La gaia scienza

SNOWBOARD - PART TWO


Come croce potrebbe andare, no? "Qui giace sepolta, con il suo completo Burton nuovo di stecca, quella che aveva un futuro in un qualsiasi altro sport. PS: Tavola noleggiata, da riconsegnare gentilmente al reparto sportivo". Così non potrà venire nessuno a spanzarsi dal ridere sopra le mie spoglie ghiacciate (aggiungerei).Ma dai che scherzo!!
La mia seconda capatina sulla neve in quel di Andalo è andata oltre le previsioni. La pista baby ha dovuto finalmente fare i conti con una surfista nata!
 Insomma, me la sono cavata bene. L'inizio è stato disastroso. Quando ho visto la discesa finale della pista, ho riempito di parole Pippi (che mi aveva giurato che su quelle pendenze non si poteva morire) e me stessa (perchè l'istinto di sopravvivenza mi aveva fatto giurare a suo tempo che sulla neve non mi sarei mai più ritrovata con qualcosa di scivoloso agganciato ai piedi). Così facciamo qualche decina di metri in "salita" per ripassare la lezione precedente: praticamente uno spazzaneve in frenata costante. Lui, l'omicida, voleva che mi buttassi a valle senza prendermi per mano. Ero sconvolta. Questa volta la pendenza era dello 0,00001% ed era molto più pericolosa. Dopo le chiamano montagne assassine...e non sciatore coglione... Potevo fermarmi lì e buonanotte. Tra l'altro davanti a me vedevo distintamente la seggiovia che si impennava verso l'alto. Con autobus di bambini e milioni di maestri di sci scazzatissimi. Sembrava, in effetti, che andassero tutti incontro alla morte. La scena non era incoraggiante. Convinco Pippi a farmi fare le cose con calma, per piccoli passi. Prima mi tiene con tutte e due le mani. Poi con una. Poi mi tiene solo alla partenza. E quando, quest'ultima volta, mi molla decisamente la mano (ci mancava solo un calcio nel coccige) mi son ritrovata da sola, a scivolare perdutamente in una discesa di forse 2 metri, su una pendenza agghianciante... Mmmm...però...ce la sto facendo! Va che roba!!?? Sinceramente non ricordo se mi son fermata da sola o se mi son buttata volontariamente culo a terra. Forse la seconda che ho detto.Resta il fatto che alla fine, dopo un po' di sali e scendi su quei due metri scoscesissimi (quasi un burrone verso l'inferno) mi ha convinto a prendere la seggiovia. Chilometri e chilometri di salita fino al cucuzzolo della montagna...e in un minutino eravamo su. Ovviamente con la tavola in braccio, in bilico sulle gambe, "Perchè te lo puoi scordare che poi scendo con un piede solo attaccato. Vuoi vedermi sfracellata???". La vista era imbarazzante. Davanti a me solo micronani con gli sci che scendevano a serpentina come se fosse la cosa più banale, stupida, naturale e intuitiva del mondo. Mi siedo a terra e aggancio la tavola. Mi alzo a modo mio (cfr. post precedente) e mi alzo frenando. Bon. "Io vado eh?". "Vai! Dai, vai!".... Ahhhhhh...ahhhh...ahhh...ahh.... ahn...carino! Ce la faccio! Basta frenare!!In effetti alla velocità insostenibile di 1 micron all'ora...Insomma, per farla breve, ho vinto la paura. In effetti, una volta lì non si ha lo stesso effetto che hai da giù. La discesa sembra meno ripida. Certo, si frena all'inizio. E si ha paura di cadere e di spargere cervello sul manto bianco e compatto. Ma tanto, una volta crepata sulla pista, il problema è di chi mi raccoglie! E poi la fatica sarebbe terminata. Perchè in effetti farsi 2-300 metri (per 5 volte) frenando come una pazza...disintegra davvero le gambe!!Fatto sta che Pippi passa all'insegnamento della tecnica della "Foglia morta". Si chiama così. E il nome non mi piace per niente....Consiste nel procedere oscillando come una foglia che si stacca dal ramo; spinta a destra-spinta a sinistra e via così. Dopo poco mi son messa a farla. M-i-t-i-c-o! (direbbe il capofamiglia Simpson!). E così piano piano prendo confidenza con la tavola, la discesa e le cadute. Fino a quando in alcuni punti sono andata giù dritta...per qualche nanosecondo. La parte più bella della giornata è stata proprio alla fine. Ero a circa 50 metri dalla fine della pista e Pippi mi dice di aspettarlo che andava su. Lo aspetto seduta sulla neve (tra l'altro ero all'imbocco di una pista nera-rossa, da cui sgusciavano fuori cose che sembravano esseri umani. Non saprei dire la velocità che avevano raggiunto. So solo che per 10 minuti ho fatto da boa e sono diventata il passatempo di chi passava di lì e aveva trovato un ostacolo sconosciuto da evitare. Arriva nel frattempo Pippi e va giù anche lui. Mi aspetta...mi guarda da giù. Ultimo sforzo con le gambe, che ormai avevano fatto crescere due mani che in atto di salutarmi mi hanno comunicato "Vedi di smetterla, altrimenti ci stacchiamo". Ok, ultima scivolata. Mi alzo. Rullo di tamburi. La gente si infiamma e urla il mio nome sempre più forte. Peso sulla gamba destra. La tavola si muove sempre più velocemente. Io stabilisco la direzione, leggermente in trasversale, leggermente in backside. Volevo urlare di gioia. Volevo urlare "Adrianaaaaaaaaaaaaaa", ma poi mi son detta che così era segnata una rovinosa caduta. Sono a un metro dall'arrivo. Faccio una leggera curvetta e arrivo dritta dritta di fronte a Pippi, frenando in back. E restando pure in piedi. OVAZIONE DELLA FOLLA. La gente andava a sbattere ovunque dalla gioia. Si abbracciava. Ringraziava Dio. Saltava. Si buttava dalla seggiovia. E così iniziò un incontrollabile raveparty. Noi ce ne siamo andati a mangiare un panino sull'erba, sotto il sole. A gustarci la scena. E, finito il panino, mi sono affacciata alla staccionata e ho salutato la folla in ovazione con la mano.(Devo avere qualche cellula cerebrale ancora ghiacciata...) ;))