'idea di romanzarla non mi ha mai abbandonato. Prendo una matita, faccio la punta. Decido di profanarla e di sottolinearla a piacimento. Fantastico! Rileggere quelle righe e sapere che provengono da me mi ha donato un senso di autocompiacimento dalle sfumature medicinali. Ho preso qualche appunto e qualche idea è venuta.

Quella è sempre e ancora la MIA tesi. Qua e là, scopro che alcune frasi esprimono, fatalmente (?), l'esatta interpretazione di ciò che sto passando in questi giorni. Il concetto di Destino e la volontà umana di voler comprendere e com-prendere tutto, per poter incasellare anche il caos dell'incomprensibile, dando un senso anche a ciò che di senso, razionalmente inteso, non ne ha.

Mi butto terapeuticamente nella mia opera tralasciata. Riprendo in mano la filosofia come guida di vita, come psicologia e antropologia.

 
 
 

...

Post n°184 pubblicato il 25 Luglio 2012 da exairo

Da qualche mese stavo bene e mi sentivo quasi in colpa, giuro. Poi, l'altra notte ti sogno. O meglio: hai deciso di venire da me. E quando ti sogno sto bene. Non è più successo di sentire il tuo grido di aiuto. E' quando mi sveglio che inizia l'incubo. Si riapre la ferita e la cospargiamo insieme di sale. Penso a tante cose. Mi chiedo se l'hai voluto tu. Se è stato un errore. Se è stata una serie di concause nate e cresciute negli anni. Se c'entro io. Pure questo mi domando. Penso se avrei potuto fare qualcosa, dire qualcosa. Credo di sapere quale sia stato il motivo fisico. Ciò che non so è se sia stato voluto. E, se sì, perchè. Mi hai detto una volta che ti parlavo come una psicologa. Te lo meritavi. Quello che ti ho detto andava detto. Io ti conoscevo come pochi. Ti capivo e ti sentivo. Tu lo sapevi e mi hai raccontato di te. Ti sei confidato. Mi sono complimentata con te. Ma tu sei tu. Quella parte di te (così come la mia) non si può cancellare. Forse sopire e a volte ignorare. Ma non può sparire. E così credo che tu, anima bella e fragile sotto tanta corazza di sicurezza, sia caduto tra le braccia della tua donna bastarda, tra le note di una musica incoraggiante. E quando penso a questa immagine, mi sento chiamata in causa. Lo so cosa pensavi di me. E credo che anche in questo caso, come tutto ciò che ha a che fare con noi, il destino abbia deciso tutto. Anche per proteggermi, in un certo senso. Era scritto così, e tu hai seguito alla lettera gli ordini dall'alto. Chiuso, stop, time over. Abbiamo rispettato la tabella di marcia. Dovevamo dire il non detto e chiudere il cerchio. Abbiamo risposto all'appello, seppur in breve tempo. Abbiamo fatto il possibile, ma siamo stati diligenti burattini del signor Destino, che ha tirato i nostri fili a piacimento, fino alla fine della storia. Ora io ho la mia vita qua e tu hai la tua vita da qualche altra parte. Vorrei fare altre cose. Vorrei urlare tutta la mia rabbia a quel pezzo di merda del tuo "amico", a quello che grazie a Dio dimentico pure di aver dato qualche anno della mia vita. Lui sa qualcosa che mi aiuterebbe a capire. Tu mi hai detto "Lascia perdere", ma sarei riuscita a fartelo dire quello che è successo tra di voi. Che gran figlio di puttana! Se ne è stato zitto, è riuscito a farti diventare tabù nella mia testa. Ma un giorno chiuderò anche quel cerchio. I tempi devono essere maturi. Il modo per contattarlo ce l'ho. Potrei farlo anche ora, all'istante. Ma andrei fuori di testa. Sono ancora troppo scossa.

Ho bisogno di sfogarmi in questi giorni. Ma mi sento sempre terribilmente apatica. Apatica nell'espressione. Anni fa la scrittura era un'amica fedele e un'irrinunciabile compagna. Mi aiutava a buttare fuori pensieri, terapeuticamente. Si sa, funziona così, nulla di nuovo sotto il sole. Mi manca scrivere. Ma non ci riesco. Mi sento bloccata. Come se "Tanto non serve a niente, tanto non cambia nulla, tanto sono sempre le solite beghe". Infatti scrivere questo post non è servito a placarmi. Mi sento un'anima in pena e mi lascio cullare dalla malinconia, col cuore che fa male e la testa che formicola tra mille pensieri. Ma tu vuoi questo da me? Non puoi accompagnarmi e osservarmi più discretamente?

Mi stai facendo male.

 
 
 

...

Post n°183 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da exairo

Ascolto Patience. L'hai postata in quel periodo. L'ascolti con me?

Ho sentito l'urgenza di venirti a trovare. Finalmente ero sola. Nessuno attorno. Nè il tuo (ormai un po' nostro) amico, nè la tua cara e dolce mamma. Ho potuto restare lì davanti a te senza fretta e senza "nascondermi". Gli occhiali scuri a fissarti. Ti ho guardato negli occhi e per un attimo ho pensato che avessi iniziato a piangere con me. Forse è anche così. Sarà banale pensare che non mi stupisco più di nulla quando si tratta di te. Lo dico e lo penso: non smetteremo mai di comunicare a modo nostro. Non si spezzerà mai questo mistero.

Poi, ecco, maledetta e stramaledetta morte da accettare. Distolgo lo sguardo dalla foto, che un po', forse, distoglie dal pensiero materiale, fisico, scientifico della tua presenza lì, in quel posto assurdo. Guardo la lapide, la scritta dorata. Ed ecco. Tu sei lì dentro. TU SEI LI' DENTRO. TU SEI LI' DENTRO. TU SEI LI' DENTRO. Sei così vicino a me eppure lontanissimo. No. Penso che sia inconcepibile e inaccettabile. Tu lì. Fanculo al destino. Fanculo a qualsiasi significato. Se la penso a questo modo è straziante.

Ti ho parlato a cuore aperto. Ma tanto tu lo sai cosa penso. Lo sapevi e lo sai.

Non so più cosa dire. So solo quello che penso e che sento.

Credo non mi passerà mai. Continuerò a conviverci. Ormai ho imparato a farlo, del resto. Certo, l'abitudine non lima il dolore. Lo cronicizza. So come fare...quando ne ho bisogno mi ci butto a capofitto. Lascio fare e spesso ne alzo il volume, appositamente. A volte, mentre accade, entro in una specie di consapevolezza e mi chiedo se non sia invece un destino autocostruito al solo fine di credere ciò in cui ho bisogno di credere. E' così? O il mio istinto parla con senno? (Before you fall into unconsciousness I'd like to have...)

 
 
 

..

Post n°180 pubblicato il 19 Maggio 2010 da exairo

Ho voglia di rannicchiarmi e fissare il vuoto. Mi accorgo che ci sono momenti in cui vado davvero in cerca di certe emozioni. Sto ascoltando "Un tempo piccolo", l'avevi postata tempo fa. Il fatto è.. che è tutto così complicato da spiegare. E' come se mi mancasse qualcosa che appena appena stavo iniziando a sbirciare. Qualcosa di talmente nuovo da lasciare stupefatti, increduli. Mi lasciavi vederti cambiato. Ero perplessa. Mi hai lasciato convincere a poco a poco. E così mi sono lasciata andare. Già d'istinto l'avevo fatto. E' l'età..che ci ha cambiato. Non so.

"Dipinsi l'anima su tela anonima...mi rivolsi al libro come a una persona...e mi giocai i ricordi provando il rischio poi di rinascere sotto le stelle.."

E' che sento rabbia rabbia rabbia.

Mi sei vicino, lo so. Capitano momenti intensi, che mi regali. Ma da essere umano quale sono..la presenza, la voce, anche solo il fatto di saperti da qualche parte ad ascoltare musica e a pensare..servono eccome. Mi devo accontentare di quello che siamo riusciti a fare in 2 mesi...

Camminavo in un mare di trifoglio e ho pensato a una scommessa assurda: "Se trovo un quadrifoglio qui in mezzo, allora vuol dire che ci sei". Con la scarpa scanso le foglie..poi penso "Non giocare con queste cose, non essere stupida". Torno indietro sul lato opposto, con Isaak tranquillo. E così, senza alcuno sforzo..lo vedo. Grande seppur mimetizzato. Lo intravedo e torno indietro. Lo rivedo. Lo raccolgo. Mi commuovo. E il vento all'improvviso mi accarezza il viso, sembrava una mano. Scende una lacrima. E subito mi calmo. Un senso di serenità immenso. E tutto intorno nulla. Torno a casa. Decido di metterlo nella mia agenda-calendario. La apro e lo adagio lì, ben disteso, con cura: scopro che è la settimana del 24 settembre, il tuo compleanno. E' un altro sussulto. Sono ormai certa che quello sarà il periodo fatidico, per me. Ne sono certa.

Avevo 17 anni quando ti ho conosciuto. Ho trascorso mezza vita con te, in un modo o nell'altro..che diavolo, come vuoi che faccia a dimenticarti?

Mi aspettavo di vederti sulla tua dottoressa Harley..quanto avrei voluto, Dio, che ti avesse fatto bene all'anima!!

E' comunque accaduta una magia, per cui il destino (il caso no, non c'entra) mi (ci?) ha strizzato l'occhio.

Cercherò di darti retta e di non dimenticare MAI tutto quello che mi hai detto e quasi promesso...in quello che sembrava, fatalmente, un addio...

Tu però non mollarmi qui, ok? Me lo prometti?

"Tu non mi romperesti mai"...ok, allora non ti chiedo scusa se ti disturbo...

Vorrei avere il coraggio di venirti a trovare, di venire alle messe che i tuoi amici hanno richiesto per te. E' un coraggio, sì. Io non ce la faccio a saperti lì.

Ci sono giorni in cui non lo accetto, all'ennesima potenza. Altri in cui non lo accetto..ma cerco di farmene una ragione...

E visto che vivo di emozioni forti..non posso che esprimermi solo quando queste parlano e avanzano...come in questo caso.

Un giorno verrò....te l'ho detto..quando avrò qualcosa di bello da raccontarti e camminerò sicura per la mia strada. Mi sento una bambina..vorrei che qualcuno mi dicesse: andiamo, ti accompagno io. Ma devo farcela da sola.

Verrò, un giorno. Un giorno verrò...

 
 
 

facebook terapia

Post n°179 pubblicato il 25 Marzo 2010 da exairo
 

L'ho odiato. Ne sono stata alla larga. Mi sono iscritta e poi cancellata. Mi sono nuovamente iscritta e adesso sto lì, felice di averlo fatto. Perchè...Perchè è stata ed è una sorta di terapia. Senza Fb non avrei mai potuto risentire Nico, prima che...se ne andasse. Dopo tanti sogni allarmanti in cui mi chiedeva aiuto (e che sono continuati per anni)...l'ho trovato lì, tutto ad un tratto. Bene, allora stai bene... No, non era così. Anche in questo siamo simili, condividiamo quel fluttuare tra spleen e ideal di baudelaireiana memoria. Navighiamo tra la pazzia e quel senso di maledettismo che schiaccia a terra. Me l'hai detto, mi hai spiegato, ti sei confidato e mi hai anche chiesto scusa un milione di volte per il nostro passato. Ci siamo sentiti, abbiamo parlato, ci siamo chiariti. Sei cambiato, ma la parte migliore di te è sempre la stessa. Dovevamo rivederci, "per chiudere il cerchio", come ti dicevo. Non ci siamo riusciti. Volevo chiamarti quel giorno: una bella giornata di sole...e non sapevo che già non c'eri più...questione di ore. Ma chissà perchè il pensiero era lì, fisso. Come se non ci fosse più tempo per aspettare, come se fosse una cosa urgente.

Una Botta vera, quel lunedì mattina. Una settimana d'inferno. Per fortuna ho pianto tanto, tanto, tanto. Ho sfogato. Poi ho pensato a quanto mi hai detto l'ultima volta che ci siamo sentiti. Parole e auguri che terrò sempre con me. Quella settimana ti ho sognato: un volto sorridente che spariva nel buio. Mi sono detta "Se era vero il primo messaggio, sarà vero anche questo". Quindi..penso che tu mi abbia voluto tranquillizzare, così come credo che quelle canzoni ascoltate in radio, per caso, in quel momento, fossero opera tua (perchè avevano tutte un senso incredibilmente legato a te). E quindi ti lascio andare. Ti verrò a trovare quando sentirò che sarà il momento giusto. Verrò con un sorriso, con qualcosa di bello da raccontarti. Vorrei portarti un girasole.

E' stato terapeutico, appunto. Perchè sento di aver sciolto dei nodi che portavo dentro da troppi anni. Grandi nodi. Domande, dubbi..e quel senso di non concluso, una foresta di punti interrogativi e di insicurezze. Non può essere tutto frutto della casualità, del caos. Troppe coincidenze, troppe davvero. Continueremo a comunicare anche così, in questa condizione. Ho sempre pensato e detto che la comunicazione non è solo fatta di parole..è bel altro. E' oltre. Il dialogo esiste anche senza la presenza materiale. Ne ho avuto la prova definitiva, vissuta in prima persona, sulla mia pelle, sulle mie intuizioni e sensazioni.

E' tragico, tutto questo. Ma forse un senso ce l'ha... Egoisticamente? Non lo so. Chissà...Chi sa...

Un abbraccio, Amico mio.

 
 
 

CONSIDERAZIONI PSICOLOGICHE DI MARKETING

Post n°178 pubblicato il 26 Agosto 2009 da exairo
 

"Il successo di Tavernello invita a riflettere".

Forse mai una pubblicità è stata più veritiera! Perchè un liquido colorato con l'immagine del grappolo ha tanto successo? (Ma lo ha davvero?).

Invita a riflettere, certo. Per quale astruso meccanismo mentale si compra (oddio..e si beve??) un "vino" in cartone con tappo in plastica? E' comodo da mettere in borsetta? Si può bere con la cannuccia? Si mette nello zainetto per la merenda?

Oppure perchè permette di fantasticare? Bevendolo si può immaginare, sognare aromi, archetti, sapidità, sentori di fragranze delicate artisticamente disegnate...Forse anche il perlage, per le menti più creative?

L'è bon el vino in cartòn...che tristezza...

 
 
 

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

Post n°177 pubblicato il 13 Agosto 2009 da exairo
 

La frase di Etty, da poco postata, l'ho scritta anni fa su un post it, ormai un po' sgualcito, che tengo sempre sulla mia scrivania. Quando l'ho letta, tra le meravigliose pagine di quel diario, l'ho subito fatta mia. E' come se avesse letto nel futuro un pensiero che a volte mi pervade. Difficile descrivermi, anche per me stessa. Le contraddizioni sono anche in me, non solo al di fuori. L'ho sempre saputo, e se a volte ne vado fiera (perchè mi fa credere di essere in un certo modo speciale rispetto al banale), altre volte vorrei essere molto più semplice (...ai miei occhi?). Certo è che le esperienze della vita forgiano la psicologia e quindi il modo in cui tenti di leggerti dentro e il modo in cui "gli altri" ti vedono o il modo in cui credi di essere vista o quello in cui vorresti essere vista. Lo so di creare spesso confusione. Eppure l'empatia che tanto cerco non è facile da raggiungere quando chi hai di fronte mette macigni che ostacolano la semplice comunicazione. Allora mi chiudo, divento un'altra. Quella che più si confà al momento. Perchè capisci che metti troppo in gioco. Vorrei soprattutto una comunicazione semplice: quella delle emozioni e dell'intuito, della sincerità, dell'apertura. Senza il rischio del pre-giudizio. Non sono una persona estremamente razionale. So ragionare, ma nei rapporti interpersonali l'impulso, la sensazione a pelle, la percettività...sono il mio "filtro" naturale. Non so mentire. Non so essere diplomatica quando la cosa mi riguarda. Se mi sento "ingiustamente giudicata" provo a farmi capire, ma se il risultato è la chiusura totale e/o una caciara che offusca un po' di serietà sbatto la porta. E' l'orgoglio. Ne ho da vendere (come la pubblicità)!
Ma se c'è una cosa che detesto è sbattere la porta senza aver chiarito. Un controsenso, lo so. Chiudo il dialogo ma vorrei riaprirlo. Perchè vorrei essere compresa. Che limite... Che limite voler pensare e sperare che chi hai davanti sia in grado di scavare nelle mie innumerevoli pieghe. In fin dei conti è ottimismo...o utopia?

Io: sensibile schiacciasassi.

 
 
 

UNA FRASE. FILOSOFIA E POESIA. SAGGEZZA.

Post n°176 pubblicato il 13 Agosto 2009 da exairo
 

"Le numerose contraddizioni della vita devono essere accettate, tu invece vorresti fonderle in un unico insieme e in qualche modo semplificarle dentro di te, così ti semplificheresti anche la vita"

Etty Hillesum, Diario

 
 
 

CONSIDERAZIONI IPOTETICHE

Post n°175 pubblicato il 08 Agosto 2009 da exairo
 

E' ormai certo che, da quando non scrivo più nel mio blogghetto...mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita...



Sto valutando il ritorno perchè, tra forum e menate varie, non si fa che sbadigliare di noia o innervosirsi... sgambettando tra frasi sgrammaticate e analfabetismi ortografici e cerebrali. Tra deliri di onnipotenza di masse grigie sprovviste di neuroni (giusto quei 2 o 3 per consentire il movimento delle dita sulla tastiera) e invettive da don Chisciotte (inutili a fini pratici se non a scatenare risse, trabocchetti e battibecchi da asilo infantile)...che ci faccio a leggere lì, se non ci ricavo niente, a parte disgusto nelle sue varie declinazioni?

Molto meglio il mio sano monologo tra queste pagine virtuali. Luogo di autocompiacimento (di cui il mio orgoglio non può fare a meno), sfogo a senso unico (senza nessuno che possa controbattere a casaccio, spacciandosi per il Morelli del giorno..come se non ne bastasse uno, mannaggia a lui) e libera proclamazione della mia vena-pagliaccia (da cui il tag "Me la faccio e me la dico").

Rifletterò seriamente il da farsi.

 
 
 

CONSIDERAZIONI SIBILLINE

Post n°174 pubblicato il 16 Luglio 2009 da exairo
 

Certo che è proprio incredibile. Se non si sa tutto di tutto su tutti e ogni cosa (a patto che la sappia come loro)...ti danno dell'ingenua e dell'innocente. Devo ragionare con la mia testa (dicono) ma nel frattempo ti mettono in guardia su tutti, l'uno con l'altro. Son tanto diversi? Sono diversi probabilmente solo sulla/e persona/e da cui mettono in guardia. Però nel frattempo sospettano a tratti più o meno marcati che sia una spia o una complottista, se lo sono i messaggi sibillini funzionano e vanno in porto. Sarei un ignaro piccione viaggiatore. Però mettono alla prova. E se dico la mia, in pura formalità logica/emotiva e senza sapere tutto il bitume che c'è dietro (anzi, manco l'1%), sono ingenua.

Contenti voi, signore e signori..Io un cervello ce l'ho e lo faccio funzionare, le mie conclusioni le so trarre. Probabilmente c'è solo poca fiducia e poca stima di me, dietro a tutto. Gli amici pugnalano alle spalle: vero. Ma si può vivere guardandosi sempre dietro? Prima o poi sbatterei il muso da qualche parte. In altre parole: che guardi dietro o davanti, il pericolo è sempre mascherato ma altrettanto duro. Rimbalzerò.

Esiste altro oltre quel forum?

PS: Mi sono dignitosamente cancellata. Uhhhh, come si sta bene ora!!

 
 
 
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