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LE DONNE DOGON


prima di partire, avevo letto che in mali veniva prodotta una birra particolare, fatta col miglio, una bevanda che veniva prodotta e venduta dalle donne di una zona particolare molto bella e patrimonio unesco, il territorio dogon. la prima sera la passiamo a djenné, con la sua grande moschea patrimonio dell'umanità. ci viena offerta la possibilità di provare la tanto fantasticata birra e la prova è...deludente! per niente frizzante, pochissimo alcool, nessun sapore particolare, se non quello che ricorda l'aceto di una birra "andata". le persone del posto dicono che purtroppo, per trasportare la birra dalla zona di produzione a lì ci sono voluti giorni e che la bevanda non dura più di 3-4 giorni dopo fatta, quindi...quella assaggiata era davvero andata un pò ad aceto. ci ripromettiamo di riprovarla nella zona di produzione e così, al mercato di sangha beviamo un pò di questo nettare prodotto sicuramente il giorno prima e non sentiamo più l'aceto della volta precedente. ma di birra, aveva poco. infatti si vende in dei bidoni aperti, giusto un piatto di plastica per evitare polvere e sabbia. rimane un prodotto non frizzante, non imbottigliato, senza luppolo e nessun aroma particolare. un poco dolce, indice della presenza di zuccheri e destrine non trasformati. insomma, io avevo pensato ad una birra più o meno come la conosciamo, a parte la variante del materiale usato e invece provo un'acqua dolciastra colorata dal miglio bollito e poi inoculato con del lievito madre locale. mi incuriosisco e vado a vedere come le donne dogon producono questa birra e, non solo gli ingredienti base non sono completi, ma il processo tecnologico non lo conoscono; ad esempio bollono il miglio schiacciato per molte ore, ma senza badare alle temperature; non vi sono altre aggiunte, né amaricanti, né orzo e il lievito di sicuro non è ideale per la fermentazione, visto anche il grado alcolico bassissimo. allora mi viene una idea.