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Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 18 Novembre 2005 da gandini

Trovo questo articolo pubblicato sul Secolo XIX di oggi estremamente significativo...

Zanelli sempre in carica

Enrico Zanelli ha un passato da manager di vaglia e un presente da presidente, in uscita, di una delle più disastrate aziende genovesi: l'Amt. Nel suo curriculum, oltre agli studi alla Berckley University con Guido Rossi e alla cattedra di Diritto commerciale e Diritto dell'economia all'Università di Genova, facoltà di Giurisprudenza, spiccano gli incarichi ai massimi vertici del gruppo Bonomi (Miralanza, Italia e Milano Assicurazioni) oltre alla partecipazione a una miriade di consigli di amministrazione. Già simpatizzante della nuova sinistra in gioventù e democristiano di provata fede con la maturità (tanto da sfiorare, in un paio di occasioni, la candidatura a sindaco di Genova), Zanelli fu sedotto dal verbo di Umberto Bossi e di Gianfranco Miglio. Il che gli valse un posto nel comitato di presidenza dell'Iri.
Tornato sulla retta via del centro sinistra alla fine degli anni Novanta, aveva una, non tanto segreta, aspirazione, lui melomane appassionato: diventare sovrintendente del Teatro Carlo Felice. Il posto, però, era saldamente occupato da Nicola Costa. Così il sindaco Giuseppe Pericu, che evidentemente riteneva il suo apporto fondamentale per sistemare uno dei gangli più importanti della città, lo nominò presidente dell'Amt, la già allora pericolante Azienda municipalizzata trasporti. Nel primo anno di attività Zanelli riuscì a raddoppiare il passivo dell'azienda e a raddoppiarsi lo stipendio. In compenso pilotò la trasformazione dell'Amt da municipalizzata a società per azioni. E, per la verità, tagliando linee e personale e con qualche aggiustamento contabile, nell'esercizio 2000 è riuscito persino a chiudere un bilancio in pareggio. Poi è stato un crescendo wagneriano di risultati negativi, una sinfonia di perdite che si è abbattuta sulle spalle del Comune e quindi dei genovesi: 10,7 milioni di euro nel 2001, altri 17 milioni nel 2002, sino ai 40 milioni di passivo dell'esercizio 2003. Nel 2004 le perdite, accentuando tagli e ristrutturazioni, sono state contenute, si fa per dire, a 30 milioni di euro. In compenso i cittadini hanno subìto impotenti un drastico scadimento del servizio e il Comune ha dovuto vendersi buona parte del patrimonio immobiliare per ripianare i bilanci dell'Amt.
Per il 2005 è prevista una vera e propria voragine, anche perché l'ingresso di un socio come la francese Transdev imporrà una severa opera di pulizia di bilancio.
Tutta colpa di Zanelli? Probabilmente no. Ma resta il fatto che a firmare i bilanci dal '98 in poi è stato proprio l'uomo imposto e strenuamente difeso da Pericu, che lo ha rinnovato per due mandati consecutivi. Tutte le colpe, dunque, no, ma certamente buona parte delle responsabilità sì.
Ora per Zanelli, alla bella età di 73 anni, è arrivata l'ora di scendere al capolinea. In città, visto lo stato in cui lascia l'Amt, non pochi tirano un sospiro di sollievo. Il sindaco Pericu, invece, alla luce di questi brillanti risultati, ha in serbo una sorpresa: ha indicato Zanelli nel consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, ossia l'azionista di riferimento di Banca Carige.
Perché questa nomina? Forse che Zanelli ha da essere risarcito per la perdita della poltrona in Amt? Ma risarcito di che cosa? Oppure la Fondazione ha assolutamente bisogno di un manager di tale spessore per una salutare iniezione di spirito imprenditoriale? Francamente, però, volendo pescare nella cosiddetta società civile, esistono figure che danno più affidamento per la gestione sul territorio delle risorse garantite dai dividendi della banca.
Non vogliamo certo ledere le prerogative che la legge riserva al sindaco, ma forse qualche spiegazione ai genovesi e ai liguri, su questa vicenda, Pericu dovrebbe darla.

chiarelli@ilsecoloxix.it


(Teodoro Chiarelli)
18/11/2005 
 

 
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