Creato da: gandini il 10/11/2004
Consigliere Circoscrizione Centro Est - Comune di Genova. Centro storico, Oregina, Lagaccio, Castelletto, Carignano, Centro città

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Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
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Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
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Blog chiuso

Post n°136 pubblicato il 24 Marzo 2008 da gandini

Il nuovo blog è
http://lucianogandini.wordpress.com/.
Un saluto!

 
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282 volte grazie

Post n°135 pubblicato il 16 Giugno 2007 da gandini

E' finita una complessa campagna elettorale, fatta anche di sorprese. Ho raccolto un soddisfacente numero di preferenze personali, tra mille difficoltà. Giovedì sera si è tenuto il primo consiglio del Municipio 1 Centro Est e per questo ciclo amministrativo ricoprirò il ruolo di Capogruppo, in maggioranza.

282 volte grazie.

 
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Ripartire dalle piazze del centro storico

Post n°134 pubblicato il 23 Maggio 2007 da gandini

C’è un centro storico conosciuto di fama, ma sconosciuto nella pratica. Ci sono molte persone che parlando di via Prè o di via della Maddalena senza esserci passati una volta negli ultimi anni. Ci sono piazze altrettanto sconosciute e che non godono nemmeno della stessa celebrità. Basta farsi un giro, ad sempio, nei dintorni della Cattedrale di San Lorenzo. Subito sulla sinistra c’è piazzetta San Giovanni il Vecchio. Di fronte, lungo vico del Filo, la bellissima piazza delle Scuole Pie. Piazze fuori dai giri turistici e dello shopping, ma spazi bellissimi e scarsamente utilizzati, se non per opera di qualche meritorio commerciante o esercente. Avviene in piazza delle Vigne e in piazzetta delle Lepre e in pochi altri casi: se non fosse per i dehors e per l’iniziativa individuale non ci sarebbe nulla. E il nulla regna sovrano in tante altre situazioni: piazza dei Greci, piazza Senarega… ma l’elenco potrebbe continuare. Gli esempi di mancata o scarsa valorizzazione prutroppo sono tanti. La stessa Loggia di Banchi, sfruttata a singhiozzo non sempre da esposizioni all’altezza della cornice nella quale sono ospitati, non sembra proprio godere di un’adeguata programmazione che non sia semplicemente frutto di prenotazioni successive. I giardini Baltimora, ribattezzati non a caso “giardini di plastica”, poi sono il vero simbolo del disinteresse delle istituzioni. I progetti e gli annunci si sono succeduti negli anni, ma niente è stato fatto. Tutto questo, per giunta, avviene in pieno centro città. Di fronte alla assenza delle istituzioni, sia che sia causata da mancanza di progettualità che da mancanza di risorse economiche, non rimane che coinvolgere terzi, associazioni o privati che siano, per dare un’anima a luoghi, zone, situazioni, altrimenti non più vive.

 
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Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 22 Maggio 2007 da gandini

Non so come vada a finire questa complessa campagna elettorale. So solo che fare politica in mezzo alla gente è bello. Quindi grazie di avermi aperto le vostre case, di avermi offerto un succo di frutta, un thè, un caffè, un aperitivo. Grazie di avermi ascoltato e di avermi accolto come uno di casa, come un amico. Grazie per avere sopportato le mie mail, i miei sms, le mie telefonate, le mie comparsate sui giornali, i miei santini, le mie lettere, gli incontri, i convegni, le feste... comunque vada a finire, grazie per l'affetto e per la stima, che non si misurano col metro delle preferenze.

Grazie a tutti.

 
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Post N° 132

Post n°132 pubblicato il 30 Aprile 2007 da gandini

Il comico Dario Vergassola ha presentato ieri il candidato dell'Unione per il Municipio Centro Est Giuliano Bellezza.
Una bella manifestazione, facevano ridere tutt'e due
.

immagine

 
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Una fiaccolata per la libertà di espressione

Post n°131 pubblicato il 24 Aprile 2007 da gandini

Ero uno dei mille partecipanti alla fiaccolata. Una fiaccolata che voleva solo attestare la libertà per tutti di dire la propria opinione senza dover vedere il proprio nome sui muri in compagnia di simboli purtroppo ben identificati e minacce assortite. Bene hanno fatto gli organizzatori a chiedere di non mostrare bandiere o segni di riconoscimento politici di nessun tipo. Ad insegnare la loro idea di democrazia ci hanno pensato una quindicina di ragazzi, fermi in piazza di Soziglia, che hanno ululato alla mezzaluna il loro disappunto per questa manifestazione. Il buon Peppino Orlando ha cominciato a pagare il suo schieramento politico a suon di gavettoni di acqua dalle finestre, un gesto tradizionale di chi vive la città antica che solitamente serve per spostare i problemi, non certo per risolverli. Questa è stata la differenza tra chi sfilava con la propria candela e chi contestava questa manifestazione, che aveva il difetto di essere pacifica e non pacifista. Da un lato la forza della libertà di esprimere le proprie idee, dall’altro lo scherno e la violenza. Laici o cristiani, uniti contro questi episodi, che non sono nuovi, che non mi sono nuovi e che anzi ricordano un passato non troppo lontano.

Dichiarazione raccolta da Il Giornale - clicca qui per leggerla

 
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Non c'è seme che può fiorire senza legalità

Post n°130 pubblicato il 04 Aprile 2007 da gandini

Il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo l’articolo di Kiangpo Hau Seves (sul Secolo XIX di oggi 4/04/07) è che non c’è seme che potrà fiorire senza legalità. E la legalità non parla lingue, non ha colori di pelle, c’è o non c’è. La poesia e le metafore sono belle da leggere, fanno sognare e non fanno dimenticare, anche quando la dimenticanza è piena di memoria. E la memoria di Via Prè va indietro nel tempo, richiama ricordi e cartoline ingiallite. Ma lasciarsi trasportare dalle emozioni e dai ricordi può essere pericoloso e allontanare l’attenzione dal presente: un presente che la cronaca del Secolo poche pagine dopo descrive nella sua realtà. Pré e Maddalena sono i due grandi buchi neri, pezzi di una città che non è più città perché senza anima, un’anima costituita dal tessuto economico-sociale che c’era e non c’è più, dalle persone, dai commercianti. E quei pochi che resistono o che coraggiosamente ritornano non si sentono nemmeno dire grazie. Anzi, spesso vengono apostrofati con ironia.

Le ricette possono essere tante, si va dalla “tolleranza zero” dell’ex sindaco newyorkese Giuliani alla integrazione tante volte richiamata nei discorsi, ma che raramente ho visto attuata nel concreto. Personalmente pendo per la tesi “repubblicana”, ma politica vuol dire anche compromessi e confronto con sensibilità anche molto diverse tra loro. Va tutto bene, purché si dia una risposta all’urlo di dolore di ferragosto del parroco di Prè - Prè intesa come Via e non come simbolo di una Genova povera e straniera – che ancora adesso aspetta una risposta o alla pazienza dei cittadini di Salita Santa Brigida, e dedali limitrofi, che convivono con una reltà fatta di spaccio e di consumo di droga e che ancora aspettano alcuni cancelli o forse solo uno per ripristinare le minime condizioni di vivibilità. Le cattedrali nel deserto sono anche belle da vedere, come lo è la nuova piazza dei Truogoli di Santa Brigida, se non fosse per il piccolo particolare che i Truogoli vengono presi per contenitori dei rifiuti; come lo sono i finti giardini all’uscita della stazione della metropolitana di Principe; come sta diventando il mercato dello Statuto, bello, nuovo, ma irrimediabilmente dimezzato come numero di banchi negli ultimi anni; come lo è la stessa Commenda, anche quando la piazza viene pulita il tutto rimane desolatamente sporco, vittima del sistema di ristorazione in voga in zona: borsa frigo e porzioni per tutti, consumate in loco e poi abbandonate.

Il problema è che si è arrivati ad una situazione per la quale orami si parla di “politiche di recupero”. Chiedersi perché l’obiettivo di oggi è quello di far aprire locali pubblici e quello di ieri non è stato quello di non farli chiudere potrebbe essere un buon inizio.

 
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Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 25 Marzo 2007 da gandini

Parliamo delle strade nei quartieri alti di Genova... immagine

Questo video merita una riflessione...

http://www.youtube.com/watch?v=XQbxU93U6Kc

Complimenti vivissimi all'autore per questo "documentario".

 
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Post N° 128

Post n°128 pubblicato il 22 Marzo 2007 da gandini

Diradare il centro storico,
la Vincenzi doveva dirlo ben prima, ora è troppo tardi

Cambiano le parole, ma il concetto è quello. La differenza sta nel chi lo dice. Forza Italia, parlando del centro storico, lo ha sempre detto: "Abbattiamone un terzo". La forma era quella della vulcanica mente di Alberto Gagliardi, la sostanza era la necessità di dare aria e luce alla città vecchia, facendo pulizia di certi ruderi ancora presenti. Apriti cielo, i ben pensanti in servizio permanente effettivo hanno condannato la proposta senza nemmeno entrare nel merito. Coerentemente a quella linea si propose anche un progetto per Piazza Delle Erbe, firmato dall'architetto Vigna: una grande piazza a disposizione di tutti. Poi si è visto com'è finita... cemento e cemento. Addirittura è stato necessario tagliare uno spicchio di un palazzo perché da Piazza delle Erbe non si scorgeva più nemmeno il campanile della Chiesa di San Donato. La necessità di ricomporre "la palazzata medievale" è una delle motivazioni che portano a tante altre nuove colate di cemento. Si pensi al progetto della scuola in Salita del Prione, dove ora c'è una voragine risalente al dopoguerra. Le ruspe sono già in azione e un nuovo edificio sorgerà e contribuirà a togliere aria e luce. O si pensi al muro che taglierà in due il Porto Antico. Gli esempi potrebbero ancora essere tanti. E allora mi chiedo: dov'era la Vincenzi? Perché solo che cinque, dieci anni fa, non dico dal Parlamento Europeo, ma più semplicemente dalla poltrona di Presidente della Provincia, non ha chiesto "sole e sicurezza" per i nostri carruggi?

 
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Riportare la gente nei carruggi

Post n°127 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da gandini

Sarebbe un'offesa al buon senso sostenere che non ci siano stati investimenti nel centro storico di Genova. Prendiamo in considerazione, ad esempio, una delle aree più problematiche: da via Prè al Ghetto. Sono tanti i milioni di euro che hanno
interessato la zona. Dal Museo del Mare a via Balbi, da via del Campo ai Trogoli di Santa Brigida, da via Gramsci ai lavori in corso in via Prè, dal Ghetto a via Lomellini. Il totale fa tremare le vene ai polsi e i meriti vanno suddivisi di volta in volta e hanno colori politici diversi: finanziamenti governativi, finanziamenti regionali, fondi europei Urban, risorse comunali. Ma io residente in questa zona sto meglio o peggio? Ho più o meno paura di uscire di casa? Ho più o meno facilità a trovare i negozi di cui ho bisogno? Le risposte purtroppo non sono positive e non tengono conto dell'odore dei soldi. Il grido di dolore del parroco di via Prè di quest'estate sembra ormai lontano e l'eco ormai esaurita. Nel frattempo il tessuto economico sociale del quartiere ha cambiato pelle, nel significato più letterale della parola. Dove c'erano negozi italiani,
italianissimi, ora ci sono altri. Via Prè è sempre di più una terra straniera e nei dintorni gli ultimi colpi sono stati messi a segno dalla comunità cinese, l'unica che si può permettere di pagare un affitto di oltre quattromila euro al mese, stando a radio quartiere, più attendibile di qualsiasi agenzia immobiliare, per un negozio di fronte alla stazione Principe, o duemila per un negozio più piccolo in via Balbi. Cinesi ed ecuadoriani sono gli ultimi abitanti di queste strade e stanno sostituendo, nelle case e nei negozi, i genovesi. E la gente ha paura. La piccola criminalità aumenta così come lo spaccio, ma soprattutto il consumo. Basti contare le siringhe o i pezzetti bruciacchiati di carta stagnola che si trovano per terra.
Non c'è facciata colorata, non c'è pavimentazione rifatta, non c'è grande museo che tengano. Troppi anni sono passati. La bellissima piazzetta dei Truogoli di Santa Brigida appare come in una fotografia: ferma e vuota, nonostante il coraggio di chi è tornato ad aprire i negozi proprio lì. Il Mercato dello Statuto, in fase di restauro, ha visto dimezzare i banchi negli ultimi anni. Sono troppi i genovesi che non mettono più piede in via del Campo o in via Prè. C'è bisogno di far tornare la gente per bene, qualsiasi colore della pelle abbia, per queste zone. E' ora di fare qualcosa di diverso. E forse non ci vogliono nemmeno tutti questi soldi.

Pubblicato sul Secolo sabato 24 febbraio 2007 (http://rassegnaweb.comune.genova.it/pdf/archivio/2007/20070224/20070224secolo02800120070224n.pdf)

 
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