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« GERMANY 2006: UN' ALTRA...Caro, vecchio cinema italiano »

I profili di Germany 2006

Post n°13 pubblicato il 19 Marzo 2006 da Gasponi

 [Gruppo A]

Germania: Miroslav Klose

Con tutta sincerità, dopo averlo visto contro la nostra Nazionale, ho capito che non deve dormire sonni tranquilli. Per quanto il suo cuscino possa essere comodo ed il suo talento innegabile, credo che riposerà malissimo se ripenserà (e statene certi che lo farà) a come il resto della squadra si è comportato in quell’amichevole. Potenzialmente capocannoniere, ma anonimo se lasciato da solo.

Costa Rica: Paulo Wanchope

Mi ricordo di questo ragazzo ai Mondiali di Corea e Giappone, credo in una confusissima e spassosissima sfida con la sciagurata Cina. Se non vado errato, il Manchester City se lo trascinò in Premier League non appena riconquistata la promozione, 4 o 5 anni fa; di più non so. Chi l’ha visto ?

Polonia: Emmanuel Olisadebe

La curiosità di vedere un uomo di colore correre dietro ad un pallone, con indosso la maglia biancorossa, mi ha fatto pensare molto alla fuga di cervelli ed a quella di piedi. Per fortuna, da noi, a differenza della ripudiata Nigeria, i piedi buoni sono rimasti sempre dove stavano. Da rintracciare.

Ecuador: Ulises De La Cruz

Quante possibilità ci sono che Trapattoni abbia iniziato a fumare pesante non appena gli fu noto che avremmo incontrato questa selezione ? Secondo me ve ne sono in numero ragionevole, vista la paura (dichiarata in un’intervista !) delle incursioni provenienti dalla fascia percorsa da questo eroe e dal connazionale Tenorio. Brancaleone da Norcia.

[Gruppo B]

Inghilterra: Michael Owen

Le recenti peripezie lo hanno reso paragonabile più ad una meteora che ad un calciatore, ma sappiamo tutti di che pasta è fatto. Il passaggio dalle merengues al Newcastle mi ha fatto piacere, soprattutto perché so che nelle squadre del nord si deve stare coi piedi ben piantati a terra, guarda caso l’unica cura efficace contro le pericolose e recenti sbandate di questo golden boy. Forza che ce la fai.

Paraguay: Carlos Paredes

Il suo profilo è presente per una sorta di riconoscenza territoriale che devo alla Reggina. Da quando spazza il centrocampo in riva allo Stretto, non somiglia nemmeno lontanamente alla bistrattata riserva che sedeva sulla pur prestigiosa panchina del Porto. Vediamo cosa sai fare.

Trinidad & Tobago: Dwight Yorke

I Caraibici ancora si ostinano a credere che l’unica catastrofe che potrebbe plausibilmente colpire le loro isole sia l’uragano. Quello più recente, sicuramente il meno disastroso, si chiama uragano Dwight. Alla prima apparizione mondiale del suo Paese, l’anziano trequartista torna in Nazionale dopo 5 anni, presentandosi come portabandiera: speriamo che, alla fine della festa, gli rimanga almeno quella ! Banana Joe.

Svezia: Zlatan Ibrahimovic

Sono curioso di vederlo all’opera per due motivi: 1) voglio testare l’efficacia del suo gioco, secondo me più fisico che tecnico, quando dovrà fare i conti con giocatori-personaggio tipo John Terry e Rio Ferdinand; 2) voglio che si renda conto, sulla propria pelle, che non tutti i difensori avversari si chiamano Stovini, Tosto o Kuffour, e che non tutti si lasciano sbeffeggiare o prendere a testate, per di più in diretta tv, senza presentare il loro conto. Occhio pesto.   

[Gruppo C]

Argentina: Lionel Messi

Tutti lo cercano, tutti lo vogliono: la speranza è che Pekerman lo metta in campo senza paura, ricordandosi che avere quella maglia sulle spalle, in certe occasioni, è già sinonimo di garanzia. Davanti a sé si trova un certo Riquelme, non proprio l’ultimo arrivato: dopo una salita, però, questo ragazzo deve ricordarsi che c’è sempre una discesa. Guarda come ti incanto il mondo.

Costa d’Avorio: Didier Drogba

La stella del Chelsea dovrà dimostrare di valere fino in fondo, sul palcoscenico più importante, ognuna delle maledette petro-sterline trasferite da Abramovich sul conto dell’OM. Il suo unico problema, un po’ come Sheva, è capire a quale corriere espresso rivolgersi per farsi recapitare il pallone. Profeta nel deserto 1.

Serbia-Montenegro: Mateja Kezman

Come non citare il miglior attore non protagonista della Liga ? Non fatevi domande assurde: tutti i tifosi dell’Atletico Madrid si aspettano miracoli targati Torres ad ogni partita, ma è spesso questo ragazzo di 26 anni a togliere le castagne dei Colchoneros dal fuoco. Ha segnato il gol valido per la qualificazione contro la Bosnia, in un triste scontro tra gli scheletri del vecchio leone jugoslavo. A me gli occhi.

Olanda: Rafael Van der Vaart

Purtroppo, quando vedo quel bel colore arancione e quella bella scritta KNVB, mi viene in mente un solo aggettivo: perdenti. Per me l’Olanda è tutto questo: una fabbrica di talenti impressionante, di livello internazionale, espertissimi, guidata dall’attaccante per antonomasia, ma incapace di vincere. Ed allora, spazio al nuovo che avanza: anche se l’Amburgo non vincerà la Bundesliga, secondo me questo ragazzo potrà continuare in Nazionale il lavoro iniziato col club tedesco, e credo che i frutti si vedranno. Largo ai giovani.

[Gruppo D]

Messico: Jared Borgetti

Me lo ricordo bene: ancora non era l’anima dell’attacco del Bolton, ed il gol che realizzò di testa contro l’Italia, 4 anni fa, è certamente tra i più difficili che si possano pensare di realizzare. Gli bastò quell’occasione per dimostrare di essere il più abile giocoliere aereo proveniente da oltreoceano. Hasta la tiesta.

Iran: Ali Daei

Non ero ancora nato la prima volta che l’Iran partecipò ad un Mondiale, non mi sono interessato dell’ultima. Non posso quindi conoscere la squadra, come forse non la conosce neanche il più appassionato degli esterofili. Rispetto quindi gli anziani e faccio il nome di questo attaccante, 36 anni, descritto come il più prolifico della storia del calcio iraniano. Sconosciuto.

Angola: Fabrice Akwa

Questo è il mondiale degli eroi: dopo Yorke e Kezman, eccone un altro. Ha 29 anni ed è il capitano della selezione, e credo che tutti i suoi connazionali se lo ricorderanno per aver segnato la storica e decisiva rete della qualificazione, ai danni del Qatar. Tale impresa potrà tornargli utile quando appenderà le scarpe al chiodo e deciderà di presentarsi alle elezioni presidenziali della Repubblica Popolare dell’Angola. Già pronto lo slogan. Più calcio per tutti.

Portogallo: Cristiano Ronaldo

La sua speranza è quella dei suoi compagni di squadra: non imbattersi in sorprese dall’impatto devastante. Nonostante i timori, bisognerebbe ricordargli che di Grecia ne esiste una sola, e che per di più questa volta non partecipa alla festa. Il suo talento è riconoscibilissimo, anche se gli manca un’esperienza vincente vissuta da protagonista. L’occasione è di quelle uniche, e pure se ha solo 20 anni, sa che l’avventura tedesca inciderà in maniera importante sul suo futuro. Tanta voglia di crescere.

           

[Gruppo E]

Italia: Francesco Totti

La mia anima è giallorosa, ma sono il primo a rimproverarlo per il ridicolo ed irresponsabile comportamento tenuto ad Euro 2004. Perfino il Papa sa quanto sia bravo a giocare, ma dovrà comprarsi un garage dove rinchiudere i nervi ed i cattivi pensieri. Tutti speriamo si rimetta in tempo dall’infortunio, altrimenti, nonostante la sorpresa Perrotta, avremo più di un ragionevole dubbio in mezzo al campo. Deve rimettersi bene e possibilmente in fretta, stare tranquillo, assumersi le proprie responsabilità ed imparare a dominarsi. E’ una sfida non facile, ma soltanto lui può mettersi i bastoni tra le ruote. Il suo peggior nemico è dentro sé stesso.

Ghana: Michael Essien

E’ la stella di un centrocampo, se mi permettete il termine, elefantesco. Assieme ai navigati Appiah e Muntari forma una mediana atletica, tutta grinta e polmoni, come nella migliore delle tradizioni del continente nero. Tuttavia ci sono un paio di domande cui il campo dovrà inevitabilmente rispondere. E’ davvero un centrocampo schiacciasassi ? E poi, siamo sicuri che il ragazzo in questione valga 36 milioni di euro o possiamo tranquillamente dire che il Lione lo ha venduto a Babbo Natale-Abramovich ? Nel segno della proboscide.    

Stati Uniti: DaMarcus Beasley

Pensavate davvero che gli Americani potessero mancare ? La squadra non è attrezzata per le lunghe percorrenze, ma si presenta ai nastri di partenza con questo velocissimo attaccante che gioca nel PSV Eindhoven. Gli unici italiani che dovrebbero ricordarselo sono Nesta e Maldini, messi in difficoltà dalla rapidità del ragazzo durante la Champions League dello scorso anno. Dio benedica l’America, e poi gli passi il pallone…

Repubblica Ceca: Milan Baros

Lo hanno parcheggiato all’Aston Villa subito dopo l’impresa di Istanbul targata Reds, ma lui non demorde. Il Liverpool ha provato a sostituirlo con Peter Crouch, ma le credenziali di chi ha strappato una Champions League al Milan non possono essere le stesse del miglior centravanti di un qualsiasi Southampton. Il ragazzo, assistito da Rosicky e Nedved, ce la metterà tutta per riscattarsi, e le capacità certo non gli mancano: in ogni caso, fortuna vuole che i colori della nostra divisa siano lontanissimi dal rosso ! Aspettate e vedrete…

[Gruppo F]

Brasile: Marcos Cafu

Ultimo giro sulla giostra per questo instancabile esterno dalla carriera lunghissima e vincente. Credo sia inutile dire che il trofeo più inaspettato sia stato lo scudetto vinto con la Roma, come è inutile dire che si porterà dietro l’esperienza di 4 (!) finali dei Mondiali, con 3 titoli all’attivo. L’ultimo contributo che può dare alla Seleçao è portare il suo carisma e la sua esperienza all’interno dello spogliatoio, dando gli ultimi consigli alle giovani stelle verdeoro. Gli è stato concesso, durante i minuti che trascorrerà in campo, di non superare mai la linea mediana. Grazie di tutto, saluti e brindisi.

Croazia: Dado Prso

Me lo ricordo come un abile incursore aereo, quando la sua schiena si riscaldava al sole del Principato di Monaco. Dopo questo flash, però, mi viene in mente soltanto un viaggio di sola andata per Glasgow, sponda Rangers, meta preferita per coloro i quali mirano ad un lauto ingaggio piuttosto che ad avventure calcistiche stimolanti. Anche per quelli come lui esiste la possibilità di cambiare rotta, di lanciare quel Dado sperando che venga fuori la faccia col numero 6. Finora deludente.

Australia: Mark Bresciano

E’ strano pensare che il Mondiale dia spazio a giocatori i quali, durante la stagione, si trovano ad affrontare imbarazzanti situazioni quali il rischio retrocessione che sta correndo il Parma, orfano dei miliardi di Tanzi. Mark Bresciano, nonostante la sua esperienza italiana non sia proprio trionfante, farà sicuramente la sua degna figura, insieme al suo compagno di reparto (sia in Nazionale che al Parma) Grella. Il girone è però proibitivo, coi due posti più importanti che paiono già assegnati in partenza. Sulle ali della dignità.

Giappone: Shunsuke Nakamura

Chissà come si starà comportando con la maglia del Celtic Glasgow, certamente più ricca e prestigiosa di quella della modestissima e nostrana Reggina ? Potrei pensare che abbia firmato il contratto per gli stessi motivi per cui l’ha fatto Prso, ma capita che percorsi uguali non siano legati necessariamente a storie uguali. Di conseguenza, aspetto che sia lo stesso fantasista a chiarirmi il motivo per cui continua ad avere mercato. Se rimarrò deluso, allora avrà avuto ragione il presidente Foti ad incassare il suo bravo assegno di cessione. Mostrami come giochi e ti dirò chi sei.

[Gruppo G]

Francia: Zinedine Zidane

Il ritmo della Marsigliese è davvero coinvolgente. Probabilmente questo Zidane neanche lo sa, tanto che per tornare a sorreggere le strutture dei Bleus si è addirittura fatto pregare, quando sembrava che la qualificazione ai Mondiali fosse a rischio. Ineccepibile la sua carriera nei clubs, ma a livello mondiale il franco-algerino deve prendersi la squadra sulle spalle e farsi perdonare la spaventosa debacle dell’ultima rassegna, durante la quale persino la mediocre Danimarca sembrò una corazzata. Datti da fare.  

Svizzera: Valon Behrami

Dopo aver staccato il biglietto per Germania 2006 grazie a meriti sia calcistici che pugilistici (colossale la scazzottata post-spareggio tra gli Svizzeri e la selezione turca), la sfida che si presenta di fronte al centrocampista della Lazio è di quelle davvero serie: riuscirà a farsi apprezzare come esterno destro ? I dubbi proseguono estendendosi all’intera rappresentativa: il passaggio agli ottavi non pare essere in pericolo, ma dopo che ne sarà dei montanari ? Da valutare.

Corea del Sud: Park Ji Sung

Nessuno di noi ha un buon ricordo di questa rappresentativa, e la sua presenza a questa nuova edizione, la sesta nella storia della federazione, sarà il metro di giudizio reale per valutare le caratteristiche della squadra. Scomparso il giustiziere Ahn, l’elemento più rappresentativo è questo esterno destro del Manchester United: la sua militanza in Premier League, tuttavia, non è certo sinonimo di eccellenza ! Basti pensare che soltanto Byron Moreno ci ha eliminati, annullando due reti regolarissime, grazie alle quali avremmo vinto 3-1 ! Vendetta, tremenda vendetta…

Togo: Emmanuel Adebayor

La qualificazione al primo Mondiale della storia della federazione non ha dell’incredibile, se si pensa al fatto che la squadra ha vinto il girone 1 della zona africana sopravanzando il ben più blasonato Senegal. Gran parte del merito di questa giustificata impresa va a questo attaccante di 21 anni del Monaco, autore di ben 11 reti durante la fase di qualificazione. La squadra, come tutte le africane, possiede un’ottima forma atletica, ma bisognerà vedere cosa potrà succedere quando gli avversari si chiameranno Vieira, Henry, Gallas e Trezeguet. Giovane ed indecifrabile.

[Gruppo H]

Spagna: Raul Gonzalez Blanco

Stella rientrante da un lungo infortunio, che sarà sicuramente parte della spedizione tedesca. Le Furie Rosse sono sempre oggetto di perplessità più o meno latenti, che sono in parte giustificate da una qualificazione ottenuta al limite, grazie alla vittoria nello spareggio contro la Slovacchia. Non si capisce come mai un team di qualità come quello iberico possa rischiare, più o meno con continuità, di far delle magre figure in campo internazionale. Questa stessa ed altre domande si pone Raul, che aspetta, fiducioso, le risposte del campo. Bentornato !

Ucraina: Andriy Shevchenko

La bella favola gialloblu rischia di finire molto presto per velate carenze di organico, ed è un vero peccato. E’ un vero peccato anche se si pensa al fatto che questa squadra si è qualificata, per la prima volta, vincendo il girone 2 della zona europea, davanti alla Turchia; è comprensibile, però, se si pensa al fatto che l’unico artefice degno di nota è l’attaccante milanista. Arriverà molto provato dalle fatiche del nostro campionato e della Champions League, e potrà contare soltanto sul mediocre apporto di Voronin. Per il resto, puro anonimato. Un vero peccato. Profeta nel deserto 2.

Tunisia: Hatem Trabelsi

Questo esperto terzino mi ha fatto una buona impressione, durante gli impegni di un certo spessore dell’Ajax: si è sempre dimostrato sicuro ed all’altezza, anche quando (spesso) il resto della squadra non lo era affatto. La speranza è che continui di questo passo anche in Nazionale, sia per potersi mettere in mostra a livello mondiale, sia per permettere alla Tunisia di competere con l’Ucraina, ad armi più o meno pari, per il secondo posto nel girone eliminatorio. Corri ragazzo, corri.

Arabia Saudita: Mohamed Al Shlhoob

Se c’è qualcosa che possa accomunare questo fantasista arabo a Maradona, beh, quella cosa è soltanto il numero di maglia. Per i sauditi questa è la quarta apparizione ad un Mondiale, ma l’esito delle spedizioni, col passare del tempo, pare non cambiare. Le maglie verdi sono l’espressione di un calcio troppo isolato, pieno di petro-dollari, è vero, ma comunque lontano anni luce dalle piste del calcio che conta. Nonostante ciò, l’Arabia ed Al Shlhoob meritano di prendere parte alla competizione quali vincitori del gruppo A della zona asiatica, davanti alla Corea del Sud. Scusate tanto se ci sono anch’io.

 
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