La gaia scienza

IN MEMORIA DI UN UOMO E DI UN MITO, CIAO MICHAEL


Giovedì sera facevo zapping su Sky...per non so quale motivo capito su Fox tv e vedo le breaking news: "Michael Jackson hospitalized". PANICO. Inizio a girare ogni canale possibile e immaginabile. Ogni emittente americana ha la sua versione: chi riporta l'attacco cardiaco, chi spacca il cuore con quel "is dead", chi lo dà in coma... Resto attaccata a Fox Tv...è praticamente l'unica rimasta a non dare la sentenza senza via di ritorno. Poi il buio, lo shock.Michael Jackson è morto.Mi sono sentita esplodere di stupore, rabbia, malinconia, tristezza, compassione, confusione. Un'infinita lista di emozioni che tuttora mi annebbiano. E le motivazioni sono tante. Alcune affondano e scompaiono, altre si impadroniscono dei miei pensieri, altre sono al vaglio del raziocinio.Sarà che parte di lui è parte di me: come dimenticare tutte quelle ore passate a ballare davanti al grande specchio in camera? Complici i miei lunghi capelli ricci e un paio di fuseaux neri...lo stereo e la sua cassetta che andava e andava e andava...era uno dei miei sfoghi e delle mie passioni più belle. Ricordo ancora come fosse ieri l'incidente per la pubblicità della Pepsi, con i sui capelli che prendevano fuoco. Ho pianto davvero, spaventata. E ricordo le sue hits girare in radio, sempre hits... non ne sbagliava una, da genio della musica e king of the pop qual era (e qual è). Poi si cresce, il moonwalking, le sue mosse, i suoi mitici urletti non li provavo più. E piano piano, con il passare degli anni, arrivano tutte quelle notizie orrende su di lui. Spazzatura, "GARBAGE" (come diceva sempre). Le sue trasformazioni e le sue apparizioni sempre, più o meno, discutibili...ultimamente scioccanti.Eppure non l'ho mai giudicato. Nella mia testa, nei miei ricordi e nelle mie cellule Jacko era comunque il mito della mia preadolescenza, un grandissimo artista, rivoluzionario. E chiunque sappia almeno quattro acche della storia della musica non può che ammetterlo, piaccia o meno.Ma quanto pesa il giudizio? Quanto pesa il pregiudizio? Quanto possono rovinare la vita di una persona? Perchè Michael Jackson era Michael, un uomo, una persona. Dietro al mito c'è sempre e comunque una persona di carne e ossa, di sentimenti, emozioni, paure, fobie, vizi, pregi, ricordi, passione, creatività, cicatrici, desideri... Un uomo con un passato con cui fare i conti. Con un passato che segna, un'infanzia rubata e mai vissuta, un padre animale che minacciava e menava violentemente con la cinghia..mentre i figli e lui (leader dei Jackson 5) erano piccole fabbriche di dollaroni sonanti. Guardatelo ora quel padre, "Mr" Joe Jackson, che parla sorridente ai giornalisti vestito di tutto punto..chissà che effetto malato avrà su di lui, musicista fallito, ad avere intorno tutta quella ressa di telecamere, microfoni, fans disperati...e pensare dentro di sè "L'ho costruito io, sono io il padre del mito, del re del pop". Che schifo. Allora penso soltanto a quanto in realtà fosse solo quel piccolo grande Peter Pan. Un bambino nell'anima che si è rinchiuso nella sua Neverland, un'isola che non c'è..un mondo che esiste, alla fine, solo nella sua fantasia. Tante giostre, uno zoo, giochi di ogni tipo, un trenino, tanti alberi su cui arrampicarsi (lo avreste mai pensato che aveva un albero preferito su cui saliva?). Sinceramente non me ne frega niente della sua pelle, del suo naso, della sua eccentricità.QUELLO CHE MI SCONVOLGE, al momento, è sentire tante persone dire "Una persona che non accetta il colore della sua pelle e che si opera per cambiarla...già solo per questo non è da stimare". Allora mi chiedo: ma in questo mondo, rovescio come un calzino sporco, è così facile trarre conclusioni? Una fobia, un'ossessione che si riversa solo su se stessi, per esempio, basta a fare di una persona un elemento disprezzabile?Garbage, Michael. Avevi ragione tu: tutte quelle dicerie infamanti non si devono ascoltare. Eppure, anche con le orecchie tappate strette strette dalle mani, ti hanno raggiunto. E tu, sensibile e timido Peter Pan, ti sei chiuso sempre più in te stesso, in una spirale di farmaci.Spero con tutto il cuore, ancora così gonfio di dolore per la tua scomparsa prematura, che tu sia da qualche parte, lassù, con le alette di Peter Pan e un buffo cappello in testa, circondato da bimbi sorridenti e giocosi (sì, da bambini come te). Finalmente libero di giocare e sognare. Spero che dalla tua Neverland stia guardando solo cose belle e tu stia sorridendo. Mentre noi (noi che ti amiamo davvero e che mai ti abbiamo giudicato, che mai abbiamo creduto a speculatori infami e drogati di soldi e notorietà sporca), quaggiù, preghiamo per te. Spero tu possa concentrarti sul bello che hai lasciato nella storia e nei nostri ricordi.Vola, Michael.....You are not alone....I miss you so much....PS: per chi volesse cercare di capire meglio chi era, vi consiglio di guardare una sua lunga e completa intervista divisa in 9 parti (tradotta in italiano). Questa la prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=4vA7V1epzF0