La stanza e la sfera

3.0


L'isola dei sogni*, 1 anno primaRitto in piedi su una montagna di rifiuti, alla luce delle stelle e dei numerosi fuochi accesi in tutta la discarica, un uomo vestito di nero osservava il desolante paesaggio intorno a sé, con un nodo alla gola. Un ragazzo di origini indiane si arrampicò freneticamente fino a lui e, palesemente sconvolto, gli parlò tra lacrime di disperazione:"Meastro, maestro!"L'uomo, pur rendendosi perfettamente conto della presenza dell'amico, era talmente teso che non mosse un muscolo."Maestro... è terribile... anche Sej è caduto!"Lo straniero non riusciva a trattenere le lacrime: "Non ce la facciamo... sono troppi... e stanno venendo da questa parte!!"L'uomo premette con il pollice un tasto nascosto sulla strana elsa nera che impugnava, e immediatamente la lama della katana** (nera anch'essa, ovviamente) si allungò."Maestro?""Io non sono maestro di nessuno, Govinda.""Koji..." disse allora Govinda, ancora tremante "cosa vuoi fare?""Affrontarli.""Ma è impossibile!!""Che altro possiamo fare??" gridò Koji in tutta risposta.L'indiano, seduto a terra, si teneva la testa tra le gambe, e riprese a piagnucolare: "Io non ce la faccio... Non ce la faccio più..."Koji quasi sussurrò la risposta, e non si capiva bene se parlasse con l'amico o con sé stesso: "Non mi arrendo senza combattere.""Ma a che serve?" replicò l'indiano, che lo aveva udito "Non abbiamo speranze!""Io non lo accetto! Non accetto di dover morire qui! Non mi importa nulla di questo gioco, di Gantz o degli alieni, ma io voglio vivere! Non è giusto che dobbiamo morire in questo modo!"Koji fece stridere i denti dalla rabbia, ed anche a lui cominciavano a sgorgare lacrime dovute alla tempesta di emozioni che gli imperversava dentro. Un'orda di mostri insettiformi si era radunata intorno alla montagna di rifiuti su cui erano arroccati i due, e stava cominciando a salire; Koji strinse la spada con entrambe le mani."Anche se ci fosse una sola possibilità su mille di vincere, io non mi darò per vinto! Non ho paura di soffrire! Non ho chiesto io di essere qua, e odio Gantz molto più di questi mostri, ma non mi arrendo! Non posso... non riesco ad accettarlo! Combatterò fino alla fine! Combatterò finché avrò anche un solo alito di vita in corpo! E se devo morire, morirò maledicendo Gantz! Questo è il mio modo di agire! Perché io sono un guerriero! Perché io sono un EROE!! FARO' QUELLO CHE DEVE ESSERE FATTO, A TUTTI I COSTI!! A QUALSIASI PREZZO!!!"Gridando con tutta la rabbia che aveva in cuore, Koji spiccò un salto e, sfuttando le capacità della tuta, atterrò in mezzo alle file nemiche. Poi diede inizio al suo ultimo combattimento.*L'Isola dei Sogni è il nome della discarica di Tokyo.**La katana è la classica spada giapponese che utilizzavano i samurai.