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processo Pell


l’australiana Belinda Wallington del tribunale di Melbourne, Stato di Victoria, almeno un pezzo del futuro delle finanze vaticane. Sarà infatti lei a dover decidere se avrà luogo o meno il processo contro il cardinale George Pell76 anni, accusato di aver commesso abusi sessuali su minori nella seconda metà degli Anni 90, quando era arcivescovo di Melbourne, e ancora molti anni prima, all’epoca in cui operava nella diocesi di Ballarat, località di cui è originario. Dal 5 al 29 marzo davanti al Tribunale dello Stato di Victoria, nel frattempo, si sono svolte numerose udienze in gran parte a porte chiuse - durante le quali sono stati ascoltati più di 50 testimoni e ora si attende la decisione del giudice Wallington. Il 17 aprile accusa e difesa presenteranno le loro conclusioni e successivamente il magistrato dovrà prendere una decisione: o valuterà che vi siano sufficienti elementi per far proseguire il processo, oppure il procedimento si concluderà. Un’ipotesi, quest’ultima, che non è così remota.
  Le testimonianze contro Pell,  fanno riferimento a fatti molto lontani negli anni, non sempre sono coerenti, ma soprattutto la difesa del cardinale contesta una certa volontà persecutoria nei suoi confronti da parte degli investigatori, tradottasi nell’omissione di elementi che potevano indebolire l’impianto accusatorio. Inoltre, ci sono una serie di testimonianze importanti a favore del cardinale. D’altro canto è pure emerso che un’indagine sull’alto prelato australiano era iniziata già nel 2013, segno che un lungo e complesso lavoro giudiziario è stato portato avanti. Un libro : il cardinale era stato chiamato in causa, insieme con altri prelati, per aver insabbiato casi anche gravi di violenze. A far da detonatore alle accuse rivolte questa volta direttamente al cardinale, era stato, giusto un anno fa, un libro della giornalista Louise Mulligan, The Cardinal: The Rise And Fall of George Pell (Il cardinale: ascesa e caduta di George Pell) nel quale si faceva riferimento a presunti abusi da parte di Pell su due coristi nella cattedrale di St. Patrick a Melbourne a metà degli Anni 90. Un caso controverso, si contesta il modus dei media di etichettare il prete.A suo favore gioca il fatto che non si sia sottratto al processo e che in questi anni abbia sempre risposto alle sollecitazioni delle autorità australiane. Tuttavia una parte significativa della verità risiede nel valore delle testimonianze ascoltate nelle ultime settimane dalla corte. il ritorno di Pell in Vaticano. Il porporato, infatti, avrebbe manifestato, anche in questi giorni, la volontà di portare a termine il suo lavoro alla guida della Segreteria per l’Economia. Al contrario la decisione di un rinvio a giudizio costituirebbe la fine della carriera di Pell ai vertici vaticani e della Chiesa. A quel punto è probabile che Papa e Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, procedano alla scelta di un nuovo prefetto per il dicastero economico della santa Sede. Il tempo perso, infatti, è già molto, senza contare la turbolenta uscita di scena di Libero Milone, ex revisore generale dei conti vaticani, accusato di aver indagato indebitamente su alcune personalità di alto rango della Chiesa (Milone ha replicato di aver operato cercando di portare avanti la politica di trasparenza finanziaria). L'unica certezza è che i nuovi bilanci vaticani, redatti in base a principi contabili aggiornati, restano sepolti in qualche limbo.