revenge of music

Bergamini ombre parte 0


Alla fine degli anni Ottanta, una cittàdai due volti. Da una parte la città oscurae sotterranea, nella quale domina la “cappa”di una cupola politico-giudiziaria-massonicae mafiosa tuttora visibile e operante (almenofino a quando qualcuno non metterà un veroprocuratore capo nel “porto delle nebbie”) edall’altra la città degli Ultrà Cosenza e dei NucleiSconvolti ovvero l’anima progressista e ribelle.I calciatori del Cosenza hanno a che fare,naturalmente, con tutte le diverse animedi questa città. Amano gli ultrà perché lorocoetanei e perché hanno gli stessi interessi,dalle ragazze alla voglia di divertirsi e diaggregarsi. Una Curva sempre piena, ottomilaanime che ti incitano e ti spingono aspaccare il mondo, del resto, non può cheesercitare un grandissimo fascino suun giovane calciatore.I dirigenti calcistici impastati con ambienti massonici:Il presidente Carratelli appartiene all’avvocatura (e abbiamo visto che potere esercitava) e ci sono ben pochi dubbi che sia massone, così come il vicepresidente, lo stampatore Umberto De Rose, figlio di Tanino, un grande massone che non si è mai vergognato di dirlo (a differenza di Carratelli). L’altro vicepresidente Salvatore Perugini è avvocato e nipote dell’ex presidente del Cosenza ed ex dominus democristiano della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, scomparso prematuramente e medita di entrare in politica come il padre, il senatore democristiano Pasquale. Paolo Fabiano Pagliuso si occupa dell’ arredamento di bar e ristoranti ed è imparentato con uno dei boss della malavita, Franco Perna, Antonio Serra (anche lui in odore di massoneria) lavora nel campo dei materiali sanitari, Giorgio Trocini è bene inserito nel mondo dell’edilizia e così via.Il dirigente accompagnatore della società è Santino Fiorentino. Gestisce un negozio di abbigliamento sportivo, “Giocasport Franca”, su via Panebianco ed è il cognato di un boss della malavita cosentina, Tonino Paese (appartenente al clan Perna-Pranno), che passa molto tempo in un biliardo a due passi dal negozio di Fiorentino, che si chiama “Brutia Club”. Paese è sempre stato un grande tifoso del Cosenza, animato da una passione che lo porta a seguire la squadra dappertutto. All’inizio degli anni Ottanta è passato alla “leggenda” .Nel corso della settimana di feste dopola promozione, il Cosenza viene invitatoanche a giocare una partitella nel campettoin terra battuta di fronte al negozio diFiorentino, nella traversina del Bar Perri,in un’atmosfera di grandissima condivisionee di festa generale. Ancora oggi ce n’è testimonianza su you tube e si può vedere un Denis Bergamini scatenato nei festeggiamenti.Un anno e mezzo dopo, Paese, che giraper la città con una Maserati Biturbo bianca col tettuccio nero e con il radiotelefonovicino al cambio, ha esigenza di venderela macchina, che risulta intestata a una suaparente. Parla con un po’ di calciatori e allafine la cede a Denis Bergamini. Pare avessepercorso soltanto mille chilometri e che siacostata 35 milioni al nostro centrocampista.Denis compra la Maserati  ad agosto del 1989, quattro mesi prima di morire. Quella macchina ha percorso solo una volta il tragitto Cosenza-Ferrara e non ha mai seguito il Cosenza in trasferta. Il problema è che Paese muore ammazzato neanche due anni dopo l’omicidio di Denis (pare, ironia della sorte, per problemi legati a una donna) e così non c’è stata più la possibilità di ascoltare quello che sarebbe stato un “testimone” importantissimo anche per quei cronisti che cercavano la verità.Bergamini a soli 27 anni muore ,la morte  avvenutanel lontano 18 novembre del 1989, scossel’opinione pubblica lasciando tanto dolorenel cuore di familiari, amici e colleghi.Ci son voluti più di trent’anni per definireche il giocatore del Cosenza non si suicidòlanciandosi sotto un camion, come fu dettoallora, ma fu ucciso strangolato da unasciarpa e poi gettato sotto quel camion persimulare un suicido. Rimangono indagatil’ex fidanzata dell’epoca e testimone ocularedella tragedia Isabella Internò, accusata diomicidio. Il marito  Luciano Conte, al tempoin servizio alla Mobile di Palermo, perfavoreggiamento insieme all’autista del camion.