Diario da Tashkent

La grande beffa


Lunedì 4Ottobre 2010 , ore 16:00Da grande giorno si è trasformato in grande beffa.Ma andiamo con ordine , la mattina sveglia alle 8:30 , Simona si sveglia con il collo completamente bloccato , corro ai ripari spalmando e massaggiando il collo con una generosa dose di Dolaut  , l’assenza di materassi sui “pagliericci” e i cuscini da divano al posto dei cuscini da letto sono deleteri per i nostri corpi occidentali..Prosegue la colazione con the e biscotti , prepariamo lo zaino con il pupazzo morbidoso che dovrebbe rappresentare una rana comperato appositamente per l’incontro con Alessandra e  le caramelle di zucchero e frutta , tipo Dufour .Alle 10:00 attendiamo sotto casa il nostro uzbeko di fiducia che dovrebbe arrivare per le 10:30 , per smorzare la tensione fumiamo un toscanello al caffè.Arriva Marat, comperiamo dei fiori per la direttrice dell’istituto e partiamo per l’orfanotrofio.Arriviamo in orfanotrofio, incontriamo la direttrice che con faccia sofferente ci dice che “due giorni fa si è presentato il padre di Alessandra”e di aspettare due o tre giorni prima di sapere qualcosa, ora non vi racconto per filo e per segno i dettagli e le parole che ci sono uscite in Italiano e che sicuramente Marat non ha avuto il coraggio di tradurre , però credo che siano intuibili, la prima domanda che ho fatto e non ho la sicurezza che sia stata tradotta è stata “…ma non era orfana , addirittura abbandonata in ospedale ?”, nessuna risposta, ci si chiede di aspettare , ce ne andiamo.E’ un tentativo per estorcere denaro ? Casualmente il padre di una bimba orfana si presenta due giorni prima di iniziare una procedura adottiva internazionale ? Strano  ? No , riflettendo credo che sia la normalità in paesi come questi. Il nostro stato d’animo è comprensibile, avviso immediatamente il nostro Ente, Marat è disorientato, non sa che pesci pigliare , prendiamo appuntamento con l’ambasciata , riteniamo che sia giusto che sappiano come stanno le cose, visto che l’ambasciata ci ha dato una mano enorme per tutta la procedura adottiva.Il nostro umore è nero, io sono disposto a tornarmene a casa anche domani , Simona è più cauta, incalziamo Marat per essere più diretto , lavorare più di punta e meno di taglio, e cercare di capire cosa si può fare , anche se potrebbe essere evidente cosa vogliono , non abbiamo già più la forza di aspettare.Ci sentiamo enormemente presi in giro, addirittura la stessa direttrice un anno fa voleva farci incontrare la bambina . Fine psicologa ? Tutto premeditato ? Il sospetto viene, ci è sempre stato assicurato che tutto era stato controllato fin nei minimi dettagli , eravamo “sicuri” , tranquilli che una volta superati tutti gli ostacoli burocratici preliminari , poi sarebbe stato più agevole , non è stato così , è stata una vera e propria beffa.OK , andiamo in Aeroflot , come deciso il giorno precedente , per fare denuncia del mancato arrivo delle nostre valigie . Simona diventa una furia quando scopre che il tartaro smemorato ha dimenticato la denuncia del “lost and found” a casa sua , dall’altra parte della città.Arriviamo in Aeroflot , hanno cambiato sede, raggiungiamo la nuova sede, Aeroflot per il disagio è disposta a risarcire momentaneamente 100$ ma Simona non ha portato le boarding pass , prepariamo l’incartamento con l’intento di consegnare nel pomeriggio o al più tardi l’indomani mattina le due boarding pass . Tutta la procedura è stata portata avanti da me e Simona in Inglese, anche perché Marat , da quando siamo arrivati in Aeroflot è attaccato continuamente al cellulare.In uscita dalla sede dell’Aeroflot, Marat ci avvisa che la direttrice dell’Istituto vuole incontrarlo, ci facciamo accompagnare in centro e ci accordiamo di ritrovarci per le 14:00 ora di appuntamento con l’ambasciata.Noi pranziamo nel nostro luogo preferito di Tashkent , nei giardini vicino ad Amir Timur Square , e la cosiddetta Broodway . Alle 13:45, il nostro messaggero è di ritorno con notizie che ci danno speranza ma che ci fanno incazzare ancora di più, Alessandra è veramente orfana, la fantomatica visita è stata fatta da uno zio che per sei anni non si era mai visto (che coincidenza) , dopodiché il discorso si è spostato su dei regali incautamente promessi dall’Ente e mai consegnati, spiegato come stanno le cose e della nostra volontà già espressa in tempi non sospetti di voler contribuire al buon funzionamento della struttura dell’istituto con una offerta di 1000€ , le cose pare si siano sbloccate , l’indomani il nostro diplomatico e poco battagliero referente, solo,  dovrà recarsi dalla direttrice con il nostro dossier (ma non dovrebbe già averlo visto e comunque perché non lo aveva già fatto in precedenza sapendo che saremmo arrivati ?) .Avvisiamo e raccontiamo tutto all’ambasciata che ci dice chiaramente che a questo livello loro non possono fare nessun tipo di pressione e comunque di aspettare gli sviluppi prima di decidere di lasciare il Paese.Rientriamo a casa, Marat non ha mangiato nulla quindi gli offriamo qual poco che abbiamo comperato , telefoniamo a casa e mettiamo al corrente le nostre famiglie telefonando tramite una scheda Uzbeka internazionale prepagata .L’Ente tenta di rassicurarci dicendo che questi inconvenienti a volte capitano ‘ e conoscendoci ci raccomanda di stare calmi e tranquilli , ma onestamente ciò non mi tranquillizza anzi, mi fa ancora più rabbia , se avessimo voluto la possibilità di questi contrattempi saremmo andati ad adottare in Ucraina oppure in Russia, sarebbe stato tutto più semplice , si sarebbero conosciuti e previsti sia gli intoppi sia come affrontarli.