Gamelander

La sindrome del "Mario Bross"


Ho sempre sofferto di quella che potrei definire la “sindrome di Mario Bross”, è un patologia che consiste nella totale incapacità di giocare a qualsiasi tipo di videogioco arcade. Chi è affetto da tale patologia di solito si diverte di più a guardare gli altri giocare piuttosto che a giocare personalmente. Infatti, quando gioca lui, di solito, la partita dura trenta secondi, riesce a bruciare vite e gettoni ad una velocità da guinness dei primati. Da ragazzino mia madre mi dava cinquemila lire per giocare ed io riuscivo a bruciarle più rapidamente della Lehmans Brothers, mia madre non credeva che riuscissi a far durare quei gettoni così poco tempo, credo che avesse il sospetto che li giocassi alla roulette piuttosto che ai videogiochi. Ancora oggi, dopo tanti anni, vorrei sapere cosa si nascondesse dietro il 5°livello del Ghost’n Gobilns, se esistesse veramente una principessa da salvare, per me è rimasta sempre un sogno. Ovviamente il 5° livello l’ho visto grazie ad altri, giocando da solo non sono mai andato oltre il secondo schema (nonostante il mutuo acceso con i proprietari del bar per pagare i gettoni). Un amico una volta mi disse che lui giocava così bene al Ghost’n Goblins che non solo aveva salvato la principessa, ma aveva passato con lei una settimana in crociera godendo delle sue grazie. E pensare che io mi sarei accontentato di vederla da lontano.   La mia avversione ai videogiochi ha in realtà delle eccezioni, sono un campione di tetris, un super campione, anzi, credo che potrei vincere il titolo intergalattico giocando a tetris, tuttavia, quando è passata la moda del tetris è passata di colpo anche la mia gloria ai videogiochi. Certo, oggi si sono trasformati, le grafiche sono rivoluzionarie, così perfette che non si distinguono dai film. Mio fratello (campione di videogiochi) quando guarda un film a volte si confonde e se non gli piace il protagonista cerca di modificarlo con il joistick. Ma non è solo la grafica ad essere rivoluzionaria, ormai si può fare ginnastica giocando ai video giochi. Una volta si poteva guidare la propria autovettura con un jostick a forma di volante, e questo era il massimo di interazione possibile,  adesso per far muovere la racchetta al proprio personaggio elettronico si deve muovere la propria racchetta elettronica, faticando come se si giocasse davvero,  (così chi giocava ai videogiochi per risparmiare fatica è rimasto fregato). Nel gioco del pugilato, poi, si devono muovere i pugni per boxare e se tanto mi da tanto, se la tecnologia continua a progredire in questo modo, tra poco si dovranno schivare davvero i colpi dell’avversario altrimenti verremo picchiati dalla nostra console!