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« massoneria hondurasil piano elite per la pedofilia »

una figlia che si racconta

Post n°1061 pubblicato il 28 Febbraio 2018 da garden8
 

la storia della professoressa che urla contro i poliziotti schierati 

per eventuali attacchi dei centri sociali sta facendo il giro del web.

cosa è bene voi sappiate ?

Cara professoressa, ti parla la figlia di un

appartenente alle forze dell'ordine.

Tu che gli urli "dovete morire", vedi ogni

volta che mio padre si allaccia gli anfibi e

si chiude il cinturone ho davvero paura

che qualcuno lo faccia morire. Forse tu

non sai cosa vuol dire. Tu non sai cosa

vuol dire vivere di turni, vivere di

imprevisti, di compleanni in cui nelle foto

ci sono tutti: tranne lui. Del pranzo di

Natale che diventava freddo a forza di

aspettarlo. Del cuscino vuoto accanto

a mia madre. Del freddo, del sonno,

del sangue sulla strada, degli insulti che

gente come te ogni giorno rivolge a chi

indossa una divisa.

Cara professoressa, hai mai provato ad

accarezzare la stoffa della giacca di

un poliziotto o di un carabiniere? Sai non

è di un cotone morbido, non è il lusso

che tutti credono che lo Stato regali a

quegli uomini e a quelle donne in divisa.

Cara professoressa, tu sai che mentre

auguravi a quei ragazzi la morte a casa

c'erano i loro bambini che si erano

appena addormentati che si aspettavano

di vedere i loro papà il giorno dopo

come tutti i giorni? Lo sai che c'erano

madri, fidanzate e mogli che in quel

preciso momento stavano pensando

a loro? E stavano pensando se magari

potevano avere troppo freddo là fuori?

Non sono dei mostri come li dipingete.

Ma sono persone. Le stesse persone

che chiamate a tutte le ore se avete

bisogno di aiuto, e loro anche se voi

gli augurate le morte vengono ad

aiutarvi: perché hanno giurato di

esserci, e quella divisa che tanto

odiate rappresenta anche questo.

C'è chi della propria divisa ne fa

un abuso, come ovunque c'è la

mela marcia e sono concorde nel

punirlo adeguatamente secondo le

leggi, ma non per questo bisogna

augurare il male a tutti coloro che

indossano una divisa. Perché io

nonostante tutto non auguro del

male a nessuno e mai lo farò,

perché mi hanno insegnato il

rispetto per la vita di tutti. Così,

cara prof, ora vai e guarda negli

occhi tuo padre e

tuo marito/compagno/ fidanzato che sia

(se ne hai uno), guardali negli occhi

e cerca solo di immaginare cosa si

possa provare: a sapere che tanta gente

come te augura la morte a quegli uomini

che per noi sono la vita.

tr

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SEX CRIMES

la visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.

Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.

Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?

Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?

 

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